"Pensavo: se un adulto mangia una ciliegia marcia, non smette di mangiare le ciliegie per sempre, ma si fa furbo, e invece di buttarsela in bocca intera, la apre con un coltello, controlla l'interno e la mangia... solo i bambini, pensando che tutte le ciliegie abbiano un brutto sapore, smettono di mangiarle e di dare una possibilità ad altre ciliegie...perché pensano che tutte le ciliegie siano uguali, ed è questo che distingue i bambini dagli adulti: la maturità di poter dare un'altra occasione ad una povera ciliegia..."
(La mia Coscienza, quella con il nome e l'indirizzo diverso dal mio, sul socialcoso)
E' successo che (finalmente) è successo.
Ed era un sacco di tempo che doveva succedere, che speravo che succedesse, che volevo che succedesse, che avevo bisogno che succedesse.
Era così tanto tempo che pensavo che non sarebbe più successo. E invece è successo.
E ovviamente è stato strano, molto strano. Contraddittorio, vorrei quasi dire, ma non mi esprimo oltre perché ci sto ancora pensando e non sono sicura di quello che sto pensando.
Ovviamente ero con la persona sbagliata.(O meglio...per come la vedo io ero con la persona giusta che ha deciso di essere quella sbagliata).
Ma lo sapevo e non mi sono sorpresa più di tanto di come sono andate le cose dopo.
Tuttavia ci sono rimasta male uguale perché io sono io.
Ed io non abbandono mai me stessa. E nemmeno la mia storia e la mia vita lo fanno. Nemmeno i miei desideri e le aspettative.
E perché non è questione di essere adulti, di essere forti, di essere coinvolti o meno, di avere più o meno esperienza, di saper gestire le cose.
E' proprio questione che io non sono interessata ad essere un'alternativa, l'altra o una persona di passaggio o una compagnia senza impegni. Quindi interessarmi ad una persona (cosa che capita assai raramente) ed interessarmi ad una persona che a conti fatti non mi ricambia, implica da parte mia una serie di reazioni, che possono essere capite o meno, ma ci sono.
Ho parecchi limiti, non so parecchie cose ed evidentemente se voglio qualcuno finisco con il volerlo nel modo sbagliato.
E' anche questione che io mi ostino a credere sempre che le persone non siano quello che sembrano. E mi aggrappo alle loro parole, sperando che poi vengano seguite da un qualche fatto che sia alla loro altezza o che in qualche modo almeno non le smentisca o le contraddica totalmente.
Ma non è così. Le persone restano sempre uguali a sé stesse.
Soprattutto quelle che non sono interessate a te e vogliono tutto quello che puoi dargli, tranne che te.
Poi posso anche accettare il fatto che i momenti non coincidano, che due persone in sé non si trovino per le più svariate motivazioni o sensazioni diverse, che (nello specifico) io sono una di quelle che mette sempre le mani avanti e sfinisce e stordisce e appesantisce, che ho quella capacità di dire quello che non si dovrebbe dire nel momento in cui in assoluto non va detto.
Ma in questo momento, l' essere andata fino in fondo (che per me è una cosa rarissima e dovrebbe essere una vittoria sui miei fantasmi non indifferente) ed essermi vista negare per l'ennesima volta una possibilità, anche se posso darmi le più svariate spiegazioni accettabili, non è una cosa che mi conforta.
L'ultima immagine che ho è di una carezza in ascensore e poi il silenzio totale di questi giorni.
E di tutti quelli che devono venire.
Un vuoto enorme e una delusione infinita.
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