sabato 27 aprile 2013

" Durante la cena [...] si raccontarono tutto. Le rispettive vite per intero, e le rispettive ambizioni frustrate, i sogni che avevano da bambini e i sistemi di desideri che si erano semplificati col tempo, e le costellazioni che avevano imparato alle elementari, e le fughe a cui avevano rinunciato da adolescenti, e quelle che progettavano adesso che erano intrappolati nelle circostanze, e gli amori da cui erano stati delusi, e le delusioni che a loro volta avevano distribuito tra le persone che amavano, e i singoli istanti delle loro vite in cui avevano rinunciato  a credere in singole cose. Ovviamente non si dissero una parola. Furono solo sguardi"    
                                                               Peppe Fiore, Nessuno è indispensabile

Capita che una persona entri nella mia vita e, improvvisamente, giganteggi. 
Anche quando non ne ha la voglia o l'intenzione. 
Basta uno sguardo, la descrizione di un modo di vedere le cose, o il racconto di momenti del suo passato, 
la sua vita comincia a giganteggiare nella mia. Ho usato "giganteggiare" a distanza ravvicinata, ma non mi vengono in mente altri sinonimi che chiariscano il concetto.
Ci ragiono su e vedo in questa persona per lo più una proiezione di quello che scorgo in lei, il sogno di qualcosa. E anche se c'è una parte di me che continua a mettermi in guardia, anche se non so quanto potrà durare e dove arriveremo, non riesco a lasciarla andare e a guardare oltre il suo sguardo.
Capita che per questa persona, nonostante i fatti provino a smentirlo, io mi senta una sorta di imprevisto. 
E non ho ancora chiaro quanto di negativo e quanto di positivo ci sia in questa sensazione, non so nemmeno se saperlo chiaramente sarebbe meglio, ma sono spinta in ogni caso nell'intento di riuscire a farla abituare a questo mio essere imprevista senza essere considerata un'intrusa fastidiosa. 

Quindi navigo a vista, a volte sentendomi una barca priva di timone, risentendo di ogni corrente, cercando disperatamente di evitare tutti gli scogli che mi si parano davanti, conservando intatto (ad ogni virata) il timore che ne troverò uno bello grande e che non potrò fare niente per evitarlo. E non basterà che qualche volta ci siano le sue mani a tenermi stretta.
Ho solo il mio essere risoluta a non perdere la direzione o non farmi travolgere dalle onde troppo alte. 

martedì 9 aprile 2013



" It is a dream that I  will wake from...There's no need for an escape,
 you've never been here all along
you say you want me but you never came to get me, you never got me,
and I hope you don't haunt me
these dreams ever again...
were lost chances and we missed out on looking for something else somewhere else, my friend...
and the long walk to never surely takes forever and ever."

                                                                                      Long walk to never - Jaymay