"AMAVO I PEZZI CHE TI AVREBBERO UN GIORNO COMPOSTO,
INTERO, PERDENDO OGNI VOLTA LA SPERANZA DI TROVARTI,
RIUSCIRE A RICOMPORTI,
NON SAPENDO A QUALE INDIRIZZO SCRIVERE NEL CASO IN CUI,
ARRIVATA ALLA FINE,
NON FOSSI RIUSCITA A TROVARE IL PEZZO MANCANTE,
PER UN ERRORE DI PRODUZIONE O DI DISTRAZIONE,
PER UNA MIA MOSSA MALDESTRA".
Yellowletters.it
"Aggiungi una foto di copertina che ti rappresenti particolarmente"
mi suggeriva il socialcoso, questa mattina, al primo collegamento.
Lasciando per un momento da parte il commento sulla nuova veste grafica,
che se pur amplificando il carattere "fai-sapere-prima-dei-tuoi-amici-l'ora-in-cui-vai-in-bagno",
a me quasi quasi piace veramente, sono entrata un momento in riflessione.
Ma giusto un momento..ché tanto le foto che mi rappresentano particolarmente
potevano essere solo due: qualcosa sul cinema o qualcosa sui gatti.
Ma visto che di gatti posto, ne parlo e ne straparlo a bizzeffe,
per una volta ho deciso che la battaglia sarebbe stata vinta dal cinema.
Giusto per rimettere le cose in parità e non ridimensionare la mia altra grande
(a volte non corrisposta) passione.
In realtà la cosa mi ha dato la possibilità di dedicare un po' di tempo
ad un'operazione che volevo fare da un po',ma che presa da un sacco di altre distrazioni
ho sempre dimenticato: anche il colorato muro della mia attuale camera da letto
aveva bisogno di una sorta di "foto di copertina".
Ed ero alla ricerca di qualcosa di adatto.
L'idea era prendere una foto e farci su un mosaico con altre foto piuttosto attinenti.
Qualcosa che mi cogliesse,per così dire.
Niente di originale,giusto un modo per abbellire il mio angolo
e farmi sentire un po' più mio un posto che divido con altre 2 persone.
Il risultato sono le foto sopra...ci sono i miei idoli del passato,
Cary Grant e Audrey Hepburn in testa, qualche foto di scena, qualche improvvisazione.
Vorrei che le mattonelle fossero più visibili, spero lo siano almeno quando saranno su supporto
cartaceo, per rimandarne la bellezza di sogni di altri tempi che emanano singolarmente.
Una composizione che ricompone me, in qualche modo, e rappresenta ciò a cui mi aggrappo
spesso per trovare il mio equilibrio nello squilibrio.
E' il mio personale sviluppo metaforico di Midnight in Paris:
se potessi salire su un'automobile che mi porti indietro nel tempo,
nel bel mezzo della notte,
certamente spererei che mi facesse incrociare la strada per cui camminava Cary Grant.
O magari portarmi sul luogo del set di uno qualsiasi dei film di Hitchcock.
E non lo so se ritornerei.
Perché nella mia mente quello sarebbe il posto in cui non esistono gli errori di produzione
o le infinite mosse maldestre che rendono la realtà tutta un'altra cosa.
In ogni caso, ora sto cercando di decidere quale dei due risultati di creatività stampare...
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