" La sera prima, dissi a Rachel che venisse a ballare, al Great Falls, ma lei non volle, disse che aveva troppa paura. Non ho paura del salto, mi disse, non ho paura di morire, ho paura di stare là dentro. Non vada a dirlo a quei due, mi disse, ma io di stare chiusa in quella botte ho un terrore micidiale. Impazzirò là dentro, mi disse. Non pensarci dai, vieni a ballare, le ripetei. Non riesco a non pensare al buio là dentro, mi disse. Allora semplicemente la presi tra le mie braccia e la tenni stretta, io che non sono mai stata capace di tenerezza. Quel che avrei potuto dirle, per aiutarla, l'ho capito solo più tardi ripensando a quel giorno, al suo salto, alla sua follia. Le avrei dovuto dire che tanti saltano nello stesso modo via dalla loro vita, oltre se stessi, rischiando tutto per sentirsi davvero vivi. Avrei dovuto dirle che tutti lo fanno chiusi nelle loro paure, chiusi dentro la botte mefitica delle loro paure. Un posto piccolissimo, molto nero, dove sei solo, e fai fatica a respirare. Non c'è nulla che si possa fare per cambiare le cose e già si è fortunati se qualcuno ha avuto per noi l'attenzione di mettere una piccola musica, là dentro; o se capita di avere un'amico ad aspettarci in un'ansa del fiume per riportarci a casa, in una qualche casa. Questo, le avrei dovuto dire. Invece solo la strinsi fra le mie braccia, e non fui capace di dire niente. Piccola Rachel...davvero si sarebbe meritata un giorno di gloria, lei e quegli altri due matti, sa il cielo come mi mancano. Ma non è andata così, spesso non va così. Si semina, si raccoglie, e non c'è nesso tra una cosa e l'altra. Ti insegnano che c'è,ma...non so, io non l'ho mai visto. Accade di seminare, accade di raccogliere, tutto lì. Per questo la saggezza è un rito inutile e la tristezza un sentimento inesatto, sempre. Seminammo con cura, tutti, quella volta, seminammo immaginazione, e follia e talento. Ecco cosa abbiamo raccolto, un frutto ambiguo: la luce bella di un ricordo e il privilegio di una commozione che per sempre ci renderà eleganti, e misteriosi. Voglia il cielo che questo basti a salvarci, per tutto il tempo che ci sarà dato, ancora."
A. Baricco, Smith&Wesson, pag.98, Feltrinelli,2014
Ho comprato questo libro alla Feltrinelli di Porta Nuova, questo venerdì mattina che ero sotto la pioggia di Torino e avevo bisogno di non pensare che mi sentivo sola. Le librerie sono il mio rifugio ogni volta che mi sento così.
E i libri di Baricco toccano sempre il punto più intimo di tutti i miei nervi scoperti, quelli che mi sforzo male di nascondere, ma si vedono uguale e troppo.
I libri di Baricco per me sono sempre un evento, una finestra che si apre su me stessa, anche quelli brevissimi come questo, che è più un racconto da bersi tutto d'un fiato, ad una velocità inconsuenta, sperando che non ti si stringa il cuore nel mente.
Anche se il cuore ti si stringe ugualmente, quando arrivi alla fine.
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