venerdì 28 dicembre 2012

Il Natale (3)

"MY FEARS? MY FEARS ARE THAT I WILL NOT BE THE PERSON I ONCE WAS.
THE FEAR THAT WHAT EVERYONE HAS TOLD ME, TO BE TRUE.
SOMETHING CLOSE TO I WILL NEVER BE WHAT I AM MEANT TO BE,
AND WHO I AM MEANT TO BE.
THAT THIS, ALL I BELIEVE IN.
WITH ALL MY VERY HEART AND SOUL, IS WRONG. IS A LIE. (...)"


Soprattutto durante il Natale, quando le convivenze e la divisione di taluni spazi di vita e di tempo 
con determinate persone diventano inevitabili, io divento una brutta persona.
Io non mi considero una brutta persona. 
Non mi spingerò a dire che sono la persona più dolce e tranquilla del mondo. 
Sono permalosa e intransigente. E possiedo i difetti di un essere umano medio al completo.
Ma posso affermare con tutta l'onestà che possiedo e senza incorrere in alcuna indulgenza soggettiva, 
che non sono una persona cattiva.
Non sono arrogante, non sono supponente, non sono in nessun modo prevaricante, non sono prepotente,
né intollerante. Non ho manie di onnipotenza, né sono bugiarda e ipocrita.
Cerco di non perdere mai il controllo e il senso della misura. 
Non ci riesco sempre, ovviamente, ma le volte che è accaduto le conto sulle dita di una mano.

Ci sono persone meschine e intollerabili, che fanno della loro malafede una sorta di onore e vanto,
che sono obbligatoriamente comprese nella mia vita
per grado di parentela (quindi persone di cui non riesco a liberarmi perché in qualche modo inamovibili) 
che, tuttavia,
hanno la capacità di far venire alla luce la parte di me più brutta e cattiva.
Una parte in cui la rabbia e gli atteggiamenti aggressivi travalicano il buon senso.
Una parte che evolve in una sorta di furia ceca che mi trasforma in una persona da biasimare, 
le cui reazioni fuori controllo finiscono inevitabilmente con l' essere condannate.
Una persona che,per inciso non mi piace e che ho fatto di tutto per non diventare.

Oggi ( per l'ennesimo anno consecutivo) è stato uno di quei giorni in cui mi sono trasformata
in questa persona, senza nessun preavviso conscio che mi aiutasse a prevenirlo.
Oggi mi sono forse convinta definitivamente che il Natale non tira fuori il meglio e il buono delle persone,
soprattutto di quelle persone che diamo per scontato dovrebbero essere buone con noi,
soprattutto di quelle persone che buone in realtà non sono e migliori non vogliono nemmeno esserlo;
al contrario è un periodo breve in cui tutti i lunghi e per niente automatici sforzi 
fatti da coloro che vogliono migliorare, 
dimenticando le amarezze e le situazioni irrisolte del proprio passato, 
vengono vanificati nel giro di un giorno o due.
Oggi ho imparato ad odiare senza riserve e a non perdonare. 
E non ne sono fiera, né mi sento in pace con me stessa.

Posso solo contare le ore che mi separano dal ritorno alla mia normalità, che per forza di cose 
deve tenere fuori le persone di cui sopra.
Ma quella normalità al momento mi sembra lontana e anche quando arriverà,
avrà un prezzo altissimo da pagare e sarà la soluzione meno peggio.
Ed io continuerò il mio odio silenzioso e indiscriminato del Natale anche nelle mie vite future.

lunedì 24 dicembre 2012

domenica 23 dicembre 2012

Il Natale (1)



"Fermi così! Che fretta c'è?qualcosa mi sfugge...ma cos'è?E ce n'è dell'altro che vi dirò fra un po'sulla fama del loro re grida tanto che tremerete anche voi quindi buon natale amici miei!se qualcosa non gli va quel monarca fa l'aragosta invece che il re quando vola lassù sul trabiccolo coi suoi sacchi va cosa porterà?Questo è quello che si sa:e nella notte lui, con la luna va, e cala su di noi come fanno gli avvoltoi buon natale a tutti voi!"
                                           Tim Burton's The Nightmare Before Christmas (H.Selick, 1993)

                                                                                                                    To Be continued 


"Cosa? Dove? Chi? Io? Non facevo assolutamente niente...anzi...aiutavo!"
Ho una gatta che, quando non guardo, cerca di incartarsi e infiocchettarsi da sola.
Ed io la amo ancora di più perché riesce a farmi dimenticare quanto odio questo periodo dell'anno.

mercoledì 12 dicembre 2012



SIRENE DI NAVI URLAVANO AL VENTO
LA RADIO PASSAVA LE PUBBLICITA'
LE LABBRA ACCOSTATE ANCORA UNA VOLTA
ED UNA CAREZZA ANCORA...
UN FILO DI SOLE ENTRO' NELLA STANZA 
SULLA POLTRONA I NOSTRI PALTO'
PAROLE INGHIOTTITE E SGUARDI BAMBINI
E COME POTERTI DIRE CHE TU ERI...

PIU' DEL VINO PIU' DEL PANE PIU'
DELLA PELLE 
DELLE OSSA PIU'
PIU' DEI SASSI PIU' DELL'ERBA PIU'
PIU' DI TANTO PIU' DI TUTTO PIU'
PIU' DEL CORPO PIU' DEI TETTI PIU'
DELL'INVERNO DELL'ESTATE PIU'
DEI CAVALLI DEL CORTILE PIU'
UN PO' DI PIU'

UNA MADONNINA FOSFORESCENTE
E DEI FIORI FINTI SOPRA IL COMO'
CERCAVI I COLLANT DISTRATTA E INDOLENTE
E UN GIORNO DI PIU' ALLO SPECCHIO
IL FRIGO RUSSAVA DALLA CUCINA
E TU CANTICCHIAVI FACENDO IL CAFFE'
LA TRISTEZZA LUNGA DELLA MATTINA 
E COME GRIDARTI AMORE CHE TU ERI...

PIU' DEL CALDO PIU' DEL LETTO PIU'
DEI CAPELLI DELLE MANI PIU'
PIU' DEL PIANTO DI UN SORRISO PIU'
PIU' DI CENTO PIU' DI MILLE PIU'
PIU' DEI SOLDI PIU' DELL'ORO PIU'
DELLA PIAZZA DELLE GIOSTRE PIU'
PIU' DI UN MESE PIU' DI UN ANNO PIU'
UN PO' DI PIU'

SIRENE DI NAVI URLAVANO AL VENTO
E TU ERI UN PO' DI PIU'
PIU' 
PIU' DEL GRANO PIU' DEL FIENO PIU'
PIU' DELL'ARIA PIU' DELL'ACQUA PIU'
PIU' DEL CANE DEL MAGLIONE PIU'
  
                                                          C. Baglioni - 1978


Amo infinitamente questa canzone. 
Amo lo stile semplice,chiaro, privo di retorica inutile che la caratterizza, 
amo la ricercatezza dell'arrangiamento molto fine anni '70. così lontano dalla musica attuale eppure 
così magnetico. Ne ho ascoltato proprio questa sera un arrangiamento più attuale, eseguito un paio di anni fa alla Royal Albert Hall, impreziosito da un orchestra di fiati, sospeso tra il blues e soul, che ho trovato meraviglioso.

Più di tutto, però, amo  il concetto di sentimento che rimanda, che io assimilo da sempre, (o almeno da quando  l' ho ascoltata per la prima volta) a quella sensazione che si prova quando sei colto da un momento di profondo trasporto in cui sai, con una lucidità che poche volte si riesce ad avere nella vita, che l'altro, colui/colei che hai scelto, conta in assoluto più di qualsiasi altra cosa esistente o immaginata, reale o astratta. 
Per te e intorno a te non esiste più nulla, eccetto quell'insistente e radicato e (spesso) doloroso bisogno dell'altro. Un altro che, come ha scritto non so dove Gramellini, "combacia con le tue energie interiori".
E hai quella consapevolezza di volerlo/a, di accettarlo/a in ogni sua sfumatura e nella sua umanità.
Vivi quella sorpresa rapita, che non può essere descritta con parole adatte e abbastanza pregnanti nel significato, di essere con qualcuno e riuscire a trovare un significato continuo e mai interrotto nel vostro essere insieme, di poter restare te stesso/a, nella maniera più intensa che possa esistere, e allo stesso tempo prendere coscienza che puoi essere qualcos'altro di più.
Nessuna canzone, per quanto mi sforzi di ricordare o classificare, ha centrato in maniera così estrema e determinata e totalizzante il concetto che io associo all'essere innamorati di qualcuno.

(Per chi si trovasse a passare di qui ed esordisse con il solito fastidioso  "noooo,Baglioni noooooo" faccio giusto un piccolo appunto:, Baglioni potrà piacere o non piacere, ognuno hai il diritto di avere i propri gusti e di avere la libertà di esprimerli. E potrei passare ore a scrivere di quanto siano ingiuste  e acritiche le etichette limitanti e offensive che questo artista e la sua musica ( e per estensione i suoi fans) si sono visti appiccicati addosso nel corso di una carriera intera, ma non è nel mio interesse. A volte, le critiche ingenerose sono anche determinate, al di là del gusto personale a senso unico, anche dalle scelte forzate imposte dal mercato discografico Io non riuscirò mai a farmi piacere il metal o il raggae. O i Coldplay. E in qualche caso gli U2. Ma di solito fornisco una spiegazione chiara del perchè e non sentirò di avere una cultura musicale meno "giusta" o appropriate di chi ascolta altro. Nel caso di Baglioni si tratta proprio di ignorare l'esistenza di altri testi che non siano le hit più sdolcinate e smielate, penso a  "sabato pomeriggio" o "questo piccolo grande amore". Si tratta di poca voglia di approfondire e più spesso di una sorta di razzismo che non ho mai capito a fondo, ma questa è una considerazione abbastanza personale con cui si può essere o meno d'accordo. E chiudo qui il discorso)

domenica 9 dicembre 2012

" (...) rileggere un libro amato è come tornare in un luogo sacro in cui nulla è cambiato, 
esperienza per noi ovviamente impossibile perché il mondo cambia sempre.
Se un libro cambia è soltanto perché siamo cambiati noi e 
lo affrontiamo in modo diverso, ma è sempre una soddisfazione meravigliosa
incontrare di nuovo l'universo di un romanzo come questo
e avere la certezza che esistono delle cose belle indifferenti alla brutale 
e inevitabile azione del tempo.
Ecco uno dei regali che dobbiamo all'arte:
la sensazione che  non tutto è perso, che alcune cose restano 
perfette e inviolabili."

                                                    letta QUI

Rileggere i miei libri preferiti è, per me, una necessità. E' un consuetudine radicata, un gesto scaramantico.
A volte ho l'impressione che sia quasi un'ossessione.
Un'ossessione che, tuttavia, mi salva dai brutti pensieri. E di brutti pensieri se ne fanno anche troppi.
Un'ossessione che riesce a proteggermi da me stessa. 
Qualsiasi cosa succeda l'ha fuori, io ho un posto sicuro in cui rifugiarmi.
Sono solo in disaccordo sul fatto del cambiare: penso piuttosto che moduliamo e adattiamo noi stessi,
su ciò che ci accade. O, meglio, su ciò che non accade. Ma restiamo come siamo.
E quando rileggiamo i libri amati, semplicemente vediamo meglio, comprendiamo di più, impariamo di più, esplorando infinite possibilità.
Viviamo di più e ogni volta meglio, perché magari riusciamo a prestare attenzione a particolari che ad una prima lettura ci erano sfuggiti, perché magari in precedenza eravamo focalizzati su una cosa piuttosto che su un'altra.
Esorcizziamo il male di vivere, ci proteggiamo dalla pazzia anche. 
Almeno, per me è così.