È capitato, in passato, di imbattermi in persone che ti avevano conosciuta, quando io non ero nemmeno un barlume nei tuoi pensieri.
Una volta una signora, probabilmente un'amica di famiglia, si è soffermata a guardarmi per qualche secondo e poi ha chiesto, a chi era con me, se non ero per caso tua figlia.
Io resto sempre un po' perplessa di questa cosa delle somiglianze: nella maggior parte dei casi, che mi piaccia o meno, che sia vero o no, tutti rivedono immediatamente in me papà. Quel giorno, quella signora però ha tenuto ad insistere:" certo, i particolari piccoli sono di papà, ma lo sguardo e il tuo sorriso sono senza dubbio alcuno della mamma."
Mi chiedo sempre se ti somiglio in qualche altra cosa, in qualche gesto, in qualche atteggiamento. Se qualcosa di te, a parte il mio odore che è certamente il tuo, mi sia rimasto addosso.
Mi avresti raccontato di te, se fossi ancora qui?
Oppure mi avresti raccontato di me, di tutto ciò che ricordo vagamente?
Ventitré anni sono così lunghi, ma la sensazione di vuoto non cambia mai.
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