martedì 21 febbraio 2023
martedì 14 febbraio 2023
"Può succedere che siano le destinazioni a trovarci.
Dobbiamo solo restare,
forti al punto da non sparire."
Alle 17.20 di oggi ho ricevuto una chiamata che non mi aspettavo. Meglio, avevo fede che prima o poi questa chiamata arrivasse, ma non mi aspettavo così presto.
E invece è arrivata. È una sorta di annunciazione.
È qualcosa che, dopo tutte le tribolazioni di questi anni, dopo tutti i buchi neri che mi hanno risucchiato con cadenza regolare ogni tipo di prospettiva e hanno fatto di me una persona che si sente costantemente inadeguata, potrebbe cambiarmi l'esistenza.
Non è ancora accaduto niente di concreto, ho paura persino a parlarne perché le tempistiche sono leggermente lunghe. Tre mesi, in questo momento, hanno il peso temporale di 300 anni nella mia testa.
Perché ho paura. Ho paura che mi richiamino improvvisamente per dirmi che è tutto un errore, che non se ne fa più niente, che si sono sbagliati, che ci sono impedimenti.
Devo aspettare. Aspettare e sperare che, si, forse questa volta una cosa giusta l'ho fatta e una soluzione continuativa c'è. Che chiuse tutta una serie di porte, finalmente si apra un portone in marmo, di quelli solidi, da cattedrale da giubileo.
Devo aspettare che la mia destinazione finalmente, dopo giri immensi, mi trovi lei. Perché io, ad essere del tutto sincera, mi sono stancata di inseguire il mio destino e non so se ho più la forza.