"MY FEARS? MY FEARS ARE THAT I WILL NOT BE THE PERSON I ONCE WAS.
THE FEAR THAT WHAT EVERYONE HAS TOLD ME, TO BE TRUE.
SOMETHING CLOSE TO I WILL NEVER BE WHAT I AM MEANT TO BE,
AND WHO I AM MEANT TO BE.
THAT THIS, ALL I BELIEVE IN.
WITH ALL MY VERY HEART AND SOUL, IS WRONG. IS A LIE. (...)"
Soprattutto durante il Natale, quando le convivenze e la divisione di taluni spazi di vita e di tempo
con determinate persone diventano inevitabili, io divento una brutta persona.
Io non mi considero una brutta persona.
Non mi spingerò a dire che sono la persona più dolce e tranquilla del mondo.
Sono permalosa e intransigente. E possiedo i difetti di un essere umano medio al completo.
Ma posso affermare con tutta l'onestà che possiedo e senza incorrere in alcuna indulgenza soggettiva,
che non sono una persona cattiva.
Non sono arrogante, non sono supponente, non sono in nessun modo prevaricante, non sono prepotente,
né intollerante. Non ho manie di onnipotenza, né sono bugiarda e ipocrita.
Cerco di non perdere mai il controllo e il senso della misura.
Non ci riesco sempre, ovviamente, ma le volte che è accaduto le conto sulle dita di una mano.
Ci sono persone meschine e intollerabili, che fanno della loro malafede una sorta di onore e vanto,
che sono obbligatoriamente comprese nella mia vita
per grado di parentela (quindi persone di cui non riesco a liberarmi perché in qualche modo inamovibili)
che, tuttavia,
hanno la capacità di far venire alla luce la parte di me più brutta e cattiva.
Una parte in cui la rabbia e gli atteggiamenti aggressivi travalicano il buon senso.
Una parte che evolve in una sorta di furia ceca che mi trasforma in una persona da biasimare,
le cui reazioni fuori controllo finiscono inevitabilmente con l' essere condannate.
Una persona che,per inciso non mi piace e che ho fatto di tutto per non diventare.
Oggi ( per l'ennesimo anno consecutivo) è stato uno di quei giorni in cui mi sono trasformata
in questa persona, senza nessun preavviso conscio che mi aiutasse a prevenirlo.
Oggi mi sono forse convinta definitivamente che il Natale non tira fuori il meglio e il buono delle persone,
soprattutto di quelle persone che diamo per scontato dovrebbero essere buone con noi,
soprattutto di quelle persone che buone in realtà non sono e migliori non vogliono nemmeno esserlo;
al contrario è un periodo breve in cui tutti i lunghi e per niente automatici sforzi
fatti da coloro che vogliono migliorare,
dimenticando le amarezze e le situazioni irrisolte del proprio passato,
vengono vanificati nel giro di un giorno o due.
Oggi ho imparato ad odiare senza riserve e a non perdonare.
E non ne sono fiera, né mi sento in pace con me stessa.
Posso solo contare le ore che mi separano dal ritorno alla mia normalità, che per forza di cose
deve tenere fuori le persone di cui sopra.
Ma quella normalità al momento mi sembra lontana e anche quando arriverà,
avrà un prezzo altissimo da pagare e sarà la soluzione meno peggio.
Ed io continuerò il mio odio silenzioso e indiscriminato del Natale anche nelle mie vite future.