lunedì 16 marzo 2020


Torino




Lecce

Nell'Anno Domini 2020, L'Italia, da nord a sud, è un quadro di De Chirico in cui riecheggia il silenzio. 
Mi immagino anche qualche scena alla Hopper, un tempo immobile, oltre che silenzioso, fatto di attesa.
Ai più non piace. Se leggiamo un qualsiasi post o articolo di giornale, i termini descrittivi che ricorrono più spesso sono straziante, spettrale, desolata. 
Io non riesco a fare a meno, invece, di pensare che le nostre città,  finalmente, stanno respirando.
semmai, trovo uno strazio tutta questa continua ricerca del suono. Non disprezzo la musica, né il gesto in sé. 
Trovo semplicemente che non abbiamo sopportazione a prescindere: siamo in quarantena effettiva da quanto? 3-4 giorni? non sono passati nemmeno 10 giorni che subito tutti sentono la necessità impellente di cantare sul balcone.
Come dicevo, non critico il gesto in sé, ma sono convinta che c'è gente che da sola con sé stessa non è capace di stare."Sopportare" non è un verbo positivo, ma tutti dovremmo essere in grado di corrisponderne al significato,  ma un po' di volontà per superarlo ci vuole anche. 
Bisogna essere forti, un po' come la Terra:
con una forza uguale e contraria alla nostra, la Terra sta trovando il modo di salvarsi da sola. 
Una maniera chirurgica e mirata. Basterebbe accettarlo e magari cercare di ricordarsene, quando tutto questo sarà finito.

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