giovedì 25 ottobre 2012


"CI SONO PERSONE CHE TIRANO FUORI IL PEGGIO DI TE,
ALTRI TIRANO FUORI IL MEGLIO, 
E POI CI SONO QUELLI RARI, DAI QUALI DIVENTI DIPENDENTE,
CHE TIRANO FUORI SOLO IL PIU'."
                                                                         K. MONING


E' un periodo in cui tutte le persone che considero "le mie persone" sono lontane,
per fortuna solo fisicamente.
Amica B. è in Canada a vivere la sua avventura americana.Tornerà. Forse. Prima o poi.
I., aka la mia Coscienza, ha intrapreso la sua nuova vita di donna sposata nel nord del sud.
E anche se c'è, sempre, anche quando penso non ci sia, mi manca molto non averla intorno.
Gran parte delle compagne di avventura degli ultimi due anni torinesi vivono la loro vita altrove
o in ogni caso, la loro vita non si incrocia mai con la mia.
Rat-R., l'amico di tutta una vita, è in quel di Roma, a fare i conti anche lui con le lontananze non preventivate,
nè richieste.

Ed io sono qui. 
In una città che amo alla follia, della quale vorrei vivere tutte le sue mille e una meraviglie,
con una vita che vorrei vivere anche quella,non dico fino in fondo, ma fino a quanto basta,
perennemente alla ricerca di me stessa, di sorrisi sconosciuti, di brividi inaspettati 
e novità che comunque non arrivano a lenire, in qualche modo, la mia irrequietezza.

Nonostante il mio enorme bisogno di comunicazione e contatto,
ho realizzato proprio in questi giorni che faccio una fatica sovrumana a tollerare  le nuove conoscenze
in cui mi sono imbattuta, per fortuna o per dovere.
Questo perchè, tranne qualche rarissima eccezione, 
passato il momento iniziale di euforia e conversazione divertentistica,
non ho voglia di giustificare o spiegare il mio modo di essere
a persone che, pur conoscendomi da poco tempo,
dall'alto della loro perfetta saccenza,
non fanno altro che sottolineare quanto sono contraddittoria,
quanto sono pessimista,
quanto sono sbadata, quanti paletti metto intorno a me,
quanto sono legata al mio passato,
quanto sono logorroica, quanto sono strana,
quanto è brutta l'impressione che dò,
quanto vivo male la mia vita,
quanto sono fissata con i film,
quanto sono fifona perchè non rischio.

Intendiamoci, sono tutte cose più o meno vere,eh.
Tuttavia, per quanto io possa cercare di esercitare un minimo di autocontrollo 
sulla mia permalosità e operare un'infinita opera di sopportazione,
questo sentirmelo dire quasi ininterrottamente, 
questo volermi necessariamente salvare da me stessa,
sta tirando fuori veramente il peggio di me e
non fa altro che farmi venire ancora meno la voglia di imbastire nuove relazioni.

La verità è che tutto quello che voglio e di cui ho veramente bisogno,
è stare con persone che mi conoscono davvero e non trovano fastidiose
le mie idiosincrasie, le mie eccentricità, le mie manie, le mie passioni.
Persone con cui non devo ricominciare tutto da capo a raccontare chi e come sono
e perchè sono come sono.
Persone con cui non devo giustificarmi continuamente di essere fatta come sono fatta.
Persone con cui mi sento nell'angolo giusto della mia vita,
senza dovermi sforzare di piacere o di essere migliore di quella che sono.

Persone che tirano fuori il mio più e mi fanno sentire a posto, anche quando a posto non lo sono.

domenica 14 ottobre 2012

Del mettere i paletti...

"QUALCUNO DOVREBBE INSEGNARCI A PROTEGGERCI,
DOVE METTERE I PALETTI,
QUANDO E IN CHE MODO E' NECESSARIO ALZARE I MURI DI PROTEZIONE
CHE SERVONO A TENERCI LONTANO DALLE COSE CHE NON SAPPIAMO AFFRONTARE.
SAREBBE MENO COMPLICATO, NON TROVI?
AVERE IN TASCA DEGLI EFFETTI SPECIALI CHE CI SOCCORRONO QUANDO NE ABBIAMO BISOGNO."

                                          R.PELLICO

"NON CREDERE MAI DI ESSERE CIO' CHE POTREBBE SEMBRARE AD ALTRI
CHE CIO' CHE ERI O AVRESTI POTUTO ESSERE
NON FOSSE ALTRO CHE CIO' CHE SEI STATA SAREBBE SEMBRATO LORO ESSERE ALTRO"

                                                         ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE, L. CARROLL

" I'VE BEEN ACCUSED OF BEIG ALOOF. I'M NOT. I'M JUST WARY"

                                               P. NEWMAN



Continuo a sentirmi ripetere incessantemente e da più parti,
persino da quelle che mi conoscono veramente pochissimo e per forza di cose
hanno un'idea superficiale dei fatti della mia vita,
che sono una persona che "mette i paletti"(troppi) e che è talmente legata al suo passato
da non riuscire, di conseguenza, a vivere la sua vita con serenità.

A volte, credo, dipende dai miei toni perentori e definitivi nell'affermare le idee in cui credo, 
che nella stragrande maggioranza dei casi mi mettono nella posizione di 
non essere abbastanza convenzionale per i gusti delle persone con cui entro in contatto.
Il fatto di dire che faccio (o cerco di fare) determinate scelte in base a determinati principi finisce,
per un meccanismo  che ancora non mi risulta chiaro, 
con il perdere quella che dovrebbe essere una valenza positiva dell'atteggiamento.
E alla fine, quello che nelle mie intenzioni è darmi dei punti di riferimento, 
un modo per non perdere il controllo di me e soprattutto 
delle cose che non so come gestire emotivamente,
per proteggermi da me stessa più che dagli altri,
agli occhi delle persone è rigidità, paura, chiusura mentale.
Nel peggiore dei casi addirittura ottusità o irragionevolezza.
Sembrerebbe che io abbia un'innata capacità di porre un limite razionale
a qualsiasi cosa mi riguardi,
di erigere muraglie impenetrabili che lasciano tutto e tutti al di fuori e a distanza,
senza possibilità di andare oltre.

Ora.Io non lo so se la situazione sia veramente così "critica".
Non mi guardo dal di fuori e spesso non ho una visione così distaccata degli eventi
o dell'immagine che rimando all'esterno da potermi giudicare con acume e freddezza.
E, fondamentalmente, le persone all'esterno si perdono quella occulta e logorante guerra interna
che combatto ogni giorno per trovare una certa sicurezza di me per stare in mezzo agli altri.
Ma il punto, per me almeno, in realtà è un altro.
Come fanno gli altri ad essere al mio esatto opposto e sentirsi così profondamente a loro agio?
A non avere paletti, a riuscire a non farsi sopraffare dall'intensità delle cose,
a volte a sottovalutarne con così sorprendente disinvoltura anche  i risvolti e i rischi?
Come riescono tutti a vivere e gestire gli imprevisti con così tanta leggerezza e naturalezza, 
ad essere talmente coerenti con se stessi fino a quasi sfiorare l'ossessione,
a fidarsi ciecamente  delle proprie sensazioni e lanciarsi andare senza remore?
Come riescono tutti a lasciarsi cadere nella vita degli altri o, viceversa, 
lasciare che gli altri invadano letteralmente la propria, senza fermarsi a ragionare un momento
sulle conseguenze e sull'impatto della cosa, che sia bella o brutta,
per poi lasciarsi tutto alle spalle come se non avesse avuto alcuna influenza su quello che si
diventa per averlo vissuto, solo perché  fa parte del passato?
Come fanno tutti a scegliere senza timore o paura di fronte ad una miriade di possibilità non programmate?

Io posso ben accettare che le relazioni, che la vita in genere, non ha una brutta copia:
entri in scena senza aver mai provato, come dice Kundera, vivi ogni cosa subito 
senza essere preparato e l'unica cosa che puoi fare e trovare una tua dimensione
nel suo continuo mutare direzione, ricalcolando il percorso ogni volta che per qualche motivo
si è costretti a cambiare strada.
Solo vorrei che le persone smettessero di farla sembrare una cosa facile e divertente e indolore e naturale.
Perché semplicemente non lo è.
E ognuno ha un modo del tutto personale e non passibile di giudizio per proteggersi 
dai momenti forti con cui ci scontriamo continuamente. 
Soprattutto nel caso in cui, nel corso della vita, si sono scontrati con momenti fortissimi 
e non solo ragionevolmente forti.
Perché ognuno ha diritto di scegliere e trovare il suo modo per esserci,
ma per fare questo ha bisogno di sentirsi al sicuro.
Perché i paletti, a volte, non sono un muro o un limite, ma semplicemente buon senso e prudenza.

sabato 13 ottobre 2012

Tutto è così...

"...TUTTO E' COSI' ANCHE SE CE NE DIMENTICHIAMO E NON CI PENSIAMO
PER RIMANERE ATTIVI E PER CONTINUARE AD AGIRE SENZA SAPERE,

DECIDERE SENZA SAPERE
E PERCORRERE I PASSI AVVELENATI;

TUTTO E' COSI'
CAMMINARE PER LA STRADA SCELTA
O SALIRE SU UNA MACCHINA IL CUI CONDUCENTE CI INVITA DAL SUO SEDILE
TENENDO LA PORTIERA APERTA,
VOLARE IN AEREO O RISPONDERE AL TELEFONO, 
USCIRE PER CENA O RESTARE IN ALBERGO GUARDANDO DISTRATTAMENTE DALLA FINESTRA (...),

COMPIERE GLI ANNI E CRESCERE E CONTINUARE A COMPIERNE(...)

FARE IL GESTO DI DARE UN BACIO CHE SCATENA ALTRI BACI CHE CI  FARANNO FERMARE
E DI CUI RENDEREMO CONTO,
CHIEDERE O ACCETTARE UN LAVORO,

E STARE A VEDERE COME IL TEMPORALE SI PREPARA SENZA METTERCI AL RIPARO,
(...)
TUTTO E' COSI'
(...)
LA MIA COSCIENZA CHE BADA A QUEL CHE ACCADE E A QUEL CHE NON ACCADE,
AI FATTI E A CIO' CHE NON RIESCE,ALL'IRREVERSIBILE E ALL'IRREALIZZATO,
ALLO SCELTO E AL RIFIUTATO,
E A CIO' CHE TORNA E CHE SI PERDE, COME SE TUTTO FOSSE UGUALE:
L'ERRORE, LO SFORZO, LO SCRUPOLO, LA NERA SCHIENA DEL TEMPO...

PER QUESTO, DOMANI NELLA BATTAGLIA PENSA A ME."

                                                                           J. MARIAS


venerdì 12 ottobre 2012


Fred Astaire and Audrey Hepburn rehearsing for Funny Face (1957)


"ALL THE MISTAKES WE MADE MUST BE FACED TODAY
IT'S NOT EASY NOW KNOWING WHERE TO START...".


Premessa:
Ieri all'ora di pranzo, ad un certo punto mi sono messa a parlare da sola.
O almeno questo è quello che è sembrato. E poi sono spuntati i Queen.
E questa canzone.

Ero un po'  scossa a causa di una mattinata lavorativa di disastri concentrati.
Disastri che personalmente mi risulta esagerato chiamare tali.
Probabilmente perché la mia concezione di "disastro" è qualcosa di più irrimediabile e irresponsabile 
dell'invio di un paio di e-mail incomplete. 
Questa è ovviamente una concezione personale e soggettiva e la Sorella Stronza del mio capo, 
che mi ha urlato dietro incessantemente per tutto il giorno,
liquidando i miei tentavi di spiegazione come "scuse", 
non era ovviamente d'accordo con me.
Non c'è dubbio che evitare certe sviste è sempre meglio, se non proprio necessario.
Tuttavia credo che l'inviare 2 mail incomplete sia il minimo che possa succedere 
quando una persona ansiogena, frustrata e maleducata, ti ordina 8 cose tutte nello stesso momento 
e la tua mente fa qualche fatica a tenere tutto insieme.
Purtroppo però lavoro in uno studio di Ingegneri e Architetti, la cui natura saccente e meticolosa,
in questi sei mesi di collaborazione, ha sfiorato punte di ossessività compulsiva.
E purtroppo, l'ho imparato a mie spese, le persone saccenti non ammettono gli errori,
soprattutto quando gli errori non sono loro a farli. Ma racconterò di questo un'altra volta.


In ogni caso. 
Sopravvissuta alla difficile mattinata e giunta l'ora di pranzo,
ad un certo punto è capitato che io e D., il mio Collega Sportivone
(che, a parte la passione per la vela, di sportivo in realtà ha poco e niente)
parlassimo nello stesso momento di cose totalmente sconnesse tra loro, 
arrivando a coprire a vicenda le parole che uno diceva all'altra.
E' stata una conversazione del tipo "non parlarmi, non ti sento", 
che alla fine ha virato sulla vela e le bussole e il nostro precario senso dell'orientamento,
la cui degna (?!) conclusione è stato stabilire una volta di più che, 
oltre a parlare da sola, sto impazzendo lentamente.
"Un po' come succede in  "I'm Going Slightly Mad dei Queen".
"Si ma preferisco di gran lunga in My Defence"
"ah, già dimenticavo che tu i Queen li sentivi quando ancora erano vivi" ha chiosato ironico Lui,
tirando fuori il sorrisetto impertinente che fa di solito quando mi prende bonariamente in giro.

Perché si, effettivamente, io i Queen li ascoltavo quando ancora c'era Freddy tra noi 
e Collega Sportivone, che oggi è più alto di me, aveva appena 6 anni.
Quando le tv a colori non avevano ancora soppiantato del tutto quelle in bianco e nero.
Li ascoltavo quando avevo appena finito le medie e stavo per cominciare il ginnasio,
mentre invece tutto quello che  volevo era  iscrivermi alla Scuola d'Arte. 
Quando sono stati la colonna sonora della mia prima cotta con F., 
che dei Queen era più di un semplice fan, era un adepto.
Quando si suonava con la chitarra "Friends will be friends", quella sera che era metà aprile,
e abbiam cenato al mare a casa di S. con spaghetti scotti e senza sale, perchè eravamo tanti.
Quando mi presi una distorsione giocando a pallavolo e i miei compagni di squadra arrivarono in massa
a casa mia e passarono la giornata a prendere in giro il mio piede viola ed inerte.
Quando quella mattina, dopo il suo esame di maturità, io ed F. eravamo soli e vicini
e in "My Defence" è andata in loop almeno per due ore buone.

Era tanto che non ascoltavo quella canzone.
Ed ho pensato a tutto quello che ha significato, a quanti sentimenti contrastanti 
ci ha appiccicato la me stessa adolescente.
A quanto di me ho perso per strada e a quanto ho guadagnato,
sostituendo, sommando, sottraendo e incasinando numeri e opportunità,
scoprendo cose che già avevo dentro, ma che allora restavano chiuse
in chissà quale cassetto della mia mente. E qualcuna forse è ancora nascosta bene.
Al fatto che nonostante la mia memoria abbia spesso qualche cedimento,riesco ancora a tenere stretti pezzi di vita da raccontare semplicemente riascoltandola.E a collezionarne di nuovi.

A tutti gli errori che ho fatto e che adesso vanno affrontati.
E ancora una volta non so da dove cominciare per farlo.
Ma ci sto provando.

domenica 23 settembre 2012

Passatempo di questa domenica notte...


Cercare di ricordare e associare più titoli possibili, in attesa che arrivi il sonno dei giusti...
Bella canzone, bel montaggio, bei film ovviamente.

sabato 22 settembre 2012

"NON POSSO DIRTELO 
- MA LO SENTI- 
NE' TU PUOI DIRLO A ME."
                      
                                      E. DICKINSON


Non posso darlo per scontato, ma c'è stato un momento in cui sentivo che era così.
Ma magari vedo solo quello che voglio vedere e tralascio tutto il resto.


The Story of Film: An Odyssey



"LA MACCHINA DA PRESA E' IN MEZZO A TUTTO QUESTO(...)
UNA BUGIA PER DIRE LA VERITA'.
QUESTA E' LA REGIA, L'ARTE DI FARCI SENTIRE COME SE FOSSIMO LI'.
(...) QUESTA E' LA REGIA:CINEMA PER CREARE EMPATIA."

                                                                  Voice over, citazione da  Repubblica

Leggo che sarà in sala tra quattro giorni:due episodi a settimana per sette settimane.  
Dovrei essere coperta almeno fino al Torino Film Festival.

domenica 16 settembre 2012

Quello che sei...

"QUELLO CHE SEI
MI DISTRAE DA  QUELLO CHE DICI.
LANCI PAROLE VELOCI, PAVESATE DI RISA, 
INVITANDOMI AD ANDARE DOVE MI PORTERANNO.
NON TI PRESTO ATTENZIONE, NON LE SEGUO:
STO GUARDANDO LE LABBRA DA CUI SONO NATE.
INTANTO GUARDI LONTANO.
FISSI LO SGUARDO LAGGIU',
NON SO IN COSA, E GIA' SI PRECIPITA A CERCARLO
LA TUA ANIMA AFFILATA, COME SAETTA.
IO NON GUARDO DOVE GUARDI:
IO TI VEDO GUARDARE.
E QUANDO DESIDERI QUALCOSA
NON PENSO A QUELLO CHE VUOI
NE' L'INVIDIO: E' IL MENO.
CIO' CHE AMI OGGI, LO DESIDERI;
DOMANI LO DIMENTICHERAI PER UN NUOVO AMORE.
NO.
TI ASPETTO OLTRE QUALSIASI FINE O TERMINE
IN CIO' CHE NON DEVE SUCCEDERE.
IO RESTO NEL PURO ATTO DEL TUO DESIDERIO,
AMANDOTI.
E NON VOGLIO ALTRO CHE VEDERTI AMARE."

                                                                          P. SALINAS


sabato 1 settembre 2012

ACCADE
CHE LE AFFINITA' D'ANIMA 
NON GIUNGANO AI GESTI E ALLE PAROLE
MA RIMANGANO EFFUSE COME UN MAGNETISMO.
E' RARO MA ACCADE.

PUO' DARSI 
CHE SIA VERA SOLTANTO LA LONTANANZA,
VERO L'OBLIO, 
VERA LA FOGLIA SECCA PIU' DEL FRESCO GERMOGLIO.
TANTO E ALTRO PUO' DARSI.

COMPRENDO
LA TUA CAPARBIA VOLONTA' DI ESSERE SEMPRE ASSENTE
PERCHE' SOLO COSI' SI MANIFESTA LA TUA MAGIA.
INNUMERI LE ASTUZIE CHE INTENDO.

INSISTO 
NEL RICERCARTI NEL FUSCELLO E MAI NELL'ALBERO SPIEGATO,
MAI NEL PIENO, SEMPRE NEL VUOTO:
IN QUELLO CHE ANCHE AL TRAPANO RESISTE.

ERA O NON ERA LA VOLONTA' DEI NUMI
CHE PRESIDIANO IL TUO LONTANO FOCOLARE,
STRANI MULTIFORMI MULTANIMI ANIMALI DOMESTICI; 
FORS'ERA COSI' COME MI PAREVA O NON ERA.

IGNORO
SE LA MIA ESISTENZA APPAGA IL TUO DESTINO,
SE LA TUA COLMA IL MIO CHE NE TRABOCCA,
SE L'INNOCENZA E' UNA COLPA OPPURE
SI COGLIE SULLA SOGLIA DEI TUOI LARI.
DI ME, DI TE TUTTO CONOSCO,
TUTTO IGNORO.

                                                                     E. MONTALE

Quel momento in cui mi accorgo di essere entrata in un meccanismo affettivo sempre più avulso di concretezza,
senza avere una chiara, pratica e razionale idea di come uscirne.
Cerco di non perdermi di vista, come un adulto fa con un bambino.
Cerco di non infilarmi nelle cose per il gusto di farlo, soprattutto quando so che non porteranno niente di buono.
Ma ultimamente ci sono dei momenti in cui il mio buon senso sembra annebbiato 
dalla mia scarsa capacità di cogliere il nocciolo della questione e sono sempre nella situazione 
di essere colta pericolosamente alla sprovvista dalle mie stesse sensazioni.
Forse questi sono gli effetti della solitudine prolungata,
del vivere per tanto tempo nel sogno di qualcosa, nella speranza di qualcuno:
scorgo proiezioni di quello di cui ho bisogno negli occhi di chi si è imbattuto nella mia vita e
comincio a provare cose inspiegabili per persone che non possono sostenerne il peso.
Persone che, spesso, non sono quello di cui ho veramente bisogno.
Continuo a cercare e a non trovare.
Mentre forse dovrei solo aspettare di essere raggiunta e capita.