domenica 23 ottobre 2016

Far away from where I come..falling feels like home


" Waiting for the Fall...Prima di perderti di nuovo, dai uno sguardo alle istruzioni...
Spread the words like wings I'm gone
far away from where I come
Falling feels like home..."

J.Savoretti feat Zibba, FALL

Torino - Sarzana - Viareggio - Livorno - Cecina - Lucca - Capannori - Empoli - Scandicci - Impruneta - Firenze - Borgo San Lorenzo (Barberino del Mugello) - Prato - Quarrata - Pistoia - Carrara - La Spezia - Rapallo - Torino.

1172,8 Km, sulla carta. Nella realtà, sono stati decisamente di più.
4 giorni, 6 ore e 53 minuti.

Il mio Autunno è cominciato con una Tournée.
(Chè detta così sembra sia partita con una band e i groupie al seguito, ma no, niente a che vedere con la musica.)
E invece ho girato il nord della Toscana e un po' di Liguria per lavoro, per incontrare clienti, per prendere ordini.
Il tutto per la prima volta e con poche istruzioni di base.

Ho guidato. E guidato e guidato e guidato, per la maggior parte del tempo.
Il navigatore mi ha fatto letteralmente impazzire: tra il segnale che andava e veniva e scompariva del tutto nel bel mezzo di rotonde che non sapevo dove conducessero esattamente; o in stradine di piccoli paeselli sperduti nel nulla dell'appennino tosco-emiliano, mentre girovagavo sotto la pioggia battente; e infiniti pezzi di autostrade interrotte che mi costringevano a modificare la rotta.

Ho guidato e guidato e, per fortuna, il paesaggio intorno era meraviglioso. Talmente meraviglioso che, credo per la prima volta in vita mia, perdermi non mi ha messo l'ansia né mi ha fatto paura.

Viareggio è stato il luogo più cinematografico in assoluto, anche se come location di cinematografico in realtà ha ben poco, tranne forse il Burlamacco: arrivo sul lungo mare per l'ora di pranzo e decido di consumare uno spuntino al volo in spiaggia. Ad un certo punto ho avuto la netta sensazione di essere negli anni '60 e che Jerry Calà sarebbe spuntato in vespetta cantando " per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare" e che sarebbe stato inseguito dal famoso bagnino toscano che gli urlava dietro "maremma maiala!".
Niente, è scattato il momento "Sapore di Mare - Il sequel, 30 anni dopo" nonostante si fosse in ottobre. Fosse partito in sottofondo Gino Paoli che cantava Sapore di Mare, il trailer sarebbe stato perfetto.


A Livorno ci sono arrivata di sera e l'ho trovata bella e un po' strana con tutte queste stradine intricate e canali che si intersecano. Io ero un po' spersa, mentre cercavo il mio albergo, ed un ragazzo, volendo a tutti i costi aiutarmi (o quello o ci voleva provare...) perché deve essersi goduto la scena di me che per cinque minuti giro letteralmente (non sto scherzando, l'ho fatto davvero) su me stessa quattro volte per capire in quale direzione dovessi andare, mi ha colto di sorpresa e un po' spaventata. 
E,alla fine, l'albergo era solo dall'altra parte della strada.



Perdersi a Lucca (ahimè, quando il cellulare muore e tu non ti ricordi dove hai parcheggiato la macchina,in una città che non conosci e non hai una cartina della città, beh, CAPITA) è stato bellissimo: attraversare le mura di questa città fortificata è come fare un salto nel tempo, lasciandoti alle spalle il 2016 e ritrovandoti in un 1400 un po' distopico, ma solo per via del numero sconsiderato di negozi di vestiti che invadono praticamente tutte le vie. Ma è solo un momento, girato il primo angolo, non ci fai quasi più caso. Ed io ho deciso che, semmai un giorno deciderò di lasciare a Torino, questa è la città dove voglio vivere. Punto.



Per arrivare ad Empoli ci ho messo secoli,sotto l'acqua battente di un mercoledì notte in cui mi aveva abbandonato il segnale di navigatore e telefono. Ricordo solo l'acqua del temporale e il buio delle stradine. In compenso, ho riso un sacco quando sono arrivata in albergo ed ho scoperto il bagno nell'armadio. I misteri del design di interni.

Di Firenze sembrava destino vedessi solo i cantieri, la zona industriale e che ricordassi in avvenire solo i 12 autovelox, uno di seguito all'altro, che mi hanno impedito di andare a più di 40 km orari per 22Km. Tuttavia, quando sono arrivata in serata a Prato, dopo un'ora e mezza passata nel traffico, trovando la città di un'ordinarietà assurda ho fatto una pazzia: alle 22.30 della sera, nonostante la stanchezza, mi son rimessa in autostrada e sono andata a far visita a Palazzo Vecchio e due passi sul famoso Ponte. Si, sono andata anche a salutare Dante a Santa Croce, ché anche se non mi è mai stato simpatico, un saluto se lo meritava.
Vorrei solo dire: Bellissimi,eh. Ma non me ne vogliano i Fiorenti, a parte il centro, Firenze non vale un solo angolo di Torino.








La strada più lunga, ma in assoluto la più bella da godersi è stata quella per raggiungere Borgo San Lorenzo, nei pressi del più famoso Barberino del Mugello.
Di strada ho costeggiato il meraviglioso Lago di Bilancino ed era così bello che non ci credevo: l'unica cosa che mi ha impedito di fermarmi e fare una foto del tramonto è stato il fatto che ero su una strada provinciale totalmente priva di piazzole di sosta. Roba da fare causa all'ente responsabile della viabilità perché impedire i selfie in un posto del genere è un crimine nei confronti del turista e dell'umanità tutta.
Ho lasciato il posto con un solo rimpianto, che ovviamente non è stato il fatto di aver fatto più di un'ora di strada e non aver ottenuto nemmeno un ordine dal cliente.

Di Carrara ricordo solo il caldo: 25°il 21 di ottobre, in pieno autunno, è una cosa che non si dovrebbe nemmeno raccontare.

Il mio viaggio si è concluso alle 22 di un venerdì sera, dopo un'ora di traffico per entrare ed uscire da Rapallo ( e pensare che il mio istinto voleva portarmi a Portofino fin dall'inizio...e lì non so come sarebbe finita, lo ammetto) e dopo due ore di coda per un incidente sulla A7 all'altezza di Genova.
L'unico momento di panico che ho avuto è quando il contante che serviva per coprire l'ultimo tratto di autostrada è finito perché dovevo scegliere tra restare nella corsia centrale dell'autostrada a 80 km da Torino e fare il pieno all'automobile da riconsegnare la mattina dopo.Credevo che la mia carta di credito non sarebbe stata accettata al casello. Mi preparavo già a dormire al casello. E invece.

Per essere stato il mio primo viaggio di lavoro, mi sono persa tantissime di quelle volte
che ho perso il conto. Ma in qualche modo ho ritrovato la strada. E già di per sé, questa sembra essere la metafora della mia vita.
Stranamente, per non avere nessuna attitudine a viaggiare, ho provato una strana sensazione di controllo su quello che stavo facendo, anche se non sapevo esattamente dove stavo andando.
Non ho avuto il tempo, né forse la tempestività del caso, per sentire totalmente la padronanza, ma so che la prossima volta, prima di perdermi di nuovo, dovrò solo guardare meglio le istruzioni.
E forse mi sentirò un po' a casa, e non importerà  quanto lontano sia il posto da dove sono partita.

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