lunedì 2 gennaio 2017


" And If the wind is right you can sail away and find tranquillity"
Sailing, 1979, C.Cross
Ho avuto in testa questa canzone per un paio di mesi. Ed erano quasi 20 anni che non mi capitava di averla ascoltata o di pensarci.
L'ho sognata all'improvviso, senza una ragione plausibile o spiegabile, così dal nulla, all'alba di una mattina, nel dormiveglia.Ora non ricordo più bene nemmeno il sogno, che per qualche giorno è stato presentissimo nei miei pensieri, nei minimi particolari. Ma certamente era legato a mia madre e ai miei tempi del liceo.

Di questa canzone non ricordavo nemmeno il titolo. Canticchiavo ripetutamente delle parole a casaccio,in una sorta di loop, di strada per andare a lavoro e mi sono anche un po' innervosita perché non riuscivo a riportare alla mente niente che mi facesse capire che canzone fosse. 
E il cercarla è stato, per qualche giorno, quasi un'ossessione.

Finché stasera, finalmente, ho imbroccato la strada giusta, risalendo in qualche modo a ritroso negli anni e per esclusione, tra hard disk e cd vecchissimi (che dovrebbero essere in qualche scatolone a casa di mio padre e invece, chissà perché, erano qui...).  
You tube e i suoi collegamenti ipertestuali, che hanno conservato traccia di tutto ciò che ho ascoltato negli ultimi 15 anni, hanno fatto il resto, una volta trovata la direzione in cui andare.

Rileggevo il testo ed è un po' strano, come una coincidenza imprevista e insperata, che questa canzone racchiuda un po' il pensiero meditativo che mi sono fatta il primo dell'anno, facendo un augurio ad un'amica.
"Ho la sensazione che siamo persone che non si coprono mai quando arriva il vento", Le scrivevo. E m(c)i auguravo che magari, quest'anno, se questo vento sarà forte come nel 2016, invece di farci travolgere, riusciremo a trovare un appiglio per prenderlo e farci portare lontano. Dove vogliamo o con chi Vogliamo.
Lei, come in una sorta di prolungamento dei pensieri, ha risposto che si augurava per entrambe la capacità di essere più resilienti.

Io non credo di esserlo mai stata, resiliente. Non so se per incapacità o per scarso impegno. Certamente esserlo mi avrebbe risparmiato un sacco di problemi e criticità. 
Ma forse la resilienza è un po' l'altra faccia della medaglia della felicità. 
O sei capace, o no. Ed io felice davvero non credo di essere mai stata capace di esserlo. 
Cosa, questa, che spiegherebbe un sacco di cose.
E non lo so, poi, se sono in grado di impararla questa capacità di affrontare e superare i traumi, volgendoli a mio favore.
Assorbire un urto senza rompermi, in pratica.
Non lo so.

Ma spero di avere un po' di fortuna e trovare il vento giusto da seguire.
Magari, essere resilienti, è riuscire ad avere fede che tutto ancora può succedere, di strada.
Siamo solo, o di nuovo, all'inizio e chissà.
Sono riuscita a trovarla, questa canzone, alla fine. Voglio sperare che sia un buon segno.



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