giovedì 2 gennaio 2014

"E quando soffia il vento, afferrare ciò che sfugge. Per poterlo guardare un momento. E poi lasciarlo libero. Di sfuggire ancora, se vuole. Meglio due vele al posto di una. Girare il timone. Massimo effetto di rotazione. Meglio stare sempre a distanza. Osservando. Se è imperscrutabile, vuol dire che non desidera essere scrutato. Non che non vuole essere guardato. Buttare in acqua una bottiglia, col messaggio. E' messaggio se vuoi che lo sia. Sennò è bottiglia. Anche se è una bottiglia bugiarda. Bugiarda come l'alba. Che a sera ripone la luce dentro la borsetta. - Non perdiamoci di vista!- dice. Si, però è buio. [...] E se cadiamo, non c'è una rete per sorreggerci. E c'è chi sogna quella che non c'è. Qualunque cosa sia. E c'è chi sogna solo quello che succede. E non cerca per evitare l'intuizione. Per risparmiare le candele. Meglio essere tagliente. Tagliare le onde. Essere freddo ma bruciare. Sbarcare. Gettare l'ancora. E la nave a distanza di sicurezza, dalla costa.  Prima non ci conoscevamo. Dopo si. Storie passate. Di porti e di vissuti. Sono stati sentimenti. O lanterne. O qualunque cosa sia. Interlocutorio mi deluse. Accadimento non era come credevo. Contingenza pensavo fosse amica. [...] Qualunque cosa sia, meglio non partecipare mai del tutto. Accumulare gli ingredienti. Fatti di fumo, di sensi e di respiri. Perché una mente barocca non si abitua più a niente. Azzarda. Rischia di incontrare un pensiero insopportabile. E scavare. Senza domandarsi se l'isola c'è o non c'è. Scavare. Ma mai dove c'è la x segnata sulla mappa. Per non privarsi dell'inappagato. Per sognare il contenuto del forziere. E risalire a bordo. Sempre. Facendo poco rumore. Sempre. Remando. Sempre. Per rimettersi sul ponte. Immutabile come la Stella Polare. Perché siamo fatti di bella argilla. Su questo non si discute. Tutto il resto è opinabile. Qualunque cosa sia."

Massimo Cavezzali - Facebook 

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