" Hold your breath / Make a wish / Count to three / Come with me / and you'll be / in a world of Pure Imagination"
Gene Wilder in
"Willy Wonka e la Fabbrica di cioccolato", 1971, dir. M.Stuart
C'è stato un tempo in cui NON odiavo il Natale e gran parte del merito va a questo film e a quel signore lì che cantava questa canzone.
Ogni anno, ogni volta , guardando questo film il tempo si fermava ed era semplicemente e veramente Natale. A guardarlo stasera, con fuori il temporale (che, ironicamente, mi riporta alla mente l'altro meraviglioso film interpretato da Wilder), non riesco a fare a meno di pensare, fino a quasi sentirlo materialmente, all'odore dello zucchero filato rosa, quello che chiedevo quando eravamo in giro per bancarelle con i miei, per indicare inconsapevolmente i regali che dopo qualche giorno sarebbero arrivati, il più delle volte moltiplicati di numero grazie alla nonna materna o ad una prozia.
Sono ricordi un po' appannati, che la mia mente quasi non riesce a mettere in fila temporale esatta, ma sono sicura che sono accaduti.
Da adulta, questo film, questa canzone, quest'uomo in un frack dal colore eccessivo, hanno reso i miei Natali e la mancanza di mia madre, sopportabili. Almeno.
Nelle tarde mattine dei giorni di festa, in cui sono riuscita ad intercettare il film, mi è capitato di ritrovare un po' dell'atmosfera ideale: e bastava seguire Willy Wonka, trattenere il respiro e esprimere un desiderio nella mia mente, facendo finta di credere che si potesse avverare in qualche modo. Come quando avevo 9 anni. Ed eccolo lì: un mondo di pura immaginazione, alternativo a quello reale, in cui le cose sono al loro posto, quello giusto, quello migliore.
Ed è capitato, ogni tanto, che riaprire gli occhi e continuare a vivere nella realtà,sia stato un po' più semplice.
Questo 2016, purtroppo, si sta prendendo ad uno ad uno tutti i ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza.
Mi sento malinconicamente vecchia stasera...
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