"[...] il museo mi stava aiutando a ricordarmi la quantità vertiginosa di dettagli che un libro salva dall'inesistenza, fermandoli per sempre. Praticamente si raccontano storie, di corsa, e mentre si corre si arraffa al volo tutto quel che si può, per portarlo in salvo. Sono gigantesche orme di mondo, formate da migliaia di piccoli dettagli. (...) Poi ho pensato che non era un museo sull'amore, non bisognava sbagliarsi, al proposito. E' un museo dedicato a una certa intensità che noi umani siamo in grado di proiettare sugli oggetti: lo facciamo quando viviamo una storia d'amore, certo, ma lo facciamo un sacco di altre volte: generiamo intensità. Nella vita lo facciamo con misura, perché lì lo scopo è sopravvivere: con una certa maestria, teniamo la temperatura bassa, scivoliamo via, selezioniamo. Ma in un libro...Lì è un'altra cosa: lì ci si concede alla follia."
estratto da Le cose di Orhan Pamuk in
IL NUOVO BARNUM, 2016, A. BARICCO.
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