" Se voglio conoscerla personalmente? Certo che sì. Meglio personalmente che impersonalmente, non crede?
A che scopo? Lo saprò solo dopo che ci saremo conosciuti.
Dove dovrebbe portarci? Là dove ci porterà. E se non dovesse portarci fin là, allora non doveva portarci fin là. Quindi ci porterà senz'altro là dove deve portarci.
Mio marito ne sarebbe informato? Lo saprò quando saprò dove ci ha portato."
Daniel Glattauer, Le ho mai raccontato del vento del nord
Anche quest'estate, le opzioni sono due:
restare in attesa di qualcosa che non succederà.
(E se ci penso sembra quasi essere diventata un'abitudine degli ultimi 4 anni.)
Partire per andare incontro ad una vita che non sento più mia.
(E anche questa, nell'ultimo paio di anni, è stata la situazione più concreta che il destino mi impone senza tregua davanti agli occhi..)
Qualunque cosa decido di fare, probabilmente tutto andrà in un modo che non contempla per me alcuna serenità mentale ma solo rinunce e cambiamenti che non so se sono in grado di affrontare.
O meglio, che speravo di non dover affrontare.
In qualche modo sarò raggiunta anche io da un vento forte che scompiglierà la mia vita, sebbene tutto quello che vorrei è la capacità di prendere ciò che voglio e finché lo voglio, la possibilità di una stabilità materiale ed emotiva che mi dia un qualche equilibrio.
E invece...
AmicoB. dice che penso alle cose sbagliate e vedo tutto nero.
Molto probabilmente ha ragione, ma in questo momento ho l'impressione di non avere nessuna scelta.
Quindi faccio l'unica cosa che so fare.
Cercare di far passare questo tempo prima della partenza leggendo.
Quest'estate è il turno di un tedesco e di una storia che sembra essere stata pensata per accontentare una come me. E anche se non so se mi fa più male che bene leggerla, almeno mi distrae in qualche modo dai "frammenti schizofrenici" di cui è fatta la mia vita attualmente.
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