No, Lilo, non ti ho dimenticata o sostituita. Non potrà succedere mai, lo so.
E, anche se queste due hanno un po' usurpato la tua poltrona, giuro non l'ho permesso invano.
E' che ti vedo dappertutto. Continuamente. Come se non te ne fossi mai andata davvero. Ma questa casa si è come allargata, pur mantenendo la stessa metratura, gli stessi angoli ciechi, gli stessi mobili.
Soprattutto, c'è un silenzio roboante, di quelli che non vengono interrotti nemmeno da tutta la vita che c'è fuori. Mi ci sto perdendo dentro.
E l'unico modo che conosco per mitigare tutta questa disperazione che mi ha presa, è cercare di andare indefessamente avanti.
Quindi ecco queste due scricciole trovatelle che, come te, non avevano un casa. Vivevano nel bagno di una bella bionda che di mestiere fa l'insegnante di danza e le ha soprannominate Panico e Paura. Nomi mai più azzeccati di così, visto che Paura, la prima volta che mi ha vista, si è nascosta nell'incavo del bidet del suddetto bagno. Erano ospiti. Ed erano spaventate. Lo sono ancora, per la verità, ma il fatto che questa mattina finalmente si siano decise ad uscire da sotto il divano, mi fa pensare che forse lo sono un po' meno.
Non è stato come con te, amore a prima vista: tu mi hai voluto subito bene, ti sei fidata di me a scatola chiusa. Tutto il grande amore che non mi hanno dato gli esseri umani, quello che non sapevo nemmeno di meritarmi, tu ce lo avevi già lì pronto e moltiplicato per cento anni, il primo giorno che ci siamo incrociate.
Magari sarà uguale anche con loro. Vediamo come va. Ti presento Nani e Pau, piano piano.