domenica 30 dicembre 2018

"Maybe happiness is this:not feeling like you should be elsewere, doing something else,being someone else "

#domenica
#DayOff
#ioeLilo

giovedì 13 dicembre 2018


"Santa Lucia, per tutti quelli che hanno occhi
E gli occhi e un cuore che non basta agli occhi
E per la tranquillità di chi va per mare
E per ogni lacrima sul tuo vestito,
Per chi non ha capito.

Santa Lucia per chi beve di notte 
E di notte muore e di notte legge
E cade sul suo ultimo metro,
Per gli amici che vanno e ritornano indietro
 e hanno perduto l'anima e le ali.

Per chi vive all'incrocio dei venti ed è bruciato vivo
per le persone facili che non hanno dubbi mai,
per la nostra corona di stelle e di spine,
per la nostra paura del buio e della fantasia.

Santa Lucia, il violino dei poveri è una barca sfondata
e un ragazzino al secondo piano che canta,
ride e stona perché vada lontano,
fa che gli sia dolce anche la pioggia delle scarpe,
anche la solitudine.

F. De Gregori

Qualche giorno fa ho avuto notizie di una vecchia prozia. 

E' la sorella della nonna, quella che per me è sempre stata la zia del mare.
Quella che si andava a trovare alla domenica o nei giorni di festa, perché viveva in un altro paesello, trasferita per amore quando io ancora non ero nemmeno nata. 
E' la zia che, pur venendo dallo stesso paesino del sud, parla un dialetto diverso dal mio, ché dopo tanti anni ha preso la cadenza del nuovo paesello e del marito, uomo che ricordo già vecchio, che mi raccontava sempre di quando viveva in Germania e degli amici che si era fatto.
E' la zia che ogni volta che mi parla, di persona o al telefono, mi chiama sempre "bambina mia" e, allo stesso modo della nonna, mi consiglia sempre di aver pazienza con i fatti della vita, nel modo proprio di quegli anziani che si son visti passare una vita di sacrifici davanti agli occhi e sulla pelle. Se la nonna è sempre stata la matrona della famiglia, quella sicura di sé e forte di carattere, questa zia ha sempre avuto, forse, una nota più dolce nei comportamenti. A volte penso sia dovuto al fatto che non ha avuto figli e che noi abbiamo rappresentato quei figli che non ha avuto.

Alla casa al mare, alla sua casa natia,che poi è anche quella della nonna, alla casa del suo paesello diverso, con il giardino con gli alberi ricavato in un ala della casa, sono legati gran parte dei miei ricordi di bambina e adolescente. 
Quei ricordi che non solo mi tornano alla mente, ma che ogni tanto sogno per davvero...con le stesse luci e le ombre di allora: e mi rivedo bambina che gioco a palla nel suo giardino piastrellato o vado alla scoperta della soffitta che in realtà non era una soffitta. E i dolci di Natale e i regalini della domenica.E i pomeriggi al mare, le giostre, il primo tuffo dalla scogliera, i tramonti sulle scale di case, proprio davanti al mare. L'odore di salsedine come mai più l'ho sentito da quando avevo 12 anni. La canna da pesca dello zio sempre sull'uscio di casa, le passeggiate sul lungomare.

L'altro giorno una delle sorelle di mia madre, che si prendeva cura di lei dopo la morte del marito e il sopraggiungere di anzianità e acciacchi vari, mi ha detto che, dopo tanto tergiversare, han dovuto trasferire la zia del mare in una casa di riposo perché ormai le sue condizioni di salute necessitavano di un controllo 24h su 24h. 
Non mi sono sorpresa e ne comprendo la decisione.

Ma oggi è Santa Lucia, è il suo onomastico e per la prima volta in decenni della mia vita non ho potuto farle gli auguri perché non ha un cellulare, non ho modo di contattare la struttura e sono ormai via da un paio d'anni. 
E mi manca sentirmi chiamare "bambina mia" anche se ormai sono adulta e di bambina ho giusto le lacrime.
E' come se un altro pezzetto di me stessa e del mio cuore sia andato perso. 

Spero solo che, come dice la canzone, questi ultimi tempi le siano lievi. E così la solitudine.


sabato 1 dicembre 2018


Dice "tu vai pure a lavoro, io tengo caldo il letto per quando rientri stasera".

# la paraculaggine dei gatti 
# lavoro di sabato
# again
# dicembre

giovedì 22 novembre 2018


Fate, Grey Reverend

" It's only fate, Some things aren't meant to be...it's only fate,                                              It's everything you bargained for"

mercoledì 14 novembre 2018


Strong, London Grammar
"Excuse me for a while...While I'm wide eyed and so damn caught in the middle Have you wondered for a while...I have a feeling deep down you're caught in the middle...
 yeah i might seem so strong... yeah I might speak so long... 
I've never been so wrong"

lunedì 12 novembre 2018


"Well I tried to make it sunday, but I got so damn depressed
That I ser my sights on monday and I got myself undressed
[...]I been one poor correspondent, and I been too, too hard to find
but doesn't meand you ain't been on my mind
Will you meet me in the middle, will you meet me in the air?"


 America - Sister Golden Hair, 1975

Timothée Chalamet  on Miss Stevens, 2016, dir. J. Hart

Parlare di "talento" per questo ragazzo è davvero davvero (davvero) riduttivo.
Aspetto  ansionsa "Beautiful boy".




Alpi di Andrate, regione San Giacomo 1229mt

That awkward moment between:

"Dai, guarda sta spuntando il sole!" [cit. Amica Spagnola]
"sarà...ma a me sembra di essere sul set di un film horror...tipo Scream o So che cosa hai fatto..." [cit. io]
" che foto macabre che fai!" [cit. quello nella foto]
"non vedo più la strada!" [cit. fidanzato di Amica Spagnola]

# e anche un'altra festa salentina è stata commemorata
# La nebbia agl'irti colli pioviginando sale

# San Martino 2018

domenica 4 novembre 2018


First Man, 2018, dir. D. Chazelle

Come raccontare un evento storico senza eguali riuscendo nell'intento di riavvolgere il nastro senza nessuna spettacolarizzazione inutile o uso di effetti speciali fuori controllo.
Raccontare il significato umano e storico di una missione, quello che è costato in termini di vite e coraggio per dare concretezza alla sperimentazione scientifica e che ha fatto diventare Armstrong il primo uomo. Grande fotografia, Colonna sonora ancora meglio.

Chazelle è il regista del futuro: esci dalla sala pensando che grazie al cielo ha solo 30 anni, sa quel che fa e come farlo e come farlo fare bene anche a quelli con cui lavora, e speri che farà film per altri 30 anni.

mercoledì 3 ottobre 2018



" But what do I Know 
About all these useless dreams of living alone
like a dogless bone
So
So come let me love you
and then
colour me in"

mercoledì 22 agosto 2018

" Sarebbe tutto più semplice se non ti avessero inculcato questa storia del finire da qualche parte, se solo ti avessero insegnato, piuttosto, a essere felice rimanendo immobile. Tutte quelle storie sulla tua strada. Trovare la tua strada. Andare per la tua strada. Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita, magari siamo un crocicchio, il mondo ha bisogno che stiamo fermi, sarebbe un disastro se solo ce ne andassimo, a un certo punto, per la nostra strada, quale strada? Sono gli altri le strade, io sono una piazza, non porto in nessun posto, io sono un posto."
A.Baricco, City

A volte credo che, cosciente o no della cosa, io abbia preso alla lettera questa citazione, sin dalla prima volta che l'ho letta e assimilata.
Il libro per la verità non l'ho amato molto, giusto alcuni lampi di genio puro, come questa citazione. 
Ma questa citazione, mi rigira in testa in continuazione, sempre, non mi abbandona mai. Ed è ancora più insistente ogni volta che, mi costringono o di mia volontà, mi fermo a rivalutare la mia vita e mi ritrovo inevitabilmente a pensare a dove sto andando.
Ma andare dove?non sto andando da nessuna parte.
Non so nemmeno se sia poi così importante arrivare da qualche parte. 
Io mi vedo sempre ferma, sento solo lo scorrere del tempo. Il tempo relativo a me, peraltro. E mi sono sempre sentita per davvero un posto, uno di quelli che accolgono le persone durante il loro andare per la loro strada. Guardare passare il mondo, un po' alla volta, imparando da quello a capire come sono fatta.
Se mai ce l'abbia mai avuta una strada davanti a me, non sono stata in grado di percorrerla e arrivare da qualche parte. Forse non ci ho mai fatto nemmeno molto caso. Penso solo che se dovevo davvero arrivare da qualche parte, ad essere qualcuno di diverso da quello che sono ora, forse ci sarei arrivata e basta, in maniera naturale, senza dovermi costringere a farlo.

E forse alla fine è questo il problema.

mercoledì 15 agosto 2018




Colle del Nivolet, Parco Nazionale del Gran Paradiso 

investire energie giusto per salire quassù almeno una volta all'anno. Poi anche basta.


domenica 12 agosto 2018

"[...] Si accorge ogni tanto di cercare di mettere a fuoco i dettagli di quel viso, e si sgomenta di non ricordarlo quasi, di perdere particolari e sfumature. E anche il rombo sordo della mancanza, che è sempre in sottofondo, si affievolisce piano, come la lama fosse sempre meno tagliente e bastasse non fare movimenti bruschi con il cuore. E' una cosa di cui si sente in colpa e che al tempo stesso gli dà un piccolo sollievo, la differenza tra una ferita che brucia e un dolore leggero e costante che non passerà mai ma si sopporta, ci si convive"
 - Alessandro Robecchi

" E poi c'è quel biglietto, ora, quando lo rileggo, mi domando se avessi detto "sì" cosa sarebbe successo, chi sarei io, in un'altra vita? Sarei sposata, e sarebbe durato quel matrimonio oppure no? Di questo, in fondo, poco mi importa, se non l'ho voluto allora era giusto così, però qualcosa manca in questa vita: un figlio, che madre sarei stata? avrei voluto esserlo, allegra e dolce come la mia, persa troppo presto, ecco allora a volte io penso che lei sta lì, in quell'universo parallelo, è lì dov'è fa la nonna dei miei figli e sorride (come solo lei sapeva fare).

dal blog Alice non abita più qui 

Oggi sono 22 anni.
Rubo le parole di altri perché le mie non renderebbero il concetto. 
E perché ogni anno restano sempre più impigliate nei ricordi che ho di te.
Se esiste un universo parallelo, da qualche parte stai bene. Stiamo bene tutti.
Magari, in un'esistenza in cui siamo sempre sballottati da una parte all'altra, esattamente come in questa, ma non ci importa perché siamo insieme.
E insieme le cose si affrontano sempre diversamente che da soli. 

Oggi sono 22 anni. E il tempo è un volto sull'acqua.

martedì 7 agosto 2018



    Robert Redford's movie - video da Top 10 Charts


Ho passato la metà della mia vita ad amare ogni sua interpretazione, anche la meno riuscita, e adesso che non ci sarà più nessun film con lui protagonista, per me è come se si chiudesse un'epoca cinematografica. 
Lui, insieme a Paul Newman e Antony Hopkin, è stato, più di ogni altro, il rappresentate di un cinema ispirato, professionale e insieme impegnato, sentimentale, storico e politico. 

Il vero "Grande Gatsby" si ritira. Ha 81anni e ha confermato che si ritira. E' giusto.

Questa cosa, tuttavia, un po' mi spezza il cuore. Un po' tanto.

venerdì 3 agosto 2018

 <<Gli piace parlare con lei, ha una qualità fresca e diretta, quindi cerca di pensare a qualcos'altro da dire, qualcosa di vero. "Un giorno mi sono svegliato e mi sono reso conto che era troppo tardi per cambiare le cose.Quelle grosse, intendo". 
"Io penso che non sia mai troppo tardi per cambiare le cose" ribatte Paulette. 
Lui sorride. E pensa: è proprio così che funziona, col destino, capisci cos'ha in serbo per te quando è troppo tardi per rimediare. Per quello è il tuo destino          - perché è troppo tardi per rimediare. 
"Quindi è qualcosa che esiste solo a posteriori?" domanda lei. 
"Direi di sì">>
D.Szalay, Tutto Quello che è un uomo,2017

In questi giorni sento il peso del mio destino più che in qualsiasi altra epoca della mia esistenza. Quello che Roland di Gilead chiamava "Ka" e che questa citazione aggiorna ai nostri tempi.

E' l'ineluttabilità delle cose il mio più grosso problema.

martedì 31 luglio 2018


Kodachrome, 2017, dir. M. Raso

"Sono tutti così impauriti dal tempo e di come faccia sparire  le cose...ma è per questo che siamo fotografi, no? siam conservatori per natura...scattiamo foto per fermare il tempo e affidare i singoli momenti all'eternità: la natura umana resa tangibile" 


Nel complesso, il film non è fenomenale:la sua, è una strada già percorsa e rivisitata in molti modi diversi nel corso della storia del cinema. Ha tuttavia una sua anima specifica, non capisco ancora se perché la fotografia sia stata posta al centro, diventandone una specie di simulacro o ponte tra il passato e il presente, o semplicemente perché ha una colonna sonora bella come poche.

Ho scelto il film perché avevo voglia di vedere qualcosa con Ed Harris.

E Ed Harris è qualcosa di indescrivibilmente perfetto. 

Mi è spiaciuto solo vederlo così invecchiato.

sabato 7 luglio 2018

"Sono preda dei giorni che verranno, dei volti che non torneranno più ogni volta che il ridere si spegne. Cosa sarà di noi... di tutti i fuochi e di questo pregare in una pioggia tremenda, da far stringere le mani, che chiuda e apra finestre,estati, inverni e tutte le mie case, i miei balconi.
Che ci cadano addosso mille sere come negli anni, una dentro l'altra. Se muore un po' per vivere più forte, se il tempo deve farsi un tempo solo tutto pieno come un sasso che va a fondo"
Isabella Leardini


Da qualche giorno, quando si fa buio e dopo lunghe ore di caldo, arriva la pioggia.
"inopinatamente", come direbbe Baricco.
Temporali fortissimi, pieni di tuoni e lampi che squarciano il cielo.
A volte durano per ore, tutta la notte anche, altre solo il tempo di una cena.
Ed io li aspetto, questi temporali, quasi ogni sera. E quando arrivano, resto a guardare il cielo,sul limitare del mio balcone, come se fossi in perenne attesa di risposte che sembra possano arrivarmi solo da li, tra le gocce di pioggia.

E penso spesso a quando facevo la stessa cosa su un altro balcone. 
Solo, accompagnata da uno spirito diverso.
E lo so che il cielo è sempre quello, ma spesso mi manca il cielo dal balcone di casa di mio padre. 

A volte, mi manca il cielo di quando avevo vent'anni e credevo che mi aspettasse una vita totalmente diversa. 
A volte, penso al passato e sento , con una certa sicurezza, che voglio altro da quello che credevo di volere. O da quello che gli altri sono convinti che io voglia.

domenica 24 giugno 2018

"Il tempo è fuggito tanto velocemente che l'animo non è riuscito ad invecchiare"
D. Buzzati, Il Deserto dei Tartari 



Se dovessi dire come mi sento alla fine di questo 39mo compleanno, mi viene solo da dire che ho la sensazione che 15 anni fa devo aver sbagliato strada e adesso sto tentando di rifarla tutta contromano. 
Ed ho la paura che, di fatto, non troverò sulla strada nessuna rotatoria al momento giusto.
Come dicevo precedentemente, non sono infelice, ho solo molte mosche nel pugno della mano. "Un ago magnetico in cerca di orientamento continuo" [cit.]

Ogni volta che arriva il mio compleanno (che al momento in cui scrivo è anche già passato),
non posso fare a meno di ripensare ad un pomeriggio di 20 anni fa in cui avevo solo 18 anni e una ragazza mi parlo dei miei trent'anni come se fossero dietro l'angolo. 
Ci penso sempre in questa occasione, perché in mancanza d'altro, si finisce con l'attaccarsi un po' a tutto nel vedere come sono andate le cose e come invece sarebbero potute andare. D'altronde a me non capitano problemi in una vita normale. A me capita un po’ di normalità in una vita di problemi.
Ho pensato spesso alla me stessa di vent'anni fa in questi giorni e alla velocità in cui questi vent'anni sono passati. Un po' ci ho pensato con nostalgia, più spesso per tenere vivi ricordi che ogni tanto si perdono nella babele degli avvenimenti di una vita. Se dimentichi allontani dalla mente. Se ricordi, riporti al cuore.
Dimenticare è una cosa che un po' mi fa arrabbiare, ma ricordare spesso è un'operazione strana e difficile. Vorrei tuttavia, essere in grado di non dimenticare mai niente e nessuno.

Sarà stata una coincidenza, ma giusto ieri la mia vicina dal pollice verde mi ha aiutato a piantare in un vaso del mio balcone i Non ti scordar di me. Fioriranno non prima dell'anno prossimo, se sono fortunata, in concomitanza con il prossimo compleanno, il prossimo traguardo. Un augurio, un regalo, il proposito di ricordarmi di innaffiare la pianta e sperare che nasca.

( NB:In ogni caso, la mia amica spagnola continua ad azzeccare i regali di ogni ricorrenza, stracciando il mondo di persone che ho intorno, che pure mi riservano un pensiero.
Per l'ultimo compleanno prima della definitiva entrata nel mondo degli "anta", ha pensato bene di una sosta per il (mio) viaggio in un luogo che ho in programma di visitare da anni, ma che, per un motivo o per un altro, fino ad ora ho dovuto accantonare: Pré Saint-Didier.





Ho un anno per decidere e fare in modo di godermelo.
Poi ci sarà il decennio dei 40, ma quella è ancora una storia tutta da scrivere.)


domenica 10 giugno 2018


Indovina chi viene a cena, 1967, dir. S. Kramer

Ogni volta che arrivo a questo punto del film, pur avendolo visto ormai un numero spropositato di volte, ho gli stessi lacrimoni luccicanti di Katherine Hepburn.
A differenza di lei, che nel suo recitare ha questa compostezza carica di phatos ed emozione, io non riesco a fare altrettanto. I miei, inevitabilmente, sgorgano scompostamente.
Lei ovviamente è di un altro livello.

Ci sono pochi film al mondo che, al pari di questo, riescono ad essere così sinceri e attuali.
E' stata l'ultima prova di attore di Spencer Tracy, che morì esattamente 17 giorni dopo questo film. 

Fatevi un favore: se ancora non vi fosse capitato di vederlo o ne avete solo distrattamente sentito parlare, prendetevi un'ora di tempo e guardatelo fino alla fine, al più presto.
Di questi tempi, fatti di mancanza di accettazione, è un toccasana per mente e cuore.

sabato 2 giugno 2018

Cobra Kai, 2018

Aspettavo qualcosa del genere da 30 anni.

domenica 6 maggio 2018

" Tu che hai camminato per un secolo lo sai che niente si dimentica ma tutto, a momenti, si deve poter prendere e mettere in un posto. Tenerlo in mano e metterlo in tasca, spostarlo sul comodino come fosse un fiore in un vaso, uscire, poi rientrare e ritrovarlo lì. Come potremmo vivere senza placare la memoria, che non vuol dire arrendersi, o dimenticare, ma lasciare che il caldo si raffreddi, che il bagnato si asciughi, che ogni cosa si trasformi e nasca un inizio da ogni fine. Che la fame si sazi per tornare a essere fame. Che il desiderio si estingua per rinascere. Che il sonno dia pace alla stanchezza per avere sonno di nuovo. Ogni minuto della vita gira attorno a qualcosa che non c'è più perché qualcos'altro possa accadere"
Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera


domenica 29 aprile 2018



A Quiet Place, 2017, dir. J. Krasinsky

" Ma il silenzio fa rumore, gli occhi hanno un amplificatore...quegli occhi ormai da sempre, abituati ad ascoltare...i tuoi occhi scendono le scale, non so cosa vanno a fare, se a commuoversi o sognare, ad arrabbiarsi o a meditare.."
Le Persone Silenziose, Luca Carboni.

Dopo aver visto il film, non son riuscita ad impedirmi di pensare ad una canzone di Carboni di qualche decennio fa: Le persone silenziose.
Il paragone è ovviamente molto azzardato, anche perché i protagonisti effettivi della canzone erano delle persone semplicemente timide e spaventate da se stesse e dall'idea che gli altri potrebbero avere di loro, una volta conosciuti i loro pensieri. 
E' certamente una situazione gestibile, rispetto all'idea che dei mostri ciechi (tanti e parecchio brutti) percepiscano anche il più piccolo rumore e, una volta individuata l'origine, sterminino violentemente la preda.

Mi sono concessa questa digressione, perché ho la sensazione che il film di Krasinsky, viaggi su un binario parallelo a questa canzone: il silenzio, in entrambi i casi, sembra essere l'unica via di fuga. E gli occhi, gli sguardi, le sfumature dei gesti sembrano diventare cruciali come unica fonte di comunicazione. 
L'unico linguaggio che ci si può concedere, per sopravvivere, è quello dei gesti. 
O frasi al limite del sospirato, quando ci si trova accanto ad un fiume o nei pressi di una cascata. 
Si soffre con la mano sulla bocca, se per sbaglio si inciampa e ci si fa male. 
O quando purtroppo ci si vede strappata una persona cara proprio davanti agli occhi, senza poter far nulla. 
Ci si ama abbracciandosi e ballando con gli auricolari, mentre Neil Young canta Harvest Moon e i bambini stanno dormendo. 
Ci si rintana in cantina, da sempre l'archetipo di luogo più pauroso di tutta la casa, ma in questo caso un posto isolato dove si spera di essere irraggiungibili in caso di un rumore improvviso. 
Ma, come si scopre, non si è al sicuro nemmeno là. 
E ci si chiede, come fa Emily Blunt da genitrice coscienziosa ma forse impotente, "Che cosa siamo se non possiamo proteggere le nostre creature?" 

Da più parti, vedo che si classifica il film come un horror. Ma secondo me è solo un aspetto limitato della faccenda: mi viene più in mente un richiamo alla Suspense di hitchcockiana memoria, con un scollamento tra quello di cui sono a conoscenza gli spettatori e ciò di cui sono a conoscenza i personaggi; o se non vogliamo andare così indietro nel tempo, penso alla tensione magistralmente manipolata e dosata dei film di Night Shyamalan. 
Sin dall'inizio, si è un passo avanti alla semplice sorpresa( più caratteristica del genere horror)di far apparire improvvisamente un qualcosa o un qualcuno che non si attende: l'effetto ansiogeno è commisurato al grado di consapevolezza e di conoscenza del pericolo che grava sul personaggio.

Tutto il film è una sorta di umana resistenza di fronte ad una forza eccessiva che cerca di sterminare; pur non essendo un vero e proprio film sulla famiglia o sulla perdita, è comunque una questione famigliare e di rapporti padre/figlio, che si inserisce in un discorso più allargato di reazione umana:"C'è molto più coltello tra di denti nell'immaginare una vita diversa e non smettere di ipotizzare e inventare rimedi che nel correre a perdifiato incontro alla bella morte" [cit.] , ho letto da qualche parte. 
E non posso essere più che d'accordo.

Hitchcock costruiva la sua idea di suspense mettendo lo spettatore in uno stato di ansiosa attesa, spesso rinforzata da temi musicali, ombre, luci particolari. 
Qui Krasisky, come regista, fa ancora meglio, andando oltre il convenzionale: avendo un budget abbastanza modesto, relega le creature ad apparizioni veloci, istantanee e feroci, e in poche scene le vediamo esattamente per quello che sono effettivamente: mostri a metà tra un enorme padiglione auricolare e i demogorgoni di Stranger Things. 
E non sarà mai il sonoro a scandire il film nella sua interezza, ma i diversi piani dell'immagine e il modo in cui i personaggi vivono in essa: un emporio abbandonato, i passi segnati sul parquet nei punti in cui le assi non scricchiolano, giochi elettronici negati ma presi di nascosto, un chiodo appuntito lasciato su uno scalino che ti fa subito pensare che DOPO accadrà qualcosa. Emily Blunt in attesa di un figlio.

Krasinsky cerca di tenere insieme due dimensioni della storia: la paura in sè stessa e la grande paura, profondamente genitoriale, di non poter proteggere le persone che più amiamo dai pericoli. E  centra perfettamente il punto.

sabato 14 aprile 2018


"Forgettin how it started, this is how it ends"

Unknown  (to you),2017, J. Banks

martedì 10 aprile 2018

 " --- E' INTERESSANTE GUARDARSI INDIETRO E VEDERE TUTTO QUELLO CHE HA       DESTATO LA TUA ATTENZIONE? COME RILEGGERE UN TACCUINO DI TUTTI I TUOI  TE  PIÙ' GIOVANI. (STRANO QUANTO CI SI POSSA ALLONTANARE DA ESSI).
               --- NON PENSO DI ESSERMENE ALLONTANATO. SONO TUTTI ME. E' SOLO CHE NON MI 
              RICORDO PROPRIO TUTTO DI LORO.


La Barca di Teseo, J.J.Abrams, D. Dorst

Una cosa buona di tutto questo tempo passato a scrivere è il fatto non aver perso tutte le altre me, anche se non sono più propriamente me e appartengono ad un altro tempo.
Un tempo che, a volte, faccio fatica a pensare ci sia anche solo stato.

sabato 7 aprile 2018

" CHE DIFFERENZA C'E' TRA LA SOLITUDINE E L'ESSERE INCOMPRESI?" [cit.]
Sabato.
Un altro.
Domanda della sera.(o della vita? whatever...)
In realtà non voglio una vera risposta. Non mi serve. E anche se l'avessi, probabilmente non ne vedrei la sfumatura utile.
Non sono infelice. Sono consapevole. Troppo presente a me stessa, purtroppo.
Perché faccio ancora molta fatica a rassegnarmi ad alcune logiche di merda della mia vita.

lunedì 2 aprile 2018

"I'm here just to listen"
"no, you're not"

Grazie Shonda.  Davvero.
Ma davvero davvero,eh.
Ora, perlacarità, almeno fino a fine stagione.


lunedì 26 marzo 2018


"So little time
Try to understand that I'may
Trying to make a move just to stay in the game
I try to stay awake and remember my name 
But everybody's changing and 
I don't feel the same"

Keane,  Everybody's Changing 

Se un anno fa mi avessero detto che giusto alla soglia dei quarant'anni  mi sarei ritrovata a imparare i linguaggi base per programmare, molto probabilmente avrei pensato a uno scherzo mal congegnato. Così come avrei avuto bisogno di un momento di riflessione nel pensare alla mia migliore amica che cerca di prendere l'abilitazione per insegnare, dopo anni di studi in ingegneria civile. 

E invece.

Forse non ci riuscirò mai a fare questa cosa.
Ma se si  dice "no" il futuro, in generale, sembra sempre arenarsi.  
Fino a quasi scomparire. 
Ed io ammetto che di no ne ho detti un bel po', fino a perderne il conto. 
E infatti, il mio futuro un po' è scomparso.
Così ho pensato che, anche se non è proprio il momento ideale, questa volta non voglio essere quella che dice no.
Se dico "forse", magari ho ancora una possibilità di restare in gioco, di poter aprire una porta.
Una porta che non si affaccia sul mio passato, sui miei errori, sui miei rimpianti, ma su un'altra possibilità .
Come in ogni film americano che si rispetti.
Incrociando le dita che, nel caso, poi troverò un' ancora di salvataggio.

giovedì 15 marzo 2018

 
"It's still the same old story / a fight for love and glory / a case of do or die / ...as time goes by"
 As time goes by, 1931, Casablanca 



Mi verrebbe da rispondere che nella mia vita non ho mai improvvisato un cazzo e che proprio per questo, forse, è andato tutto così dannatamente  e irrimediabilmente a scatafascio. Improvvisare (bene) ti salva il culo nel 99% dei casi e ti allena a sopravvivere a qualsiasi cosa. Non te l'ha mai detto nessuno che " la vita è ciò che accade mentre tu stai facendo altri piani"? no, eh?

Casablanca è, in ogni caso, uno dei miei film preferiti. E "programmare", è letteralmente la parola chiave con cui sto cercando di capire dove potrà finire la mia vita. 
Certamente qualche assonanza sulla fine della storia di Ilsa e Rick potrebbe essere in qualche modo profetica.
All'html l'ardua risposta.

Dear Basketball, 2017

# cose bellissime che fanno piangere fortissimo 

domenica 11 marzo 2018

mercoledì 7 marzo 2018


Oscar 2018 in 3 minuti, Il Post

Restare svegli per le 4 ore degli Oscar la domenica notte ogni anno è uno sforzo sempre più difficile, lo ammetto. Ma quest'anno devo dire che sono stata abbastanza ripagata.

Allison Jannay che esordisce con "ho fatto tutto questo da sola". Tifavo per Laurie Matcalf, ma era inevitabile e giusto lo vincesse lei.
I registi del miglior corto che ringraziano con il linguaggio dei segni, perché lo avevano promesso alla giovane protagonista.
Kobe Bryant che dice in mondovisione "Ti amo" alla moglie. E lo fa in perfetto italiano.
Frances Macdornan che vince, va sul palco vestita esattamente come l'anno scorso e chiede alle nominate di condividere la scena con lei. E niente, lo riguardo ancora oggi ed è l'unico momento che mi commuove veramente.
Guillermo Del Toro che controlla per sicurezza la busta della proclamazione al miglior film. Non sono d'accordo perché il film non mi ha convinta più di tanto, ma è stato bello uguale.

Aspetto tutto l'anno le serate come questa. 
Sono le uniche cose che non mi fanno rimpiangere delle passioni che ho. 
Perché, come leggevo altrove, "uno ha bisogno di scegliere quale filtro utilizzare tra sé stesso e il mondo, ché nel mondo c'è altro oltre a vivere meccanico."

E i film sono il mio filtro.

sabato 3 marzo 2018



(...) Oggi si commemora il Grande Torino. Secondo me non si commemora solo il Grande Torino, che è nettamente la migliore squadra italiana di tutti i tempi, perché erano solo giocatori italiani. Avevano un allenatore ungherese, il primo straniero è il 17 uomo...ma gli 11 del Grande Torino, 12 volendo allargare, sono tutti italiani. Muoiono per una circostanza più o meno unica...a Torino il 4 maggio sembra che piova sempre...(...)Valentino Mazzola va dal capitano dell'aereo, di nome Meroni...e soltanto il Torino poteva avere come capitano del volo in cui termina la migliore squadra di calcio italiana di tutti i tempi che ha il nome del miglior giocatore del Torino venuto dopo, che muore investito da un auto di un neo patentato 18enne che poi diventerà il presidente del Torino...quante possibilità ci sono che qualcuno possa sceneggiare una storia così? zero, non verrebbe in mente a nessun autore. Ma con il Grande Torino è finita l'epoca in cui i calciatori erano come noi...(...) dei calciatori che non si dimenticano da dove vengono. "

Gli invidierò sempre questa lucida ed ineguagliabile capacità di raccontare lo sport attraverso i dettagli che stanno dietro o tutt'intorno, prescindendo dal singolo evento.
A volte penso a quest'uomo come al Cruijff del mondo della narrativa sportiva. 
Ed è tutto dire. 

Tra 6 giorni è qui a Torino e spero di riuscire ad andarlo a vedere dal vivo.
Mi ripagherebbe di questi due primi mesi  molto di merda del 2018.

martedì 27 febbraio 2018


Time, The Dark Side of The Moon, 1973 - Pink Floyd

Ticking away the moments / that make up a dull day / you fritter and waste the hours / in an off hand way / kicking around on a piece of ground / in your home town / waiting for someone or something / to show you the way. 

Tired of lying in the susnshine / staying home to watch the rain / you are young and life is long / and the is time to kill today / and then one day you find / ten years have got behind you / no one told you when to run / you missed the starting gun

And you run and you run to catch up / with the sun, but is sinking / and racing around / to come up behind you again / the sun is the same in the relative way / but you're older / shorter of breath / and one day closer to death

Every year is getting shorter / never seem to find the time / plans that either come to naught / or half page of scribbled lines / hanging on in quiet disperation / is the english way / The time is gone / the song is over / thought Id something more to say..


# febbraio finisce oggi, il 2018 è ancora lungo.