mercoledì 7 marzo 2018


Oscar 2018 in 3 minuti, Il Post

Restare svegli per le 4 ore degli Oscar la domenica notte ogni anno è uno sforzo sempre più difficile, lo ammetto. Ma quest'anno devo dire che sono stata abbastanza ripagata.

Allison Jannay che esordisce con "ho fatto tutto questo da sola". Tifavo per Laurie Matcalf, ma era inevitabile e giusto lo vincesse lei.
I registi del miglior corto che ringraziano con il linguaggio dei segni, perché lo avevano promesso alla giovane protagonista.
Kobe Bryant che dice in mondovisione "Ti amo" alla moglie. E lo fa in perfetto italiano.
Frances Macdornan che vince, va sul palco vestita esattamente come l'anno scorso e chiede alle nominate di condividere la scena con lei. E niente, lo riguardo ancora oggi ed è l'unico momento che mi commuove veramente.
Guillermo Del Toro che controlla per sicurezza la busta della proclamazione al miglior film. Non sono d'accordo perché il film non mi ha convinta più di tanto, ma è stato bello uguale.

Aspetto tutto l'anno le serate come questa. 
Sono le uniche cose che non mi fanno rimpiangere delle passioni che ho. 
Perché, come leggevo altrove, "uno ha bisogno di scegliere quale filtro utilizzare tra sé stesso e il mondo, ché nel mondo c'è altro oltre a vivere meccanico."

E i film sono il mio filtro.

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