Massimo Troisi in "Scusate il ritardo" (1983)
Niente, mi sono svegliata questa mattina alle 6.30 per andare a lavoro e la caldaia aveva smesso di funzionare: niente riscaldamento, niente acqua calda, niente gas. Ad un certo punto, avendoci messo mano, non c'era più nemmeno l'acqua fredda.
Arrivo a lavoro con un'ora e mezza di ritardo, senza aver fatto una doccia e senza aver fatto colazione.
Ho avuto 4 telefonate solo in mattinata che sono riuscite nell'ordine ad innervosirmi, imbestialirmi, deprimermi.
La piccola è stata iperattiva per tutto il pomeriggio ed esigeva di essere tenuta in braccio costantemente, pena il pianto disperato.
Ho avuto un ultima telefonata e, per evitare di urlare in pulman, me la sono fatta a piedi per tornare a casa. 8 km. E non sto esagerando.
Ora è sera. Il mio coinquilino ha compiuto il miracolo di riuscire a far ripartire la caldaia, sto per andare a fare una doccia bollente, ma non posso fare a meno di pensare alla parola "chiavica".
E so che non è finita qui.
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