"[...] CHE RUMORE FA LA FELICITA'
MENTRE I SOGNI DI DISSOLVONO E GLI INVERNI SI ACCAVALLANO
QUANTI SPILLI SULLA PELLE DENTRO IL PETTO SULLE SPALLE, [...]
MENTRE IL SENSO DELLE COSE MUTA E OGNI SICUREZZA E' ORMAI SCADUTA
APPASSISCE LENTAMENTE LA COSCIENZA DELLA GENTE.
CHE RUMORE FA LA FELICITA'.
CHE SAPORE HA, QUANDO ARRIVERA' SOPRA I CIELI GRIGI DELLE CITTA'
CHE FINGONO DI ESSERE RIFUGIO PER LE ANIME."
NEGRITA
"NON TUTTO QUELLO CHE VACILLA, CADE"
M.E. DE MONTAIGNE
Questa volta avevo seriamente paura.
Pensavo di essere arrivata alla fine.
Che dopo tutto il vacillare degli ultimi mesi,
alla fine non sarei stata in grado di poter andare oltre.
Il solo pensiero di perdere questa città e
quel poco di equilibrio che qui sono riuscita a trovare,
mi svuotava in ogni senso.
Ed io, poi, in ogni mio sentire sono sempre abbastanza eccessiva:
quando il destino mi prende di mira con più intensità del solito,
quando la mia vita sembra la fonte di ispirazione o il test di collaudo per le leggi di Murphy,
mi lascio attraversare da pensieri che più opachi non si può,
di quelli che aumentano esponenzialmente l'irritabilità e il senso del dramma.
E la mia immensa fragilità (quella in cui ho sempre il terrore di annegare, una volta o l'altra).
Ma poi, in qualche modo,le coincidenze della vita trovano il modo
di farci finire esattamente dove abbiamo bisogno di essere.
A volte, è come se i fatti della vita si rimodulassero dà sè,
per darci una possibilità, anche quando i nostri progetti e gli obiettivi originari,
così come li avevamo immaginati, non riusciamo proprio a raggiungerli.
Anche quando vogliamo tutto e ci dobbiamo sempre accontentare di qualcosa.
Mi piace pensare che questo sabato,
quando ho avuto la possibilità di fare un colloquio di lavoro importante,
che portava su di sè il peso di tutto il mio futuro prossimo,
sia andata così.
E penso alla voce del mio nuovo capo che mi dice
"mi dispiace non poterle offrire di più,ma se accetta,per me è assunta";
a tutti i rumori di Corso Duca degli Abruzzi, che mi hanno investita una volta uscita
dal palazzo che da maggio sarà il mio nuovo ufficio;
al rumore dei miei stivali sul marciapiede, quelli per cui mio padre mi rimprovera sempre
perchè sono rumorosi più dell'accettabile,
mentre per mezz'ora ho fatto avanti e indietro per la strada sbagliata,
tanto ero frastornata e contenta;
alla voce di I. che accoglieva la notizia contenta, a chilometri da qui,
e all'abbraccio di B. in stazione, un paio di ore dopo.
Forse la felicità a volte può associarsi ai suoni o ai rumori più strani.
Questi sono i miei.
..l'hai descritto così bene, che il rumore è arrivato fin qui..! Sono molto felice anche io per te.:)
RispondiEliminagrazie!speriamo solo non smetta di far rumore troppo presto! :)
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