lunedì 23 dicembre 2013

" Ho provato, che dire, a farmi scegliere. 
Ho sperato. Dovevo. Era una possibilità, capisci?
Come fare a metterla via, a dimenticarla. 
Forse aspettando, forse non era il momento. 
Forse io e te abbiamo un altro tempo.
Sono sicuro che con qualche giorno in più,
ora in più, ti avrei portato via con me.

E' l'idea che almeno una volta succeda, no?
Hai presente? Quell'idea invasiva e sotterranea che si inabissa o
si palesa e lo fa una volta sola per tutte e se l'avverti 
non puoi far finta di niente se hai un po' di senno.

Come un sibilo fluttuante e sinuoso. A me è successo questo:
non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo.
Non potevo far altro che cercare di portarti con me, 
dal profondo, per egoismo quasi, per farmi stare bene.

Anche se sapevo di non potere.
Anche se era rischioso.
Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua felicità non dipende da me.
E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo.
Solo per essere sicuro.
Verresti? "
Italo Calvino, Prima che Tu dica pronto.


Sono seduta sul divano della cucina di casa (quella del paesello, al sud).
La casa di quand'ero bambina, che è troppo enorme e troppo fredda e troppo priva di quel calore familiare proprio del periodo. E di una famiglia in generale. 
Ma almeno non è piena di lucine e non ha un albero di natale in bella vista.
Sono seduta in un angolino, mentre mia sorella come al solito occupa tutto il resto e dorme sotto tre coperte di lana, nonostante abbia detto "dai guardiamolo questo film!".
Mi sento un po' disorientata, come la mia gatta che continua a girovagare e 
ancora non realizza dove siamo.
Mi sento lontana da casa, ma alla fine so di essere a casa, so che appartengo a questo posto. In un modo o in un altro. Ho solo deciso di vivere in maniera diversa.

Sono a casa, ed ho cominciato le mie "vacanze natalizie" da appena 4h. 
E ho deciso di farlo guardando The Holiday,che in pratica è l'unico film in cui persino Jack Black sembra un gran figo e l'uomo ideale, ma è anche un film che si apre con un monologo in cui la protagonista cita Shakespeare e l'amore non corrisposto. (!!!)
Sarebbe il caso di dire cominciamo bene.

Questa mattina ho preso il treno ad un orario improponibile ed avevo dormito solo 4 ore.
E sono stata puntuale e ho cercato di ignorare il fatto che non avevo nemmeno voglia di essere puntuale, che speravo di perdere il treno.
E invece no.
E non avevo lasciato nemmeno il Piemonte che sono stata sopraffatta dal magone,
senza poterci fare niente.
E i motivi giusti per piangere si sono mischiati al sale di quelli sbagliati, sotto gli occhi del mio vicino di posto che mi ha guardata un po' preoccupato, ma almeno non mi ha fatto domande.
E tra i tanti pensieri che avevo per la testa, mi sono chiesta se mi sentirò così...
se, quando capiterà che sarà il momento, perché è vicino e arriverà,
e accadrà che partirò e non tornerò più davvero, 
e lascerò luoghi, angoli, parole, persone, pezzi di vita, pensieri, malintesi, tempi che non coincidono, persone che non tornano o non arrivano, sensazioni che...
si, insomma, mi sono chiesta se mi sentirò piccola e non riuscirò a sostenere quel leggero dolore in punti che non sapevo nemmeno di avere dentro. Proprio come oggi.

Spero vivamente di avere le spalle più larghe di quanto io stessa immagino, per uscire indenne dalle tempeste che ho dentro.
Spero vivamente di riuscire a far finta di niente, se dovesse essere necessario,
e continuare ad andare avanti, in qualunque modo andranno le cose nei prossimi decisivi 30 giorni.

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