Io non sono una grande amante del caffè. Per anni sono stata rimproverata perché la mia avversione per il caffè veniva puntualmente scambiata per scarsissima voglia di socializzare. La verità è che non ne amo per niente il sapore e tutte le volte che sono in un bar e ne ordino uno, tre bustine di zucchero sono d'ordinanza. Così come, a quel punto, diventano d'ordinanza gli sfottò di qualsiasi barista o cameriere. O del mio migliore amico, ormai intimamente convinto che io gliele rubi apposta. Ma sto divagando.
Dicevo, non amo per niente di caffè, tuttavia da quando ho cominciato a lavorare con i bambini, ho realizzato che il mio organismo ha impellente bisogno di caffeina. Soprattutto quando sei insonne e dormi giusto 4 ore prima di dover andare a lavoro.
Così ormai è diventata un'abitudine a cui fatico a rinunciare. Poi sono pugliese e da queste parti il caffè in ghiaccio è una specie di religione: filosoficamente parlando, il caffè in ghiaccio "è come il battito di mani che quando lo pensate è ancora futuro, ma appena lo avete compiuto è già passato" [cit.]
C'è un posto a Torino di cui mi sono innamorata. E' una piccola caffetteria, Orso, che è stata aperta più o meno nel mio ultimo periodo lì, proprio al lato opposto della via in cui vivevo, di strada verso il parco del Valentino. Io sono riuscita a passarci solo durante le vacanze di capodanno. Lì, oltre ad un servizio ottimo e il personale simpaticissimo, proprietario in testa, ho più o meno ritrovato quella filosofia tutta salentina del caffè in ghiaccio, anche se il caffè in ghiaccio non hanno idea di come si faccia e un po' inorridiscono anche al pensiero. Ma ti offrono una varietà ottima di miscele sud americane, arabiche e nepalesi che compensano in ogni caso la voglia di caffè. Io ne ho trovata una che è talmente dolce e aromatica da rendere obsoleta la mia idiosincrasia e, con essa, tutto il mio siparietto con lo zucchero, cosa questa di cui sarò enormemente grata per tutta la mia esistenza a venire. Nelle tazzine poi, alla fine del rituale, ci trovi anche un piccolo numero stilizzato e a quel numero è associato un pensiero per accompagnare la tua giornata, riportato sul grande poster appeso proprio all'entrata.
CollegAmica abita proprio in prossimità e ne è un'assidua frequentatrice; ogni tanto, soprattutto dopo lunghe chiacchierate sulla nostra visione della vita, che è sistematicamente inversamente proporzionale l'una all'altra, mi manda i pensieri in pillola.
Questa mattina è arrivato quello della foto.
E' talmente geniale e il linea con il mio continuo disattendere i propositi di leggerezza nel vivere la mia vita in genere, che ho deciso di farci un magnete o un poster da appendere in camera.
Magari avendolo di fronte tutte le volte che apro gli occhi, prima o poi, una, sarà la volta giusta.
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