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martedì 16 gennaio 2018

The Man from U.N.C.L.E., 2015, dir. G.Ritchie

Questo film è largamente sottovalutato 

mercoledì 10 gennaio 2018

di David Ehrlich

# cose che riescono a migliorarmi le nottate
# la perfezione

lunedì 18 dicembre 2017

Star wars: The Last Jedi,2017, dir. R. Johnson


C'è un momento topico, verso la fine del film, che riassume ampiamente il peso che personalmente sono disposta a concedere a questa "nuova era" del franchising ed è nello specifico (SPOILER) quando al momento del vero confronto tra Ben Solo e Skywalker, con quest'ultimo sotto il fuoco incrociato della grande ammiraglia che avrebe incenerito la qualunque, riemerge da fumo ed esplosioni, esattamente nello stesso punto, e con una mano si scrolla la polvere dalla spalla, con una espressione i cui sottotitoli immaginari erano:
"È tutto qui quello che sei capace di fare?" 

Per me è stata la scena più emozionante dell'intero film. Anzi, di entrabi i nuovi episodi VII e VIII messi insieme. Di cui mi è rimasto il minimo indispensabile.
Ricordo benissimo anche i momenti più insignificanti dela trilogia originale, ma a malapena ricordo come inizia o finisca la trilogia del prequel o questa dei sequel. 
È il gap che ovviamente il nuovo, seppur confezionato in maniera discreta, non riuscirà mai a colmare.
Non ho dubbi che si sfiorerà in qualche modo la perfezione, in questa nuova era. Ma lo spirito e l'emozione (non so se il nostro di spettatori o il loro di produttori) purtroppo non saranno minimamente comparabili.
Tutto questo sarà qualcosa....ma sarà altro.

Un granello di polvere che verrà scrollato via.

ps: giusto per essere chiari, i Porg sono di un' inutilità inenarrabile. Mentre le Volpi di Ghiaccio sono la perfezione senza se e senza ma.

domenica 8 ottobre 2017


Blade Runner 2049, 2017, dir. D. Villeneuve 

Premetto che sono una fan del  Blade Runner originale e onestamente non credo necessitasse di un sequel. 
Purtroppo il periodo passerà alla storia per la totale mancanza di originalità e soprattutto per la serializazzione della qualsiasi.   
Apprezzo Villeneuve come regista ( belli Sicario e Prisoners,ho amato Arrival nonostante ad un certo punto si perdesse...). 
Parlare di capolavoro per me è eccessivo: il primo Blade Runner resta inarrivabile e irripetibile, anche perché tutti lo hanno guardato perché c'era un immaginario ricchissimo sul Futuro da sfruttare, mentre adesso è come se non ci aspettasse più nessuna sorpresa. In questo 2049 non c'è nessuna scintilla di genio..il film è bello, in qualche modo hanno trovato la via  di legarlo strettamente all'originale attraverso una dimensione emozionale che è propria di Villeneuve, ma che apparteneva pochissimo al Ridley Scott dell'originale. Alla registrazione del colloquio tra Dekhart-Rachel ammetto di aver avuto un aussulto...Ci ho ritrovato echi di Her, ma non la stessa sensibilità emotiva,vuoi perché Ryan Gosling recita con il piglio di un imbalsamato, vuoi perché proseguendo la sceneggiatura è un po' prevedibile e forzata. 
Mi ha colpito la figura della creatrice dei ricordi e per una volta Harrison Ford è  riuscito a recitare senza dare quell'impressione di farti un favore. Certo, ucciderei chi lo ha vestito con una cazzo di t-shirt da portiere pensionato,ma vabhe. 
Detto ciò, a me è piaciuto, andrò anche a rivederlo...ma spero vivamente non me facciano un terzo episodio,ma la sospensione in cui è stato lasciato mi preoccupa.

domenica 24 settembre 2017

venerdì 15 settembre 2017


La mia Africa,1985, dir. S. Pollack

Quando capisci profondamente lei, ma ti senti inconfutabilmente lui.
Questa cosa (capacità?!?) per la quale provo sempre contemporaneamente due sensazioni diverse insieme,per qualsiasi cosa, mi ha sempre logorato la vita.

lunedì 11 settembre 2017

Il colore nascosto delle cose, 2017, dir. S. Soldini 

In questi giorni ho ricevuto notizie che cambieranno radicalmente la mia vita.
Sto cercando di non fermarmi alle apparenze e di andare oltre. So cosa mi aspetta teoricamente, ma la pratica è sempre un' altra cosa. E mi sento un po' come una cieca che deve imparare a muoversi, pur vedendoci bene.

Nel mentre che cerco di adattarmi,  mi lascio andare alla fantasia. 
Devo dire che Adriano Giannini è perfetto e riempie lo schermo come nient'altro al mondo.

lunedì 28 agosto 2017


"Qualcuno che fabbricava corde intrecciate, mi disse una volta :le corde rappresentano lo scorrere stesso del tempo.  Si torcono, s'intrecciano, a volte si sciolgono, si rompono e poi si connettono di nuovo. Questo è il tempo. "

Your Name,2016, dir. Ma.  Shinkai 

cercavo di spiegare al Lovefriend che cosa intendessi per "essere in una sorta di connessione e complicità con qualcuno" ...ragionevolmente, si diceva che è una cosa che viene approfondita nel tempo, con la quotidianità.  Ma io non intendevo quello.
Intendevo quel riconoscimento, quella sensazione che a volte, esiste anche prescindere, indifferentemente da quanto tempo conosci l 'altro.
Quella cosa che cerco.
Quella cosa che non trovo.
Quella cosa che probabilmente non troverò più. 

E poi mi sono imbattuta in questo film....avrei dovuto vederlo quando è uscito, avevo organizzato con un amico, ma abbiamo sbagliato il giorno.
Abbiamo perso l 'attimo.
Perso il tempo giusto.

Il trailer può ingannare, ma la parte centrale della storia è la cosa più bella e originale che mi sia capitato di vedere negli ultimi mesi.

lunedì 3 luglio 2017

" I've been poor my whole life, like a disease passing from generation to generation. But, not my boys. Not anymore. "
 Hell or high water,2016, dir. D. Mackenzie 

Ho visto il film qualche giorno fa, molto in ritardo sui tempi e un po' sulle mie, come mi succede sempre quando il film non l'ho scelto io ma me l'ha consigliato qualcun altro.
Si, lo so, se quel qualcun altro sei tu, dovrei fidarmi...ma come mi succede sempre quando scelgo un nuovo libro da leggere,è necessario che sia il momento giusto,lo stato d'animo esatto.
Beh, posso dire solo che i film e le storie che si portano dietro, irrompono nella mia vita con una certa prossimità di avvenimenti, sensazioni,situazioni.

Questo film è talmente puntuale nei risvolti, che quasi mi chiedo se non dovrei mettermi a rapinare banche anch'io. 
Soprattutto ora,che l 'orizzonte è di nuovo funesto. 
(ancora una volta,come una malattia che si trasmette di generazione in generazione ).

giovedì 9 marzo 2017


Logan,  2017, dir. J. Mangold

Decisamente, il migliore dei film che ci si poteva aspettare per il gran finale di un x-man.
E' struggente  e fatalista come non te lo aspetti.
E' l'immortalità che si incrina, e nelle sue crepe entra la vita con un impatto più devastante di quanto sarebbe lecito pensare, quando ad essere colpito non è un uomo qualunque, ma Wolverine.
E' l'eroe invincibile che in qualche modo ritorna uomo. 
E quell'uomo "ha la sua via tracciata, non può cambiarla".[cit. Il Cavaliere della valle solitaria]

Ovviamente il film non è perfetto, né indimenticabile. 
Se si eccettua che è l'ultimo con Jackman.
E lui si congeda con la sua più riuscita interpretazione per padronanza  e immedesimazione di quello che resta il personaggio iconico dell'universo mutante:e, un po' come Han Solo e Indiana Jones e Mad Max, nessun altro attore potrà mai eguagliarlo o sostituirlo nel nostro immaginario. 
Jackman resterà il miglior Logan di sempre, non importa chi verrà dopo.
E in qualche modo, resterà immortale per davvero.




sabato 18 febbraio 2017



Manchester by the sea, 2016, dir. K. Lonergan

Anche solo pensare di non darglielo, un Oscar, sarebbe scandaloso.

domenica 29 gennaio 2017


"Here's to the mess we make" [cit.]

La La Land, 2016, dir. D. Chazelle

avete presente quei finali che sono giusti, reali anche troppo, quelli che un po' ti spezzano il cuore...si, insomma, come succede un po' nella vita...che certi amori fanno i giri immensi e sembrano avere quel non so che di predestinato che proprio non può finire così....e poi, invece di tornare, si perdono?
Ecco. Così.


(Certamente merita tantissimo la messa in scena e la regia: l'ininterrotto citazionismo che perdura per tutto il film, rende ottimamente omaggio al genere in sé e  rende onore a Gene Kelly e Fred Astaire che ne sono stati gli indiscutibili padroni e ispiratori. 
E per sempre lo saranno senza rivali. Sorry Ryan, ci hai provato.
Certamente la chimica che esiste tra Emma Stone e Ryan Gosling sorregge grandemente l'atmosfera post-moderna del film, che diversamente e altrove, sarebbe passata credo inosservata.
Ma, infine, non lo so se sia un film da 14 nomination all'Oscar...pur contravvenendo alla regola aurea e alla ragin d'essere del genere, resta drammaturgicamente parlando, purtroppo, una spanna sotto a Moulin Rouge di Luhrmann, che per me è IL musical moderno senza se e senza ma.
E se  LA LA LAND è destinato a vincere, credo sarà per inadeguatezza del contesto).

domenica 18 dicembre 2016


Rogue One: A Stars Wars story, 2016, dir.G.Edwards

Qualcuno chiami quelli della Disney e glielo faccia vedere, così magari imparano qualcosa su come si fanno sia i prequel che i sequel.
Per quanto mi riguarda, questo li spazza tutti via ed è l'unico da poter considerare annesso alla trilogia.

giovedì 15 dicembre 2016


Captain Fantastic, 2016, dir. Matt Ross

" It's a beautiful  mistake. But a mistake." [cit.]
E' quello che afferma Ben Cash in uno dei momenti topici del film: quando, giunto all'epilogo di quello che è in qualche modo un punto di svolta della sua vita, si trova costretto a prendere coscienza che le sue convinzioni e i suoi ideali, che hanno alzato un muro quasi invalicabile tra lui e la società capitalistica del XXI° secolo, pur giuste in sé, hanno mandato in frantumi la vita di sua moglie e potrebbero pregiudicare quella dei suoi figli.

Cash ha deciso di crescere i suoi sei figli nelle foreste del nord-ovest degli Stati Uniti:niente tv, niente elettricità, niente cibo industriale, niente scuola se non gli insegnamenti accurati impartiti dai genitori; tanti libri, tanta musica, ma soprattutto tanta esplorazione, tanto esercizio fisico, caccia e agricoltura biologica. Sull'onda di una serie di utopie dichiaratamente socialiste e sfrontatamente hippie, Ben rende i suoi figli delle menti libere e presenti a sé stesse,capaci di sfoggiare una padronanza dialettica e logica che farebbe impallidire Aristotele in persona, perché nutrite di ogni tipo di nozione (tanto da riuscire a citare la costituzione a memoria e a comprenderne criticamente la sua applicazione) e addestrate a cavarsela nelle situazione più critiche e al limite. 
Ma come dirà ad un certo punto il maggiore di loro, Bodevan,"a meno che non sia scritto su un cazzo di libro, io del mondo non so assolutamente niente". Ed è infatti questo il problema più grande e pericoloso:scegliere di vivere una vita alternativa, in contrapposizione e aperta contraddizione con la società, ha portato ognuno di questi ragazzi ad una vita di reclusione, priva del contatto con i propri simili, che nel bene e nel male, permette di maturare ed evolversi e di plasmarsi come individui indipendenti dalla propria storia famigliare.

Quello di Ben è un proposito meraviglioso che,tuttavia, applicato praticamente, se pur sorretto da tutto l'amore e il desiderio di verità possibili, si rivela un atto dannoso e controproducente.E nel caso della moglie, fatale.
E' a questo punto che il film mi ha coinvolta emotivamente: quando l'uomo prende coscienza del fatto che quel tipo di vita e di ideali distruggerebbero la vita dei suoi figli, fa un passo indietro e decide che quel meraviglioso errore deve essere corretto. Nel limite del possibile.Conosco poche persone che rinuncerebbero alla loro granitica visione della vita per il bene del destino dei loro figli: è necessario un coraggio e un'abnegazione fuori misura e non sempre è una medicina presa in tempo.
E' quando Ben decide di lasciare i suoi figli nella società "normale" e tornare tra le sue foreste, che si rivela la vera onesta intellettuale del film: se vieni cresciuto con determinati valori, anche se quei valori ti portano a tutta birra verso un futuro intricato e difficile, è dura metterli in discussione e abbandonarli definitivamente senza il minimo strascico. Ben lo fa, ma alla fine sono i suoi figli che scelgono di non lasciarlo.
Ed è a questo punto, dopo un viaggio dell'intera famiglia volto a realizzare l'ultimo desiderio della madre, che la piega della loro vita prende in qualche modo una piega meno estremista e secondo me ampiamente più condivisibile. 

Questo film ha messo a dura prova la mia pazienza: l'ispirazione più tangibile è certamente Into the Wild di Sean Penn; ma al tempo, io non ho amato per niente le fondamenta ideologiche di quel film e rivederle applicate pari pari alla vita non di una singola persona, ma di una famiglia intera,fino all'ultimo dei bimbi che ha 5 anni, ammetto che mi ha fatto abbastanza imbestialire. 
Il film riesce, tuttavia, a virare verso un'ottica più gestibile e apprezzabile, e poco importa se alla fine tutto quello che resta è un paesaggio da cartolina: è stato come vedere Into the wild che incontra la Famiglia Bradford,con in sottofondo i Guns 'n Roses. Solo che nel film il papà è L'Aragorn de Il Signore degli Anelli e non Dick Van Patten.
A dirla tutta, a me è andata benissimo così.

domenica 11 dicembre 2016


E' solo la fine del mondo, 2016, Dir. Xavier Dolan

Dopo un'intera ora e mezza fatta SOLO di intensissimi primi piani (e magari anche di una fotografia meravigliosa) di quello che probabilmente è l'attore  (più) figherrimo che la cinematografica francese ha avuto dopo Alain Delon e Louis Garrel, ho solo un appunto:i traduttori del doppiaggio, cazzo, devono imparare a fare il loro lavoro, altrimenti lingua originale tutta la vita e a oltranza.
Per il resto Dolan riesce a dire tutto,ma proprio tutto, attraverso le immagini.
Per Fortuna.

venerdì 9 dicembre 2016


Animali Fantastici e dove trovarli, 2016, dir. David Yates

Ma l'ho pensato solo io che quel coso alato sembra il Cosmo Pavone di Calendar Man?

domenica 2 ottobre 2016


Quando qualche anno fa lessi della storia di questo ragazzo, ho riflettuto ad alta voce (qui) su quanto le nostre strade avessero un parallelismo, fatte ovviamente le dovute proporzioni...
E ora aspetto questo film con un misto di commozione e predestinazione, anche se non è la parola giusta da usare.
Speriamo bene.

lunedì 29 agosto 2016


" Hold your breath / Make a wish / Count to three / Come with me / and you'll be / in a world of Pure Imagination"


Gene Wilder in 
"Willy Wonka e la Fabbrica di cioccolato", 1971, dir. M.Stuart

C'è stato un tempo in cui NON odiavo il Natale e gran parte del merito va a questo film e a quel signore lì che cantava questa canzone. 
Ogni anno, ogni volta , guardando questo film il tempo si fermava ed era semplicemente  e veramente Natale. A guardarlo stasera, con fuori il temporale (che, ironicamente, mi riporta alla mente l'altro meraviglioso film interpretato da Wilder), non riesco a fare a meno di pensare, fino a quasi sentirlo materialmente, all'odore dello zucchero filato rosa, quello che chiedevo quando eravamo in giro per bancarelle con i miei, per indicare inconsapevolmente i regali che dopo qualche giorno sarebbero arrivati, il più delle volte moltiplicati di numero grazie alla nonna materna o ad una prozia. 
Sono ricordi un po' appannati, che la mia mente quasi non riesce a mettere in fila temporale esatta, ma sono sicura che sono accaduti.

Da adulta, questo film, questa canzone, quest'uomo in un frack dal colore eccessivo, hanno reso i miei Natali e la mancanza di mia madre, sopportabili. Almeno.
Nelle tarde mattine dei giorni di festa,  in cui sono riuscita ad intercettare il film, mi è capitato di ritrovare un po' dell'atmosfera ideale: e bastava seguire Willy Wonka, trattenere il respiro e esprimere un desiderio nella mia mente, facendo finta di credere che si potesse avverare in qualche modo. Come quando avevo 9 anni. Ed eccolo lì: un mondo di pura immaginazione, alternativo a quello reale, in cui le cose sono al loro posto, quello giusto, quello migliore.
Ed è capitato, ogni tanto, che riaprire gli occhi e continuare a vivere nella realtà,sia stato un po' più semplice.

Questo 2016, purtroppo, si sta prendendo ad uno ad uno tutti i ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza. 
Mi sento malinconicamente vecchia stasera...

martedì 28 giugno 2016



Sin da piccola, quando guardavo i tuoi film con papà ( e se ci penso, credo che la passione per i tuoi film sia l'unica cosa che io e mio padre abbiamo mai condiviso...), ti ho sempre creduto invincibile e un po' immortale. E lo so, che immortale non lo è nessuno, ma non ho mai seriamente pensato che prima o poi saresti mancato anche tu, che anche con i capelli bianchi e i segni del tempo sei rimasto la roccia mastodontica, così come ti vedevano i miei occhi di bimba di 6 anni.

E niente, stasera piango un po' perché la tua scomparsa si porta via un pezzo di vita grande grande.

Ed io, nonostante questi 30 anni, mi sento sempre un po' un piccolo H725, sempre certa che ci sarà un omone grande e grosso con la barba che, qualsiasi cosa accada, verrà a salvarmi.

# Ciao Roccia
# Bud Spencer

domenica 15 maggio 2016


Captain America: Civil War, 2016, dir. Russo Brothers

" I retire for what, like five minute,and it all goes to shit"  
 cit. Clint Barton / Hawkeye

La mia reazione al film è stata più o meno questa. A mia discolpa, è solo la prima visione: spero vivamente che, con una seconda, la mia faccia diventi una di queste.

Ora...io i fumetti non li ho mai letti, quindi non ho in mano la padronanza totale della materia, ma anche così non mi tornano un sacco di passaggi.
Il film è, certamente, stilisticamente il migliore tra quelli girati fino ad ora: niente da eccepire su direzione registica,montaggio e effetti. Anzi, un complimentone enorme agli stuntman, perché non fosse stato per loro, credo che la prima ora di film avrei faticato maggiormente a elaborarla da sveglia.
Un complimentone enorme anche al cast : dall'inizio alla fine, nel vortice degli avvenimenti e dell'intrecciarsi di personaggi e rimandi e anticipazioni legati al Marvel Cinematic Universe, non c'è una faccia una che sia anonima o irrilevante, di quelle che ti passano davanti per tre secondi e poi già non ha più importanza. 
Qualsiasi personaggio, per quanto secondario e dal nome confondibile, ha avuto un suo spessore e l'associazione ad un attore famoso che nessuno potrà mai dimenticare, o sovrapporre o confondere. A partire dall' Agente Ross di Martin Freeman alla Maria Stark,madre di Iron Man, di Hope Davis. Io personalmente rendo grazie per la meravigliosa presenza di William Hurt: qualsiasi ruolo affronti, è sempre sul pezzo. 
Encomio speciale va a personaggio e costume di Black Panter: aspetto anZiosa l'uscita del film sul personaggio.
Capitolo a parte meriterebbe la zia May di Marisa Tomei: in pratica qui non si tratta più di schierarsi con il Capitano o con Robertino. Chiunque, uomo o donna che sia, uscirà dalla sala con una maglietta con su scritto "TEAM ZIA MAY TUTTA LA VITA". E non sto scherzando. (Signora Tomei, mi illumini sul suo segreto di eterna giovinezza, ché io qui combatto con le rughe e di anni ne ho venti meno di lei.)

Tuttavia (e da qui qualche leggero spoiler, quindi regolatevi se continuare o meno), il mio enorme e irrevocabile pollice verso va verso il personaggio più atteso: Spiderman.
Non mi piace l'attore, il personaggio è troppo giovane e parla talmente troppo che io in confronto sembro un misantropo. Mi ha infastidito dall'inizio alla fine. Compresa la battuta su Star Wars.
E soprattutto, trovo sia deontologicamente inaccettabile che Spiderman venga schierato nella fazione di Iron Man, sorprendentemente deciso a sostenere il sistema di vigilanza sostenuto dal governo, che prima fa il cascamorto con zia May e poi  diventa una sorta di mentore e lo chiama "bimbo ragno".  C'mon, seriously?!?!?
Mi spiace, ma a me proprio il colpo di fulmine iniziale ha subito un contraccolpo uguale e contrario all'entusiasmo dimostrato da tutti.
Se possibile, ho amato ancora di più la caratterizzazione del personaggio di Capitan America e del rapporto fraterno con Bucky, che va oltre la dedizione e la lealtà: Bucky è la famiglia e non ci si tira indietro,nonostante sia il Soldato d'Inverno e nella trasposizione, venga additato come il responsabile dell'omicidio dei genitori dell'amico Stark. Anche qui, fonti accreditate, mi suggeriscono questa come una forzatura nella sceneggiatura non di poco conto, stratagemma per avere una scusa per girare I Vendicatori Segreti, ideale seguito di Civil War. Sarà così? Ai posteri l'ardua sentenza.

Nel complesso, meglio la seconda ora e mezza del film: gestita meglio e con momenti di ironia maggiori, che nei precedenti avevano più spazio e dei quali secondo me non si può far a meno per rendere il film appetibile anche a chi non mastica la materia fumettistica.