Qua si sposano norma e rischio,qua il sole sorge ogni notte...
venerdì 30 dicembre 2016
The DNA Jouney,2016
Niente, certamente la metà di loro sono attori e magari la storia è anche fatta ad hoc per una pubblicità, ma io tutte le volte, tutte, giuro, mi commuovo fino alle lacrime come se fosse la prima volta che lo vedo.
E si, penso che sarebbe necessario e obbligatorio avere una conoscenza delle nostre origini. Aiuterebbe le nostre convinzioni ad essere più equilibrate rispetto a chi ci è immediatamente vicino o chi è agli antipodi.
mercoledì 28 dicembre 2016
Danae di G.Klimt
fotografia di Inge Prader, 2016
domenica 25 dicembre 2016
Natale a Casa Cupiello, 1931, dir. E. De Filippo
Un pensiero va sempre agli occhi belli del nonno, chè è l'unica cosa a cui mi fa pensare adesso il 24 dicembre.
domenica 18 dicembre 2016
Rogue One: A Stars Wars story, 2016, dir.G.Edwards
Qualcuno chiami quelli della Disney e glielo faccia vedere, così magari imparano qualcosa su come si fanno sia i prequel che i sequel.
Per quanto mi riguarda, questo li spazza tutti via ed è l'unico da poter considerare annesso alla trilogia.
giovedì 15 dicembre 2016
Captain Fantastic, 2016, dir. Matt Ross
" It's a beautiful mistake. But a mistake." [cit.]
E' quello che afferma Ben Cash in uno dei momenti topici del film: quando, giunto all'epilogo di quello che è in qualche modo un punto di svolta della sua vita, si trova costretto a prendere coscienza che le sue convinzioni e i suoi ideali, che hanno alzato un muro quasi invalicabile tra lui e la società capitalistica del XXI°secolo, pur giuste in sé, hanno mandato in frantumi la vita di sua moglie e potrebbero pregiudicare quella dei suoi figli.
Cash ha deciso di crescere i suoi sei figli nelle foreste del nord-ovest degli Stati Uniti:niente tv, niente elettricità, niente cibo industriale, niente scuola se non gli insegnamenti accurati impartiti dai genitori; tanti libri, tanta musica, ma soprattutto tanta esplorazione, tanto esercizio fisico, caccia e agricoltura biologica. Sull'onda di una serie di utopie dichiaratamente socialiste e sfrontatamente hippie, Ben rende i suoi figli delle menti libere e presenti a sé stesse,capaci di sfoggiare una padronanza dialettica e logica che farebbe impallidire Aristotele in persona, perché nutrite di ogni tipo di nozione (tanto da riuscire a citare la costituzione a memoria e a comprenderne criticamente la sua applicazione) e addestrate a cavarsela nelle situazione più critiche e al limite.
Ma come dirà ad un certo punto il maggiore di loro, Bodevan,"a meno che non sia scritto su un cazzo di libro, io del mondo non so assolutamente niente". Ed è infatti questo il problema più grande e pericoloso:scegliere di vivere una vita alternativa, in contrapposizione e aperta contraddizione con la società, ha portato ognuno di questi ragazzi ad una vita di reclusione, priva del contatto con i propri simili, che nel bene e nel male, permette di maturare ed evolversi e di plasmarsi come individui indipendenti dalla propria storia famigliare.
Quello di Ben è un proposito meraviglioso che,tuttavia, applicato praticamente, se pur sorretto da tutto l'amore e il desiderio di verità possibili, si rivela un atto dannoso e controproducente.E nel caso della moglie, fatale.
E' a questo punto che il film mi ha coinvolta emotivamente: quando l'uomo prende coscienza del fatto che quel tipo di vita e di ideali distruggerebbero la vita dei suoi figli, fa un passo indietro e decide che quel meraviglioso errore deve essere corretto. Nel limite del possibile.Conosco poche persone che rinuncerebbero alla loro granitica visione della vita per il bene del destino dei loro figli: è necessario un coraggio e un'abnegazione fuori misura e non sempre è una medicina presa in tempo.
E' quando Ben decide di lasciare i suoi figli nella società "normale" e tornare tra le sue foreste, che si rivela la vera onesta intellettuale del film: se vieni cresciuto con determinati valori, anche se quei valori ti portano a tutta birra verso un futuro intricato e difficile, è dura metterli in discussione e abbandonarli definitivamente senza il minimo strascico. Ben lo fa, ma alla fine sono i suoi figli che scelgono di non lasciarlo.
Ed è a questo punto, dopo un viaggio dell'intera famiglia volto a realizzare l'ultimo desiderio della madre, che la piega della loro vita prende in qualche modo una piega meno estremista e secondo me ampiamente più condivisibile.
Questo film ha messo a dura prova la mia pazienza: l'ispirazione più tangibile è certamente Into the Wild di Sean Penn; ma al tempo, io non ho amato per niente le fondamenta ideologiche di quel film e rivederle applicate pari pari alla vita non di una singola persona, ma di una famiglia intera,fino all'ultimo dei bimbi che ha 5 anni, ammetto che mi ha fatto abbastanza imbestialire.
Il film riesce, tuttavia, a virare verso un'ottica più gestibile e apprezzabile, e poco importa se alla fine tutto quello che resta è un paesaggio da cartolina: è stato come vedere Into the wild che incontra la Famiglia Bradford,con in sottofondo i Guns 'n Roses. Solo che nel film il papà è L'Aragorn de Il Signore degli Anelli e non Dick Van Patten.
A dirla tutta, a me è andata benissimo così.
martedì 13 dicembre 2016
E' convinzione comune ed inossidabile, un po' per tutti quelli che mi conoscono,che io sia una persona difficile. In generale.
Difficile da prendere. Difficile da accettare. Difficile da accontentare, sopratutto.
Difficile da sopportare.
Eppure, quando meno me lo aspetto, c'è sempre qualcuno che riesce a rendermi un po' di giustizia.
Qualcuno che capisce che basta regalarmi una tessera con cui comprare del gelato e mi piace persino il Natale.
Il guaio, con le persone che di me capiscono un po' tutto, o quanto meno mi capiscono davvero, è che vivono sempre lontane.
Chiudo con un ultima, semplice considerazione: gli uomini dovrebbero imparare dalla mia amica Elena....ed ho detto tutto.
domenica 11 dicembre 2016
E' solo la fine del mondo, 2016, Dir. Xavier Dolan
Dopo un'intera ora e mezza fatta SOLO di intensissimi primi piani (e magari anche di una fotografia meravigliosa) di quello che probabilmente è l'attore (più) figherrimo che la cinematografica francese ha avuto dopo Alain Delon e Louis Garrel, ho solo un appunto:i traduttori del doppiaggio, cazzo, devono imparare a fare il loro lavoro, altrimenti lingua originale tutta la vita e a oltranza.
Per il resto Dolan riesce a dire tutto,ma proprio tutto, attraverso le immagini.
Per Fortuna.
venerdì 9 dicembre 2016
Animali Fantastici e dove trovarli, 2016, dir. David Yates
Ma l'ho pensato solo io che quel coso alato sembra il Cosmo Pavone di Calendar Man?