venerdì 17 dicembre 2010

PER STASERA PRENDO IN PRESTITO...

"A me non mi piacciono i belli, mi piacciono gli scienziati.
Non mi piacciono i giovani, preferisco gli affranti.
Neanche gli affascinanti mi piacciono, mi annoiano. 
Tra un ricco e un povero scelgo il povero, perché può diventare ricco. 
Non mi piacciono i cattivi che fanno i buoni; invece, mi piacciono i buoni quando fanno i cattivi. 
Gli eleganti mi piacciono, soprattutto se non sanno di esserlo. 
Così gli intelligenti: mi piacciono, specie se non si spiegano perché mi piacciono
Mi piacciono gli ironici, non i comici. I cinici non mi piacciono. 
Mi piacciono quelli che il cambio dell’auto lo tengono così, non così. 
Non mi piacciono quelli che parlano quando parlo io, e nemmeno quelli che parlano quando voglio io; 
mi piacciono quelli che parlano poco, ma largo. 
Mi piacciono quelli che fanno il tè, ma male. 
Gli irosi non mi piacciono, preferisco i miti. 
Tra un mite e un offeso, preferisco l’offeso; 
tra un offeso e un severo preferisco il severo; 
tra un severo e un solitario preferisco il solitario
Non mi piacciono quelli che parlano di sesso. Mi piacciono quelli che parlano di erotismo. 
Quelli che si divertono non mi piacciono; mi piacciono quelli che non si divertono. 
Mi piacciono i cinefili, ma solo se non dicono di esserlo. 
Mi piacciono i delicati, ma mi piacciono anche gli intensi. 
Mi piacciono gli aspri, non mi piacciono gli arroganti. 
Mi piacciono gli irriverenti, non i prepotenti. 
Non mi piacciono i gelosi, ma mi piacciono i gelosi
I freddolosi non mi piacciono. 
Mi piacciono i precisi, non i pignoli. 
Mi piacciono i lavoratori che sono contro il lavoro, non il contrario. 
Mi piacciono quelli che si commuovono, ma davanti alla gentilezza, non all’offesa ricevuta. 
Mi piacciono i gentili, i nobili, e non intendo di nascita. 
Quelli che hanno i cani non mi piacciono, mi piacciono quelli che amano i gatti. 
Quelli che usano il profumo mi piacciono, se mi piace il profumo. 
Mi piacciono quelli a cui piaccio; quelli a cui non piaccio non mi piacciono. 
Mi piacciono quelli che non conosco bene. 
Mi piacciono anche quelli che conosco bene, se mi piacciono. 
Quelli che hanno più libri di me mi piacciono. 
Quelli che hanno meno libri di me anche mi piacciono, ma meno. 
Mi piacciono quelli che si chiamano con nomi maiuscoli, come Adriano. 
Quelli che si lavano mi piacciono, quelli che usano le creme no. 
Gli esperti d’arte mi piacciono poco. 
I matematici, i geografi, gli egittologi, i filologi mi piacciono. 
Non mi piacciono gli infermieri, e nemmeno i dirigenti d’azienda. 
I medici mi piacciono, ma pochi. 
I musicisti e gli scrittori anche mi piacciono, ma preferirei che non mi piacessero.
I maestri elementari mi piacciono molto, gli insegnanti di educazione tecnica non mi piacciono. 
Quelli che credono in Dio non mi piacciono. 
Mi piacciono quelli che sono migliori di me, ma a volte mi piacciono anche quelli che non lo sono. 
I bugiardi a volte mi piacciono, a volte no. 
I sinceri a volte mi piacciono, a volte non mi piacciono. 
Mi piacciono quelli che ridono, quando si deve ridere;
 non mi piacciono quelli che non ridono. 
Ma tra uno che ride sempre e uno che non ride mai meglio quello che non ride mai. 
Mi piacciono quelli che stanno zitti. 
Quelli che suonano il piano mi piacciono, quelli che suonano la chitarra non mi piacciono. 
Quelli che amano Heidegger non mi piacciono. Mi piacciono quelli che conoscono Adorno. 
Quelli che amano Benjamin mi piacciono ancora di più.
Mi piacciono quelli che si svegliano presto. 
Mi piacciono i duri, ma ci siamo capiti. 
Mi piacciono quelli che sanno dire il mio nome. 
Mi piacciono quelli che sanno stare lontani. 
Mi piacciono quelli che anche da soli nella foresta mi sanno inviare scintille. 
Mi piacciono quelli che mi chiedono se ho preso il treno."


                                                                           dal Blog  LAVORIO MENTALE
                                                                            Guida pratica per piacermi, D.R. 


Qualche volta lascio ad altri la capacità di descrivermi.
Non perchè mi ritengo una persona così scontata da poter essere
incasellata in un momento.
Semplicemente è una questione di avere una sorta di simile energia interiore.
Potrei cambiare parole,costruzione,sintassi.
Usare le parole tanto complicate che mi piacciono immensamente
nel loro suono modulato e nella loro scrittura.
Magari potrei sentire il post ancora più mio.
Ma perchè complicare cose che vanno già bene così?
Perciò...grazie a D.R. e Tumblr:
Per stasera prendo in prestito...

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