"CHI MI HA FATTO LE CARTE
MI HA CHIAMATO VINCENTE MA
LA ZINGARA E' UN TRUCCO..
E UN FUTURO INVADENTE FOSSI STATO UN PO' PIU' GIOVANE
L'AVREI DISTRUTTO CON LA FANTASIA
L'AVRAI STRACCIATO CON LA FANTASIA"
F.De Gregori,RIMMEL
"SO SHE DANCES
IN AND OUT OF THE CROWD LIKE A GLANCE
THIS ROMANCE IS FROM AFAR CALLING ME,SILENTLY"
J.Groban, SO SHE DANCES
"SO SHE DANCES
IN AND OUT OF THE CROWD LIKE A GLANCE
THIS ROMANCE IS FROM AFAR CALLING ME,SILENTLY"
J.Groban, SO SHE DANCES
Ha 12 anni suonati,ma credo possa considerarsi almeno un po' intrigante,
collegato com'è a quel lato di me irresistibilmente attratto
dagli accadimenti futuri tanto da desiderare che certe cose fantascientifiche
possano essere in qualche modo afferrabili e tangibili nella realtà.
Mi ricordo l'evento in quasi tutti i suoi particolari
(e la cosa un po' mi spaventa) ma forse è proprio questo che lo rende rimarcabile come qualcosa di inconfessabile...
Ho questo ricordo di me, 19enne trasognata,appena diplomata
e iscritta molto spintanemente a Beni Culturali.
E' il periodo di poco precedente all'incontro con il mio lovefriend storico
(ho sempre desiderato usare questa parola,prima o poi pagherò i diritti di copyright a chi l'ha inventata)
ed io,timida e malinconica di natura,sono ancora rinchiusa in un dolore personale,che spero si affievolirà con gli anni.
Dopo l'agosto del 1996 il mio tempo normale si è come fermato.
Quando ha ricominciato a scorrere,io avevo finito il liceo,
ma la verità è che non mi curavo nemmeno che fosse giovedì o domenica.
Per molto tempo credo di non aver fatto caso nemmeno al cambio delle stagioni.
Cercavo di reinventare la mia vita senza troppa convinzione
perchè ero totalmente impreparata agli eventi
e cercavo di rispondere alle aspettative nella speranza che
esssere e fare e dire cio' che mi veniva chiesto e suggerito
avrebbe reso le cose più semplici per me e per tutti.
Insomma,il momento a cui risale questo segreto
credo abbia la sua influenza sul segreto stesso:
la mia vita da adulta era appena cominciata,
ma ovviamente non è che ci faccessi molto caso.
Pensavo insistentemente al futuro.
Pu' insistentemente del solito intendo.
E forse è per questo che in quel momento
la cosa mi ha toccata più del dovuto.
E' un tardo pomeriggio di fine novembre.
La mia lezione di storia dell'arte medievale,
durata la bellezza di 3h è finalmente finita e ,
come ogni mercoledì, mi dirigo a casa di S. e M.,
amiche e compagne dei miei primissi anni di università.
Fa freddo,io percorro il viale dell'università quasi di corsa,
imbacuccata nella mia sciarpona rossa e con una borsa piena di libri.
Arrivo da loro e trovo un'atmosfera assai strana.
Non sono sole:ci sono un paio di amici che abbiamo conosciuto al
corso di Storia del cinema e c'è questa ragazza mora,con i capelli corti e neri.
Non l'ho assolutamente mai vista prima.
Forse il suo nome è Agnese,ma ora come ora potrei assolutamente sbagliarmi.
E' seduta accanto ad uno dei ragazzi e,quando entro,gli sta raccontando qualcosa.
Tutti la stanno fissando ammutoliti.
Persino la gattina di S.,un batuffolo bianco indemoniato,
normalmente impossibile da tenere a bada,
è appollaiata sulla mensola accanto al divano e la osserva rapita.
Il ragazzo è un tipo assai cinico e con i piedi per terra.
E la guarda scuotendo la testa.
Come vengo a sapere molto più tardi,
lei gli ha appena raccontato qualcosa che solo lui sa che è successa.
Gli ha parlato di un incidente stradale,da cui lui si è salvato per pura fortuna,
e del suo amico che invece non ce l'ha fatta.
E lui è lì che,basito, continua a chiederle:
"come hai fatto a saperlo?in questa stanza ci conosciamo
si e no da un paio di settimane e nessuno a parte me
poteva sapere queste cose".
Ci guarda come se,in qualche assurdo modo,
noi lo avessimo spiato e avessimo concordato uno scherzo di cattivissimo gusto.
Ma ovviamente non è così.
Questa ragazza è un amica della terza coinquilina della casa,
che tra l'altro non è nemmeno lì.
Nessuna di noi la conosce.
Io mi guardo intorno,un po' sconcertata.
S. è un po' imbarazzata dalla cosa.
M.prende in pugno la situazione e cerca di stemperare la tensione.
Ad un certo punto questa ragazza mi si avvicina e mi guarda negli occhi.
Mi prende la mano tra le sue.La accarezza e torna a fissarmi.
Poi mi dice una frase che in 12 anni non ho mai dimenticato:
"Anche se non la puoi vedere,lei è sempre vicino a te e vuole che tu lo sappia."
Di scatto mi volto verso S....
non sto parlando,ma i miei occhi stanno urlando "glielo hai detto tu di mia madre?".
Ma capisco che S. è allibita e spaesata quanto me.
Agnese ricomincia a parlarmi...
mi racconta di un futuro che in questi 12 anni
io ho cercato di cambiare e forse un po' ci sono riuscita.
Mi parla del fatto che forse non riuscirò a laurearmi
perchè deciderò di interrompere una parte dei miei studi.
Mi dice che potrei non trovare un lavoro stabile
e che per questo dovrò accontentarmi di lavoretti saltuari.
Mi parla dei miei 30 anni come se fossero dietro l'angolo.
E di quest'uomo molto più grande di me che non sarà mai mio marito,
perchè io non mi sposerò mai,mi dice seria,
ma che mi renderà la donna più felice e soddisfatta di questa terra.
Mi parla di questi due bambini che saranno i miei.
Poi si blocca,bianca come un lenzuolo,chiede un bicchiere d'acqua
ed esce dalla stanza.
Io guardo impietrita davanti a me....
c'è una luce fredda nella stanza
ed i miei occhi stanno guardano i mobili azzurri di questa cucina
piena di cose che sembrano azzurre anche loro,ma ovviamente non lo sono.
E S. che ad un certo punto mi abbraccia e mi dice
"sono solo parole,non devi crederci per forza".
Non è tanto il racconto del mio futuro che mi ha sconvolta,
quanto quello del mio passato.
Riesco solo a dire che,vero o no, avevo bisogno di sentirmelo dire.
Da quella serata di novembre sono passati più di 12 anni.
Non ne abbiamo mai più parlato
e nessuna di noi ha più incontrato quella ragazza.
Almeno che io sappia.
Ed ora ho 31 anni.
Grazie al cielo,almeno una laurea sono riuscita a conseguirla.
E per la seconda è questione semplicemente di tempo.SPERO.
Qualcosa si è avverato e qualcosa no.ANCORA.
E posso dire con estrema convinzione che, certamente,
tutto quello che è successo fino ad ora nella mia vita
è stato nè più nè meno che una conseguenza del mio agire...
o del mio non agire.
E le mie convinzioni,sebbene possa sembrare
che abbiano una sorta di patina legata a questo avvenimento,
si basano su idee radicate e reali legate alla mia crescita
e alle esperienze che ho affrontato in questi anni.
Alle esigenze che ho maturato.
Alle aspettative che ho,alcune delle quali sono ancora chiuse in un cassetto
e sono esattamente il contrario di quello che mi disse quella ragazza.(GRAZIE AL CIELO).
Tuttavia ogni tanto ci penso a questo segreto strano che fa parte dei miei ricordi.
Perchè una piccolissima parte di me,aspetta che una piccolissima parte di quel racconto sulla mia vita abbia una chance di essere vero.
ANCHE SE TUTTO QUESTO,ORA, HA IL SAPORE DELLE FANTASCEMENZE.....INCONFESSABILI