Oggi sono 27 anni dalla morte di mia madre, ma per me è come se fosse successo ieri. Aveva solo 46 anni, la stessa età a cui mi sto avvicinando io ora, ed allora io ne avevo appena 17.
Che poi sarebbe oggi.
Continuo con la mia vita, perché è più forte, anche se so che l'altra vita, quella con lei presente, sarebbe certamente stata diversa. Io sarei stata diverse. E avrei avuto ricordi diversi a cui aggrapparmi, una volta venuto il momento.
Prendo le mie decisioni, inciampo nei giri immensi di ogni conseguenza, subisco le parole di chi non ci è mai passato e non può capire che significa, non può capire l'impatto (innaturale) della cosa. Di cosa si ferma, si spacca, crolla in una vita qualunque (ho sempre saputo bene che non sono la prima e non sarò nemmeno l'ultima, come mi ripeteva spesso la sorella minore di mia madre per costringermi ad accettare) per non ripartire più, o ripartire monco, come se ti mancasse un braccio o una gamba. Di cosa non avverrà mai. Della mancanza che invece di diminuire con gli anni, aumenta. Dei consigli che non puoi chiedere, dei pensieri che restano taciuti perché incompresi da chiunque o interpretati.
Ricordo chi c'era e stava con me.
Ma è sempre come se fosse successo ieri. Che poi sarebbe oggi.
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