Non lo so se avrò mai l'ispirazione per leggerlo, il libro.
Ma come le racconta lui, le cose, anche quelle che vanno oltre il mio gusto e la mia sopportazione, sembrano bellissime.
"Io penso che, quando fra cento, duecento anni, vorranno capire come eravamo, è proprio grazie alla musica da film, che lo scopriranno".
" Oppure <<essere>> e <<avere>> sono verbi del tutto inadeguati nell'intricata matassa del desiderio, per cui avere il corpo di qualcuno da toccare ed essere quel qualcuno che desideriamo toccare è la stessa cosa, sono solo rive opposte di un fiume che scorre dall'uno all'altro, poi torna indietro e infine va di nuovo verso l'altro, e ancora, e ancora, un circuito perpetuo dove le cavità del cuore, come le botole del desiderio e i buchi del tempo e il cassetto a doppiofondo che chiamiamo identità, condividono una logica ingannevole, secondo la quale la distanza più breve tra vita reale e vita non vissuta, tra ciò che siamo e ciò che vogliamo, è una scalinata tortuosa progettata con l'empia crudeltà di M.C. Escher. Quando ci avevano separati, me e te, Oliver? E perché io lo sapevo e tu no?".
" Lui era il passaggio segreto che mi conduceva a me stesso, come un catalizzatore che ci consente di diventare ciò che siamo, il corpo estraneo, il passista, l'innesto, il cerotto che manda gli impulsi esatti, il chiodo d'acciaio che tiene insieme le ossa di un soldato, il cuore di un altro uomo che ci rende più noi stessi di quanto non eravamo prima del trapianto".
"Vent'anni sono ieri, e ieri è stamattina presto, e stamattina sembra lontana anni luce. <<Sono come te>> ha detto. <<Mi ricordo tutto>>. Mi sono fermato un secondo. Se ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei davvero come me, allora domani prima di partire o quando sei pronto per chiudere la portiera del taxi e hai già salutato gli altri e non c'è più nulla da dire in questa vita, allora, una volta soltanto, girati verso di me, anche per scherzo, o perché ci hai ripensato, e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo e chiamami con il tuo nome".
Scrivevo un anno fa che la vita non sa niente degli anni e che il tempo di ognuno di noi è scandito da rintocchi soggettivi che esulano spesso da tutto il resto. Ci siamo noi, i nostri passi, le nostre attitudini che si susseguono in un ritmo cangiante e di cui spesso non ci rendiamo nemmeno conto. E il tempo per così dire esterno è, in qualche modo , solo un intreccio che gioca con le nostre vite.
La mia vita, in realtà, è solo incastrata in una serie di loop intercambiabili a seconda delle stagioni, con in sottofondo la famosa "disperata certezza che le cose finiranno". Sono una persona romantica la maggior parte del tempo.
E niente, tutto questo per dire solo che, ora come ora, per quello che sono (e soprattutto per quello che NON sono) diventata, di come passi il tempo ormai mi interessa poco.
Ma decisamente avrei bisogno di Attimi.
Attimi che sconvolgano il corso incastrato della mia esistenza. Imparare a cogliere quelli che sono destinati ad essere momenti concreti, veri, che mi portino da qualche parte.
Che mi insegnino a credere che può essere davvero meglio di così.
IMPRESSION DU SOLEI LEVANT , C.Monet , 1872 |