martedì 20 settembre 2016


Chiamo per lavoro una farmacia napoletana.
La prima impellente domanda che sentono di dovermi fare per passarmi la responsabile è "Lei da dove chiama?". E fin qui tutto nella norma, direte voi.
E invece no.
Al mio segnale ("La chiamo dalla sede di Torino), scatenate l'inferno, dico io.

La seconda altrettanto impellente domanda che il dottore non riesce proprio a evitare è stata : " ma lei è torinista o di QUELL'ALTRA LA' ?"
Brivido lungo la schiena.
Rispondo.
Incauta e Onesta.
"Questa cosa ha fatto male a dirla!" dice lui scherzando, ma non troppo.
Il dottore in questione, prima di passarmi finalmente la responsabile, ha intrapreso una lunga dissertazione deontologica sull'enorme affronto che io, pugliese di origine, compio nei confronti della mia città e della mia regione quando, invece di tifare Lecce, o in ogni caso Torino già che ci vivo, tifo invece per "QUELL'ALTRA LA', MULTINAZIONALE DEL MALE CHE IN REALTA' NON ESISTE E NON RAPPRESENTA NIENTE!" (cito testuali parole).
Dopo aver sottolineato che lui tifa Napoli perché "rappresenta il popolo di Napoli", il burlone ha concluso con un perentorio " mi raccomando, non tifi GIUDAIN!!!".

Io credo dovrò abbandonare l'idea di un nuovo cliente....

# E lo ha lasciato anche in panchina
# L'hanno presa tutti benissimo 

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