"(...)Quel giorno capirai che la passione ha una scadenza
e che è soltanto una scemenza
cercare il cielo in una stanza
ma ti piacciono le favole lo so
è più forte di te
e dei tuoi alibi di ferro
arrugginiti dalle lacrime di questo stronzo innamorato di te
ci ho scritto pure una canzone
forse nutrendo l'illusione
che nei tuoi occhi ci sia quello che non c'è
Ma è solo un attimo
come dire
un errore di distrazione
di questo cuore sempre attento
a non fare un passo falso
a non essere mai convinto di niente
Ma è solo un attimo lo giuro (...)"
Brunori Sas
La canzone vale tutto il film.
Nel film, che scivola via come una giornata qualunque di un giorno qualunque, ma proprio per questo arriva con una certa dose di realisticità,ci trovo una fotografia chiara e sfuocata insieme di un periodo della vita che finché non lo attraversi, non lo sai com'è per davvero.
lunedì 26 agosto 2019
The Apartment, 1960, dir. Billy Wilder
Questo film non ha rivali.
Ogni volta che lo rivedo, lo amo, se possibile, sempre di più.
Mentre me lo godevo sotto il cielo stellato del Castello Reale di Torino, continuavo a pensare che vivo nella peggior epoca cinematografica di sempre.
Potessi saltare nel tempo e tornare in un epoca in cui Billy Wilder fosse ancora nel pieno della sua produzione....
martedì 20 agosto 2019
"Personalmente non ce l'ho con nessuno di voi,davvero. Dal primo all'ultimo vi reputo miei fratelli,- Tommie si era deciso a dire qualche parola - anzi devo ringraziarvi per quello che ciascuno ha dovuto sopportare ". Dopo una pausa in cui aveva tentato di guardare negli occhi tutti quelli che trovava, aveva aggiunto:" non c'è dubbio però che arrivato a questo punto io non mi tiro indietro. Devo almeno difendere il mio orgoglio, che poi è lo stesso della mia gente. Io vado avanti, anche senza di voi." John, in disparte,aveva annuito vistosamente. Forse nella sua testa giravano le parole di Martin Luther King: " Per chi non può esserci e per chi non vuole esserci". Neanche John aveva dubbi. Lui era con Tommie. Così come Tommie era con lui."
Trentacinque secondi ancora, Lorenzo Iervolino
Arrivo alla fine di questo libro ancora con i brividi e la commozione. La pelle d'oca ad ogni pagina, la voglia che non di finisca. Raramente mi capita.
lunedì 12 agosto 2019
È capitato, in passato, di imbattermi in persone che ti avevano conosciuta, quando io non ero nemmeno un barlume nei tuoi pensieri.
Una volta una signora, probabilmente un'amica di famiglia, si è soffermata a guardarmi per qualche secondo e poi ha chiesto, a chi era con me, se non ero per caso tua figlia.
Io resto sempre un po' perplessa di questa cosa delle somiglianze: nella maggior parte dei casi, che mi piaccia o meno, che sia vero o no, tutti rivedono immediatamente in me papà. Quel giorno, quella signora però ha tenuto ad insistere:" certo, i particolari piccoli sono di papà, ma lo sguardo e il tuo sorriso sono senza dubbio alcuno della mamma."
Mi chiedo sempre se ti somiglio in qualche altra cosa, in qualche gesto, in qualche atteggiamento. Se qualcosa di te, a parte il mio odore che è certamente il tuo, mi sia rimasto addosso.
Mi avresti raccontato di te, se fossi ancora qui?
Oppure mi avresti raccontato di me, di tutto ciò che ricordo vagamente?
Ventitré anni sono così lunghi, ma la sensazione di vuoto non cambia mai.
venerdì 9 agosto 2019
"Che cos'è quest'ansia / che mangia la pancia
Che cos'è che manca / forse un conto in banca
E quello che voglio / è viverla meglio
Di così
Ho lasciato i sogni chiusi nell'armadio
Che dentro al cassetto non ci stanno più "
Di così, Brunori sas
Ultimamente mi chiedono tutti cosa mi piacerebbe fare.
Lo scopo, ovviamente, è quello di fare chiarezza e di dirigermi lì, dove voglio andare, dove trovare un senso, dove svegliarsi non sarà più una levataccia. Perché anche le levatacce hanno uno scopo, o una qualche elaborazione almeno, se vissute nel mondo e nel modo normale.
Ti danno un senso anche le levatacce, pare.
Il problema è che quel posto, pur esistendo, non c'è.
Si palesa nella vita che mi porto appresso nella testa, e lì è tutto esattamente come deve essere, come voglio che sia, nonostante sia altrettanto difficile e duro e impegnativo. Ma non ne esiste una versione concreta, con un conto in banca, una casa, le feste comandate. Non a questo punto della mia vita.
E non è confusione. O mancanza di organizzazione.
È che, ormai, niente mi appassiona a tal punto da spingermi in quella direzione.
Quindi resto ferma, in attesa di non so quale segno, di non so quale vento sulla strada, di non so quale intuizione o scintilla. Mi accontento di quello che capita senza convinzione, perché tutte le volte che per sbaglio comincio a convincermi che magari è la volta buona, succede l'esatto contrario. Un copione fisso. Non importano più nemmeno le parole o le azioni o quello che tutti mi rimproverano di non avere, l' "atteggiamento positivo".
È solo una grande deriva.
Una deriva di cui continuo a scrivere ossessivamente, senza soluzione di continuità, senza risoluzione di fondo.
Vorrei solo viverla meglio di così.
(Tutto questo perché cercavo disperatamente una canzone inedita di Brunori presente in questo film qui, ma mi sono imbattuta in quest'altra canzone ed è partita l'immedesimazione 🤦♀️)
sabato 3 agosto 2019
Lo consideravo già alla stregua dell'uomo ideale. Con la barba si va oltre.