" - IL TEMPO NON AIUTA.
- DOVREBBE?
- TUTTI DICONO CHE AIUTA...
- BEH, CHI LO DICE NON CAPISCE NIENTE. IL TEMPO E' CRUDELE, CI PUNISCE. E' L'UNITA DI MISURA DELLA CONDANNA, PERCHE' DOVREBBE FACILITARE LE COSE?"
Sono giorni un po' soffocanti.
E' come se fossi sconquassata, attraversata da una certa elettricità che non mi fa respirare, che rende incerte tutte le mie azioni, che mi fa pensare mille cose tutte insieme, tutto e il contrario di tutto. Uno sconquasso che mi porta un incedere disordinato, distratto, che mi fa venire un nodo alla gola più spesso di quanto sia lecito.
Rileggo libri del mio passato, che ho molto amato e che sono un po' una coperta di Linus, sperando di ritrovare un po' di equilibrio. Ho nostalgia di un tempo remoto che, a conti fatti, non è stato clemente nei mei confronti: un tempo pieno di aspettative frustrate, di scelte che non posso più cambiare, di perdite costanti e insicurezze mai sanate, che mi hanno portato dove sono ora.
Non ho nostalgia delle persone o dei fatti in sé. Sono ben contenta che alcune persone siano uscite dalla mia vita perché erano foriere di rapporti tossici, sbagliati, stonati, privi di senso, che non mi hanno migliorata come persona, ma hanno solo rafforzato i muri e quella corazza che mi trascino ovunque vado.
Ho nostalgia del futuro che vedevo davanti a me. E delle parole nuove che speravo portasse con sé.
A dispetto di me stessa, e di tutte quelle persone e quei fatti che mi appesantivano la vita, ho sempre pensato che prima o poi, sarebbe arrivato un "capovolgimento di fronte". A me le cose, pure quelle semplici, che scandiscono una vita normale e capitano un po' a tutti, sono sempre successe con enorme ritardo. Ma sul "capovolgimento di fronte" che, in qualche modo, mi avrebbe salvato da quel presente variegato, incerto e un po' umiliante, che è stato la mia gioventù, ci ho sempre contato. Niente di cinematografico, solo qualcosa che non mi facesse sentire sempre fuori posto e irrisolta. Il futuro, appunto.
Solo che è un futuro che si è avverato in un modo tutto suo e che mi ha lasciata indietro.
E che, sento, non cambierà più niente.
Certo, ha messo qualcosa a posto, per fortuna. Ha calmato le onde alte di un mare incazzato che più volte, nel corso degli anni, ha rischiato di travolgermi definitivamente. Meglio tardi che mai, bisogna dirlo. Ma ha portato con sé un tempo lento, piatto, che mi costringe a contare gli attimi di una solitudine fuori misura, alle prese con un silenzio malmostoso in cui mi muovo per inerzia, come una condannata.
So che mi abituerò anche a questo stato di cose, prima o poi. Ma per ora sono giorni un po' soffocanti. E lo scrivo, come al solito, qui, per liberarmene.