lunedì 26 marzo 2018


"So little time
Try to understand that I'may
Trying to make a move just to stay in the game
I try to stay awake and remember my name 
But everybody's changing and 
I don't feel the same"

Keane,  Everybody's Changing 

Se un anno fa mi avessero detto che giusto alla soglia dei quarant'anni  mi sarei ritrovata a imparare i linguaggi base per programmare, molto probabilmente avrei pensato a uno scherzo mal congegnato. Così come avrei avuto bisogno di un momento di riflessione nel pensare alla mia migliore amica che cerca di prendere l'abilitazione per insegnare, dopo anni di studi in ingegneria civile. 

E invece.

Forse non ci riuscirò mai a fare questa cosa.
Ma se si  dice "no" il futuro, in generale, sembra sempre arenarsi.  
Fino a quasi scomparire. 
Ed io ammetto che di no ne ho detti un bel po', fino a perderne il conto. 
E infatti, il mio futuro un po' è scomparso.
Così ho pensato che, anche se non è proprio il momento ideale, questa volta non voglio essere quella che dice no.
Se dico "forse", magari ho ancora una possibilità di restare in gioco, di poter aprire una porta.
Una porta che non si affaccia sul mio passato, sui miei errori, sui miei rimpianti, ma su un'altra possibilità .
Come in ogni film americano che si rispetti.
Incrociando le dita che, nel caso, poi troverò un' ancora di salvataggio.

giovedì 15 marzo 2018

 
"It's still the same old story / a fight for love and glory / a case of do or die / ...as time goes by"
 As time goes by, 1931, Casablanca 



Mi verrebbe da rispondere che nella mia vita non ho mai improvvisato un cazzo e che proprio per questo, forse, è andato tutto così dannatamente  e irrimediabilmente a scatafascio. Improvvisare (bene) ti salva il culo nel 99% dei casi e ti allena a sopravvivere a qualsiasi cosa. Non te l'ha mai detto nessuno che " la vita è ciò che accade mentre tu stai facendo altri piani"? no, eh?

Casablanca è, in ogni caso, uno dei miei film preferiti. E "programmare", è letteralmente la parola chiave con cui sto cercando di capire dove potrà finire la mia vita. 
Certamente qualche assonanza sulla fine della storia di Ilsa e Rick potrebbe essere in qualche modo profetica.
All'html l'ardua risposta.

Dear Basketball, 2017

# cose bellissime che fanno piangere fortissimo 

domenica 11 marzo 2018

mercoledì 7 marzo 2018


Oscar 2018 in 3 minuti, Il Post

Restare svegli per le 4 ore degli Oscar la domenica notte ogni anno è uno sforzo sempre più difficile, lo ammetto. Ma quest'anno devo dire che sono stata abbastanza ripagata.

Allison Jannay che esordisce con "ho fatto tutto questo da sola". Tifavo per Laurie Matcalf, ma era inevitabile e giusto lo vincesse lei.
I registi del miglior corto che ringraziano con il linguaggio dei segni, perché lo avevano promesso alla giovane protagonista.
Kobe Bryant che dice in mondovisione "Ti amo" alla moglie. E lo fa in perfetto italiano.
Frances Macdornan che vince, va sul palco vestita esattamente come l'anno scorso e chiede alle nominate di condividere la scena con lei. E niente, lo riguardo ancora oggi ed è l'unico momento che mi commuove veramente.
Guillermo Del Toro che controlla per sicurezza la busta della proclamazione al miglior film. Non sono d'accordo perché il film non mi ha convinta più di tanto, ma è stato bello uguale.

Aspetto tutto l'anno le serate come questa. 
Sono le uniche cose che non mi fanno rimpiangere delle passioni che ho. 
Perché, come leggevo altrove, "uno ha bisogno di scegliere quale filtro utilizzare tra sé stesso e il mondo, ché nel mondo c'è altro oltre a vivere meccanico."

E i film sono il mio filtro.

sabato 3 marzo 2018



(...) Oggi si commemora il Grande Torino. Secondo me non si commemora solo il Grande Torino, che è nettamente la migliore squadra italiana di tutti i tempi, perché erano solo giocatori italiani. Avevano un allenatore ungherese, il primo straniero è il 17 uomo...ma gli 11 del Grande Torino, 12 volendo allargare, sono tutti italiani. Muoiono per una circostanza più o meno unica...a Torino il 4 maggio sembra che piova sempre...(...)Valentino Mazzola va dal capitano dell'aereo, di nome Meroni...e soltanto il Torino poteva avere come capitano del volo in cui termina la migliore squadra di calcio italiana di tutti i tempi che ha il nome del miglior giocatore del Torino venuto dopo, che muore investito da un auto di un neo patentato 18enne che poi diventerà il presidente del Torino...quante possibilità ci sono che qualcuno possa sceneggiare una storia così? zero, non verrebbe in mente a nessun autore. Ma con il Grande Torino è finita l'epoca in cui i calciatori erano come noi...(...) dei calciatori che non si dimenticano da dove vengono. "

Gli invidierò sempre questa lucida ed ineguagliabile capacità di raccontare lo sport attraverso i dettagli che stanno dietro o tutt'intorno, prescindendo dal singolo evento.
A volte penso a quest'uomo come al Cruijff del mondo della narrativa sportiva. 
Ed è tutto dire. 

Tra 6 giorni è qui a Torino e spero di riuscire ad andarlo a vedere dal vivo.
Mi ripagherebbe di questi due primi mesi  molto di merda del 2018.