" Avrei voluto essere come quelle donne leggere, che hanno sorrisi che coinvolgono, che hanno gli occhi chiari che brillano.
Quelle donne dolci, che sembrano eterne ragazzine, che parlano sottovoce, che ridono per le sciocchezze, che piangono per le canzoni d'amore.
Avrei voluto essere come quelle donne fragili, che devono essere protette,
che devono essere difese, quelle donne che ti fanno sentire forte, che ti fanno sentire uomo.
Avrei voluto essere come quelle donne che sbagliano, ma si perdonano sempre,
che dimenticano in fretta, che ti lasciano il cuore a pezzi, ma non si sentono in colpa.
Quelle donne che sono il centro del mondo, che sono le regine della festa,
quelle donne facili da amare, quelle donne semplici.
Avei voluto essere come quelle donne che parlano a chiunque di sentimenti,
che si innamorano con un bacio e smettono di amare all'improvviso, senza rimpianti.
Avrei voluto essere come quelle donne che sanno mentire,
che sanno mentire a se stesse, che sanno dimenticare,
che bevono con le amiche e tutto passa,
che ballano sotto la luna e tutto è a posto." — malafemmena
In un film che amo molto, la protagonista ad un certo punto fa una considerazione che sento molto mia: " A volte gli altri sono come uno specchio, che ci definisce e ci dice come siamo fatti. E ogni volta che rifletto capisco sempre di più che mi piaccio così come sono."
Nel film lei deve in qualche modo guarire da una delusione che le ha mandato il cuore in pezzi, ma soprattutto, capisce che se resta dov'è, non supererà il disagio, la rabbia e la solitudine che la divorano da dentro. Capisce che deve lavorare su sé stessa.
E allora parte. Lascia tutto quello che è suo, le strade e gli angoli della città che ama, i luoghi che conosce, le persone, i progetti, i sentimenti, i ricordi e i suoi punti fermi.
E attraversa nuove strade, va in nuovi posti, entra in contatto (volente o nolente) con altre persone solo per non essere quella di sempre, ma diventare altro.
Io questa cosa l'ho fatta, con i dovuti paragoni ovviamente, 8 anni fa.
Non è la stessa cosa, ma quasi.
Ho sempre creduto molto poco nei cambiamenti. Ho sempre pensato che alla fine peggioriamo o miglioriamo tratti, aspirazioni, attitudini, sfumature che sono già in noi.
E nessuno per la verità è mai riuscito materialmente a convincermi del contrario.
Non basta dire che non sono più quella che ero a 23 o 30 anni per dire che sono cambiata o maturata. La mia vita, io , siamo solo più ricchi o più vuoti di esperienze vissute o situazioni e persone attraversate. Alcune sono rimaste, altre mi hanno solo sfiorata.
Ma io, con le mie contraddizioni, con i miei desideri, con il mio "assolutismo pianificante" (come lo chiama il lovefriend dei tempi che furono) che lascia pochi margini, credo di essere stata sempre una costante.
Uguale, ma allo stesso tempo non più la stessa. Ma non credo che "cambiamento" sia la parola giusta per definire questi anni.
E ultimamente, d fronte a tutti quelli che continuano a sottolineare il fatto che " è così che vanno certe cose adesso" e " che non puoi pretendere che tutti la pensino come te" o " devi prenderla con più leggerezza", la cosa che mi si sente dire più spesso per la verità è che io sono quella che sono e non posso essere qualcos'altro per avere quello voglio.
Non ci riesco nemmeno quando ci provo e sono determinata a far svoltare la mia vita.
A volte il mio corpo si ribella senza mezzi termini e niente di quello che consciamente io attuo, mi aiuta a trovare o a tenere vicino quello di cui sento infinito bisogno.
O semplicemente a trovare un po' di pace.
Ci sono momenti in cui vorrei che la mia vita e la me stessa che la vive ( o che ci sopravvive dentro, dipende dai punti di vista), potessero venirsi incontro.
Vorrei capire che cosa significa sentirsi "leggere" ed essere una donna che prende le cose con la giusta misure e facilità.
Ma ho paura che questa cosa non succederà mai e continuerò ad essere, piuttosto, sola con me stessa. Sempre.
Cara Mokita,
RispondiEliminasembra quasi che l'accezzione di leggerezza per te sia quella più negativa che si trova nel dizionario, ma ti invito a leggere cosa scrisse Italo Calvino su lezioni americane:
"Dopo quarant'anni che scrivo fiction, dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è venuta l'ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; [...] perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto."
Questo può essere l'incipit con il quale iniziare a concepire e metabolizzare un alternativo concetto di leggerezza.
Ti direi che si va per sottrazione in quasi tutti gli ambiti della vita, snellendo i fardelli, le persone che ci ruotano intorno, persino le strutture degli edifici per arrivare alla perfezione, alla leggerezza ma anche alla stabilità più totale (che non vuol dire per forza rigidità!).
L'essere donna o no, a mio avviso non è rilevante.. chiunque ha il suo proprio personale concetto di leggerezza. L'importante è non cadere nei luoghi comuni e putroppo capita quando non ci conoscosciamo bene l'un con l'altro.
Bel blog! Ciao
in realtà non è tanto averne un'accezzione negativa la mia, né vederci una forma di difetto Forse ultimamente la vedo troppo usata come "alibi", questo sì. Ma la verità è che semplicemente non so cosa sia. Invidio molto quelli che riescono ad avere una dimensione delle cose per quelle che sono. Io sono portata per istinto e per natura a dare molta importanza alle cose in generale...a quello che sento,a quello che dico, a quello che mi dicono gli altri. Mi prendo troppo sul serio, se vogliamo proprio essere più specifici. Non è che ci penso quando succede. Succede e basta.
EliminaEd essere diversa per me è una vera e propria fatica, una costrinzione...un disagio. Ci provo, perchè le situazioni e il fatto che non sono più una bambina, lo impongono in qualche modo. Ma non posso cambiare il fatto che a me piace sentirle le cose, tutte le cose,fino in fondo...sentirle esplodere dentro ti fa sentire viva, anche se ti lascia inevitabilmente in uno stato di solitudine e incomprensione rispetto a chi hai intorno.
Grazie cmq per la citazione e le parole che hai scritto, è molto interessante e Calvino mi piace un sacco!
A presto, se avrai voglia! :)