lunedì 27 gennaio 2020




"Dear Basketball...ho giocato fra sudore e dolore
non perché fossero le sfide a chiamarmi
ma perché tu mi chiamavi...
(...) il mio cuore può reggere il colpo
la mia mente può sopportare lo sforzo
ma il mio corpo sa che è il momento di dirti "addio" "

Kobe Bryant

La peggiore notizia di sempre è una sera, all'ora di cena, che senti di un aereo caduto dall'altra parte dell'oceano e di un atleta e un'icona gigantesca che da un momento all'altro non c'è più.
Resti senza parole. 
E metti insieme i pensieri e le parole che pensi nella testa sono proprio quelle sue. 
Questo corto, queste parole, restano in qualche modo la sua ultima eredità.

giovedì 23 gennaio 2020

lunedì 6 gennaio 2020


Hero, Family of the Year


" Sai quando qualcuno ti dice cogli l'attimo? Non lo so, io invece
credo che succeda il contrario:nel senso che
è l'attimo che coglie noi."
Boyhood, 2014, dir. R. Linklater

Ci sono film che rimando perché, nel momento in cui vengono prodotti, so di non essere mentalmente pronta a vedere. 
Succede quando so di non avere il giusto distacco dalle cose che vengono raccontate.
Allora li rimando, li procrastino al momento in cui sarò in grado di metabolizzarli meglio, senza danni. O, quanto meno, con un po' di freddezza in più.

Con questo film è successo quello che racconta la citazione: in qualche modo, non sono io che ho colto l'attimo, ma è l'attimo che ha colto me.
Io, tra l'altro,non sono mai stata (e mai sarò) una da "cogli l'attimo". L'ho sempre considerata una pessima idea e, le poche volte che mi è capitato di arrivare a farlo, mi danno ragione.

Ad ogni modo, questo film è fatto degli attimi della vita di un protagonista,da quando ha 6 anni fino al giorno in cui comincia l'università. Non succede niente di eclatante, se si esclude il fatto che le riprese sono durate davvero per 12 anni e che gli attori sono sempre gli stessi, solo cresciuti. 
Non riesci a fare a meno di immedesimarti, anche se la vita di quelle persone è totalmente diversa dalla tua. Ma è normale, esattamente come la tua ed è questo che fa scattare il meccanismo, credo.
Io personalmente avevo nella testa una sorta di movimento a ritroso sulla mia vita, come delle fotografie, delle frasi strappate al contesto.
E sono giunta alla conclusione che diventare grandi è una cosa con cui non riuscirò a scendere a patti mai. 
E non ha niente a che fare con la paura di invecchiare. 

E' che semplicemente non siamo pronti mai a quello che ci aspetta e al tipo di persona che la vita ci fa diventare. E non coincide mai con quello che pensavamo, immaginavamo o progettavamo da piccoli. 
La vita ci coglie attraverso gli attimi. 
Esattamente, costantemente, ineluttabilmente.
E lo capiamo solo dopo.