" Molte cose, anche, compaiono dal nulla: pezzi di campo che non c'erano, salti di tempo che non conoscevi, angoli che non risultavano in nessuna geometria. Questa è una cosa che adoro dei grandi. quando dribbla Messi, ad esempio, tu percepisci nitidamente la sparizione in lui di un pezzetto di tempo: lui lo deglutisce e quello sparisce proprio. Se ti capita di nascere in quell'istante, non nasci, secondo me. E' un battito mancante, lo stesso che divide eternamente Bob Dylan dal tempo giusto di una canzone e Céline dalla frase che un altro avrebbe scritto e lui invece accartocciava. Rubano un tempo, non so se mi spiego. Altri, il tempo, lo dilatano: Michael Jordan che rimane in aria, le frasi fluviali di Conrad, le melodie di Bellini. Tutta gente per cui il creato é una cosa ancora da finire: per noi é la regola invalicabile del gioco. Per noi se una cosa é solida, é solifa: non scriviamo versi liquidi come Petrarca; se é imprendibile, é imprendibile: non facciamo diventare la luce qualcosa di toccabile, come i quadri di Hopper. Va Cosi' "
A. BARICCO, The Catcher, Essere Roger Federer
Non amo il tennis. Il più delle volte lo trovo noioso, eccessivamente lungo; in qualche caso eccessivamente logorante (per me), faticoso senza una ragione (per loro che giocano). Ovviamente, in quanto appassionata di sport, sono al corrente di chi sia Federer e del fatto che con la sua ultima vittoria a Wimbledon di qualche giorno fa, sia entrato nella storia. Come Jordan. Come Messi. Come Hopper.
Eppure finché Baricco non gli ha dedicato un pensiero, anzi una elegia vera e propria, descrivendo ancora una volta con esattezza l'esattezza del gioco, del giocatore e del torneo nello specifico, a me non ha fatto nessun particolare effetto.
Le parole di Baricco, in compenso, mi hanno resa estatica. Se un tempo e un battito sono mancati per un istante, é perché anche lui riesce con una grazia tutta sua a dilatare questo tempo e questo battito, nella mia giornata.
Va Cosi'.
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