Il 9 barrato / il paradiso / la primavera / un tuo sorriso / la mietitura / un colpo di stato / la libera uscita / Babbo Natale / le medicine / un posto al sole / la promozione / un'altra vita / il segnale orario /
L'eclissi lunare/ la coincidenza / il carnevale / un altro salario / un bel terno all'otto / una medaglia / il 27 /
La buona notte / la sesta figlia / il terzo atto / le chiavi di casa/ l'alta marea / la comunione /
un'amnistia / l'ispirazione / una sorpresa /
ed aspettare / ed aspettare / ed aspettare / ed aspettare
Ha quasi 37 anni questa canzone.Ed io ne avevo 14 anni quando un amico mi regalò il cd di quest'album.
Ma la passione per certa musica degli anni '70 è sempre stata nelle mie corde e nel mio dna.
Più del famoso "passerotto non andare via", la mia immaginazione era stata rapita
"dai giorni bagnati di pioggia" di "Doremifasol"
o dai desideri popolari per una vita migliore raccontati in "21x",
che resterà per sempre una sorta di fotografia di mio padre e delle sue fissazioni.
E poi ci sono i due minuti di "Ed aspettare",che qui ho postato.
In quest'album (che non è il mio preferito di Baglioni)
ritrovo. in qualche modo, tutto il ritmo della mia normalità di allora
e la bellezza degli autunni un po' malinconici,
quelle ore passate nel ricordo degli ultimi giorni estivi.
Quell'aspettare l'arrivo di qualcosa o di qualcuno,
i gesti, i sorrisi, i respiri profondi e qualche nodo in gola da sciogliere,
in quelli che erano i miei tranquilli angoli di mondo.
Lo scorrere, a volte privo di sussulti, a volte molto intenso, della mia vita quotidiana.
E la risacca tumultuosa dei miei sogni, e dei miei pensieri.
E nel mezzo, la grande attesa del futuro.
Questa canzone è rispuntata un po' all'improvviso nei miei pensieri,
in un momento della mia vita di adulta in cui tutto vorrei fare, tranne che aspettare.
Anche perché non è la stessa ingenua e necessaria attesa di allora.
E non so bene se sia un bene il non avere chiaro (ancora) cosa aspettarsi esattamente.
Né se ne vale la pena. Né se ho tempo per farlo.
Forse è l'incoscienza che mi fa difetto.
Se ne fossi provvista, (allora e ancora di più oggi ),
magari avrei trovato una spinta più forte e intensa per affrontare
sia la corrente dei piccoli fiumi che quelle un po' più astiose
dei grandi oceani che capita di attraversare nella vita.
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