Il Sorpasso, 1962 dir. Dino Risi
"...poi quasi in un lampo arrivò a quell'età che, lucidala quanto vuoi, non può che essere un pallido riflesso di quel prezioso materiale che è la gioventù: compì trentacinque anni" — Francis Scott Fitzgerald, La strega rossiccia, 1921)
Per giorni, e anche per mesi, ho pensato intensamente a questa citazione di Fitzgerald e ai suoi rimandi alla realtà, soprattutto la mia; alle implicazioni della cifra (quasi) tonda che sono i 35. (non ne prendo le misure bene, a questa cosa, nemmeno adesso che sto scrivendo per la verità,ma va bene...).
Ma poi ho realizzato che io quell'età non me la sento per niente, né fisicamente, né mentalmente. E che continuare a tirare le somme ogni volta che arriva questo giorno non serve a molto, perché la mia vita alla fine va dove vuole lei il più delle volte, al di là del mio libero arbitrio decisionale.
Intanto,continuo a mimetizzarmi bene, come rispondo a tutti quelli che si sorprendono conoscendomi di persona e sapendo che non sono più una giovanottina libera e spensierata. (anche se libera e spensierata, per la verità, non lo sono proprio stata mai...).
Quindi questa mattina, svegliandomi come al solito con gli occhioni azzurri della mia gatta spalancati a darmi il buongiorno, ho deciso di dimenticarmi delle implicazioni dell'essere una trentacinquenne anomala che ancora non ha trovato un posto nel mondo.
Mi concedo di fregarmene delle mie tante tristezze, come consiglia Gassman, e sentire l'età che avrò giorno per giorno. In un'attesa, che spero non sia vana, di un'età che io senta veramente come quella più bella. In attesa di sentirmi apposto con me stessa e con tutto quello che ho intorno. Fino alla fine.
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