venerdì 30 dicembre 2016


The DNA Jouney,2016

Niente, certamente la metà di loro sono attori e magari la storia è anche fatta ad hoc per una pubblicità, ma io tutte le volte, tutte, giuro, mi commuovo fino alle lacrime come se fosse la prima volta che lo vedo.
E si, penso che sarebbe necessario e obbligatorio avere una conoscenza delle nostre origini. Aiuterebbe le nostre convinzioni ad essere più equilibrate rispetto a chi ci è immediatamente vicino o chi è agli antipodi.

mercoledì 28 dicembre 2016

domenica 25 dicembre 2016



Natale a Casa Cupiello, 1931, dir. E. De Filippo

Un pensiero va sempre agli occhi belli  del nonno, chè è l'unica cosa a cui mi fa pensare adesso il 24 dicembre.

domenica 18 dicembre 2016


Rogue One: A Stars Wars story, 2016, dir.G.Edwards

Qualcuno chiami quelli della Disney e glielo faccia vedere, così magari imparano qualcosa su come si fanno sia i prequel che i sequel.
Per quanto mi riguarda, questo li spazza tutti via ed è l'unico da poter considerare annesso alla trilogia.

giovedì 15 dicembre 2016


Captain Fantastic, 2016, dir. Matt Ross

" It's a beautiful  mistake. But a mistake." [cit.]
E' quello che afferma Ben Cash in uno dei momenti topici del film: quando, giunto all'epilogo di quello che è in qualche modo un punto di svolta della sua vita, si trova costretto a prendere coscienza che le sue convinzioni e i suoi ideali, che hanno alzato un muro quasi invalicabile tra lui e la società capitalistica del XXI° secolo, pur giuste in sé, hanno mandato in frantumi la vita di sua moglie e potrebbero pregiudicare quella dei suoi figli.

Cash ha deciso di crescere i suoi sei figli nelle foreste del nord-ovest degli Stati Uniti:niente tv, niente elettricità, niente cibo industriale, niente scuola se non gli insegnamenti accurati impartiti dai genitori; tanti libri, tanta musica, ma soprattutto tanta esplorazione, tanto esercizio fisico, caccia e agricoltura biologica. Sull'onda di una serie di utopie dichiaratamente socialiste e sfrontatamente hippie, Ben rende i suoi figli delle menti libere e presenti a sé stesse,capaci di sfoggiare una padronanza dialettica e logica che farebbe impallidire Aristotele in persona, perché nutrite di ogni tipo di nozione (tanto da riuscire a citare la costituzione a memoria e a comprenderne criticamente la sua applicazione) e addestrate a cavarsela nelle situazione più critiche e al limite. 
Ma come dirà ad un certo punto il maggiore di loro, Bodevan,"a meno che non sia scritto su un cazzo di libro, io del mondo non so assolutamente niente". Ed è infatti questo il problema più grande e pericoloso:scegliere di vivere una vita alternativa, in contrapposizione e aperta contraddizione con la società, ha portato ognuno di questi ragazzi ad una vita di reclusione, priva del contatto con i propri simili, che nel bene e nel male, permette di maturare ed evolversi e di plasmarsi come individui indipendenti dalla propria storia famigliare.

Quello di Ben è un proposito meraviglioso che,tuttavia, applicato praticamente, se pur sorretto da tutto l'amore e il desiderio di verità possibili, si rivela un atto dannoso e controproducente.E nel caso della moglie, fatale.
E' a questo punto che il film mi ha coinvolta emotivamente: quando l'uomo prende coscienza del fatto che quel tipo di vita e di ideali distruggerebbero la vita dei suoi figli, fa un passo indietro e decide che quel meraviglioso errore deve essere corretto. Nel limite del possibile.Conosco poche persone che rinuncerebbero alla loro granitica visione della vita per il bene del destino dei loro figli: è necessario un coraggio e un'abnegazione fuori misura e non sempre è una medicina presa in tempo.
E' quando Ben decide di lasciare i suoi figli nella società "normale" e tornare tra le sue foreste, che si rivela la vera onesta intellettuale del film: se vieni cresciuto con determinati valori, anche se quei valori ti portano a tutta birra verso un futuro intricato e difficile, è dura metterli in discussione e abbandonarli definitivamente senza il minimo strascico. Ben lo fa, ma alla fine sono i suoi figli che scelgono di non lasciarlo.
Ed è a questo punto, dopo un viaggio dell'intera famiglia volto a realizzare l'ultimo desiderio della madre, che la piega della loro vita prende in qualche modo una piega meno estremista e secondo me ampiamente più condivisibile. 

Questo film ha messo a dura prova la mia pazienza: l'ispirazione più tangibile è certamente Into the Wild di Sean Penn; ma al tempo, io non ho amato per niente le fondamenta ideologiche di quel film e rivederle applicate pari pari alla vita non di una singola persona, ma di una famiglia intera,fino all'ultimo dei bimbi che ha 5 anni, ammetto che mi ha fatto abbastanza imbestialire. 
Il film riesce, tuttavia, a virare verso un'ottica più gestibile e apprezzabile, e poco importa se alla fine tutto quello che resta è un paesaggio da cartolina: è stato come vedere Into the wild che incontra la Famiglia Bradford,con in sottofondo i Guns 'n Roses. Solo che nel film il papà è L'Aragorn de Il Signore degli Anelli e non Dick Van Patten.
A dirla tutta, a me è andata benissimo così.

martedì 13 dicembre 2016




E' convinzione comune ed inossidabile, un po' per tutti quelli che mi conoscono,che io sia una persona difficile. In generale.
Difficile da prendere. Difficile da accettare. Difficile da accontentare, sopratutto. 
Difficile da sopportare.
Eppure, quando meno me lo aspetto, c'è sempre qualcuno che riesce a rendermi un po' di giustizia.
Qualcuno che capisce che basta regalarmi una tessera con cui comprare del gelato e mi piace persino il Natale.
Il guaio, con le persone che di me capiscono un po' tutto, o quanto meno mi capiscono davvero, è che vivono sempre lontane. 

Chiudo con un ultima, semplice considerazione: gli uomini dovrebbero imparare dalla mia amica Elena....ed ho detto tutto.


domenica 11 dicembre 2016


E' solo la fine del mondo, 2016, Dir. Xavier Dolan

Dopo un'intera ora e mezza fatta SOLO di intensissimi primi piani (e magari anche di una fotografia meravigliosa) di quello che probabilmente è l'attore  (più) figherrimo che la cinematografica francese ha avuto dopo Alain Delon e Louis Garrel, ho solo un appunto:i traduttori del doppiaggio, cazzo, devono imparare a fare il loro lavoro, altrimenti lingua originale tutta la vita e a oltranza.
Per il resto Dolan riesce a dire tutto,ma proprio tutto, attraverso le immagini.
Per Fortuna.

venerdì 9 dicembre 2016


Animali Fantastici e dove trovarli, 2016, dir. David Yates

Ma l'ho pensato solo io che quel coso alato sembra il Cosmo Pavone di Calendar Man?

lunedì 28 novembre 2016


" Sempre un villaggio, sempre una campagna / mi ride al cuore ( o piange), Severino: il paese [la Romagna] ove, andando, ci accompagna / l'azzurra vision di San Marino: sempre mi torna al cuore il mio paese / cui regnarono Guidi e Malatesta / cui tenne pure il Passator cortese, / re della strada, re della foresta"
Giovanni Pascoli

Cose che ho imparato dopo quasi 8 giorni passati a percorrere l'Emilia Romagna da Nord a Sud e ritorno:


se ci vivessi, mi nutrirei di Gnocco Fritto come se non ci fosse un domani.
E peserei un quintale. 
Soprattutto quando poi arrivi a Granarolo nell'Emilia, più precisamente a Quarto Inferiore, entri in una gelateria e ci trovi la lasagna Emiliana. 
Altro che metabolismo veloce....


che Bologna ha un'atmosfera che ancora non mi so spiegare, ma era tutta una vita che la cercavo..
che camminare fino a Piazza Maggiore mi ha fatto pensare a tutto il tempo dell'adolescenza in cui ero convinta che sarei finita a studiare lì.E invece.
A volte ancora mi chiedo come sarebbe stata la mia vita qui se invece che al Dams di Torino, fossi entrata in quello storico, ma adesso non ha più tanta importanza.
Ogni angolo, ogni strada con un nome entrato nell'immaginario, era un po' un rimando televisivo, cinematografico, musicale, editoriale, culturale di tanta parte della mia vita vissuta talmente intensamente che ancora ne sento dentro gioie e dolori.
Penso al primo vero reality della storia italiana,ambientato proprio a Bologna, che niente aveva a che fare con il grande fratello. Era il 1995 ed io avevo 16anni e ha cambiato la mia percezione dei mezzi di comunicazione.
Ho camminato sotto i portici "casalinghi" un po' trasandati, quelli che dall'inizio di via San Vitale portano fino a via Zamboni, che nulla hanno a che vedere con quelli eleganti e un po' austeri di Torino, e tutto in un attimo è stato come tornare a vivere negli anni 90, quando c'era solo MTV e ancora i cellulari nemmeno sapevamo come erano fatti.
E' stato come essere alle spalle di Alex e Aidi, con in testa l'accento marcato di Accorsi che continuava a chiedere a Violante Placido perché non stessero insieme,  in "Jack Frusciante è uscito dal gruppo".
E poi è stato inevitabile pensare ala voce di Carboni e a quando nei pomeriggi che dovevo studiare storia invece mi inceppavo sul ritornello di  "faccio i conti con te,anche quando non voglio faccio i conti con te..." o del rap di Puttane e spose, colonna sonora della mia prima cotta e del mio primo bacio.
E soprattutto "Futura", che ho ascoltato per la primissima volte una notte all' 1 in una intervista di Marzullo, e tutto quello che significa ancora questa canzone.

Che quel futuro che non si è mai avverato è come se fosse rimasto lì sospeso, davanti ai miei occhi, come una improbabile possibilità.
A Bologna ci ho impiegato quasi 20 ad arrivare e un forse un cerchio si è chiuso nel momento stesso che sono arrivata fin sotto la Grisenda. Ma non lo so bene.

Che, come leggevo giusto un paio di giorni fa, "Certe persone te le ritrovi dove non ti aspetti. quando giri lo zucchero nel caffè. Mentre guardi la luce rossa di un semaforo. Nel tempo che ci metti a scendere di corse le scale. Chissà come arrivano. E perché se ne vanno". 
A me è capitato alla fermata del bus in una città che non conosco e che non credo approfondirò mai in futuro, vista la nebbia imperterrita e costante.
Ma quei due occhi alla fermata e il sorriso che mi ha accolta come se mi stesse aspettando, come se è li che ci dovevamo trovare, nell'ennesima scena da film della mia vita che come al solito, quando mi capita non colgo. E sono qui che ancora ci penso.

Ma prima o poi sarò di nuovo in strada, e chissà.

giovedì 3 novembre 2016



Sturaro che gira su stesso perché non sa dove ha lasciato la palla è l'esatta metafora dell'intera partita.

#JuveLyon

domenica 23 ottobre 2016

Far away from where I come..falling feels like home


" Waiting for the Fall...Prima di perderti di nuovo, dai uno sguardo alle istruzioni...
Spread the words like wings I'm gone
far away from where I come
Falling feels like home..."

J.Savoretti feat Zibba, FALL

Torino - Sarzana - Viareggio - Livorno - Cecina - Lucca - Capannori - Empoli - Scandicci - Impruneta - Firenze - Borgo San Lorenzo (Barberino del Mugello) - Prato - Quarrata - Pistoia - Carrara - La Spezia - Rapallo - Torino.

1172,8 Km, sulla carta. Nella realtà, sono stati decisamente di più.
4 giorni, 6 ore e 53 minuti.

Il mio Autunno è cominciato con una Tournée.
(Chè detta così sembra sia partita con una band e i groupie al seguito, ma no, niente a che vedere con la musica.)
E invece ho girato il nord della Toscana e un po' di Liguria per lavoro, per incontrare clienti, per prendere ordini.
Il tutto per la prima volta e con poche istruzioni di base.

Ho guidato. E guidato e guidato e guidato, per la maggior parte del tempo.
Il navigatore mi ha fatto letteralmente impazzire: tra il segnale che andava e veniva e scompariva del tutto nel bel mezzo di rotonde che non sapevo dove conducessero esattamente; o in stradine di piccoli paeselli sperduti nel nulla dell'appennino tosco-emiliano, mentre girovagavo sotto la pioggia battente; e infiniti pezzi di autostrade interrotte che mi costringevano a modificare la rotta.

Ho guidato e guidato e, per fortuna, il paesaggio intorno era meraviglioso. Talmente meraviglioso che, credo per la prima volta in vita mia, perdermi non mi ha messo l'ansia né mi ha fatto paura.

Viareggio è stato il luogo più cinematografico in assoluto, anche se come location di cinematografico in realtà ha ben poco, tranne forse il Burlamacco: arrivo sul lungo mare per l'ora di pranzo e decido di consumare uno spuntino al volo in spiaggia. Ad un certo punto ho avuto la netta sensazione di essere negli anni '60 e che Jerry Calà sarebbe spuntato in vespetta cantando " per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare" e che sarebbe stato inseguito dal famoso bagnino toscano che gli urlava dietro "maremma maiala!".
Niente, è scattato il momento "Sapore di Mare - Il sequel, 30 anni dopo" nonostante si fosse in ottobre. Fosse partito in sottofondo Gino Paoli che cantava Sapore di Mare, il trailer sarebbe stato perfetto.


A Livorno ci sono arrivata di sera e l'ho trovata bella e un po' strana con tutte queste stradine intricate e canali che si intersecano. Io ero un po' spersa, mentre cercavo il mio albergo, ed un ragazzo, volendo a tutti i costi aiutarmi (o quello o ci voleva provare...) perché deve essersi goduto la scena di me che per cinque minuti giro letteralmente (non sto scherzando, l'ho fatto davvero) su me stessa quattro volte per capire in quale direzione dovessi andare, mi ha colto di sorpresa e un po' spaventata. 
E,alla fine, l'albergo era solo dall'altra parte della strada.



Perdersi a Lucca (ahimè, quando il cellulare muore e tu non ti ricordi dove hai parcheggiato la macchina,in una città che non conosci e non hai una cartina della città, beh, CAPITA) è stato bellissimo: attraversare le mura di questa città fortificata è come fare un salto nel tempo, lasciandoti alle spalle il 2016 e ritrovandoti in un 1400 un po' distopico, ma solo per via del numero sconsiderato di negozi di vestiti che invadono praticamente tutte le vie. Ma è solo un momento, girato il primo angolo, non ci fai quasi più caso. Ed io ho deciso che, semmai un giorno deciderò di lasciare a Torino, questa è la città dove voglio vivere. Punto.



Per arrivare ad Empoli ci ho messo secoli,sotto l'acqua battente di un mercoledì notte in cui mi aveva abbandonato il segnale di navigatore e telefono. Ricordo solo l'acqua del temporale e il buio delle stradine. In compenso, ho riso un sacco quando sono arrivata in albergo ed ho scoperto il bagno nell'armadio. I misteri del design di interni.

Di Firenze sembrava destino vedessi solo i cantieri, la zona industriale e che ricordassi in avvenire solo i 12 autovelox, uno di seguito all'altro, che mi hanno impedito di andare a più di 40 km orari per 22Km. Tuttavia, quando sono arrivata in serata a Prato, dopo un'ora e mezza passata nel traffico, trovando la città di un'ordinarietà assurda ho fatto una pazzia: alle 22.30 della sera, nonostante la stanchezza, mi son rimessa in autostrada e sono andata a far visita a Palazzo Vecchio e due passi sul famoso Ponte. Si, sono andata anche a salutare Dante a Santa Croce, ché anche se non mi è mai stato simpatico, un saluto se lo meritava.
Vorrei solo dire: Bellissimi,eh. Ma non me ne vogliano i Fiorenti, a parte il centro, Firenze non vale un solo angolo di Torino.








La strada più lunga, ma in assoluto la più bella da godersi è stata quella per raggiungere Borgo San Lorenzo, nei pressi del più famoso Barberino del Mugello.
Di strada ho costeggiato il meraviglioso Lago di Bilancino ed era così bello che non ci credevo: l'unica cosa che mi ha impedito di fermarmi e fare una foto del tramonto è stato il fatto che ero su una strada provinciale totalmente priva di piazzole di sosta. Roba da fare causa all'ente responsabile della viabilità perché impedire i selfie in un posto del genere è un crimine nei confronti del turista e dell'umanità tutta.
Ho lasciato il posto con un solo rimpianto, che ovviamente non è stato il fatto di aver fatto più di un'ora di strada e non aver ottenuto nemmeno un ordine dal cliente.

Di Carrara ricordo solo il caldo: 25°il 21 di ottobre, in pieno autunno, è una cosa che non si dovrebbe nemmeno raccontare.

Il mio viaggio si è concluso alle 22 di un venerdì sera, dopo un'ora di traffico per entrare ed uscire da Rapallo ( e pensare che il mio istinto voleva portarmi a Portofino fin dall'inizio...e lì non so come sarebbe finita, lo ammetto) e dopo due ore di coda per un incidente sulla A7 all'altezza di Genova.
L'unico momento di panico che ho avuto è quando il contante che serviva per coprire l'ultimo tratto di autostrada è finito perché dovevo scegliere tra restare nella corsia centrale dell'autostrada a 80 km da Torino e fare il pieno all'automobile da riconsegnare la mattina dopo.Credevo che la mia carta di credito non sarebbe stata accettata al casello. Mi preparavo già a dormire al casello. E invece.

Per essere stato il mio primo viaggio di lavoro, mi sono persa tantissime di quelle volte
che ho perso il conto. Ma in qualche modo ho ritrovato la strada. E già di per sé, questa sembra essere la metafora della mia vita.
Stranamente, per non avere nessuna attitudine a viaggiare, ho provato una strana sensazione di controllo su quello che stavo facendo, anche se non sapevo esattamente dove stavo andando.
Non ho avuto il tempo, né forse la tempestività del caso, per sentire totalmente la padronanza, ma so che la prossima volta, prima di perdermi di nuovo, dovrò solo guardare meglio le istruzioni.
E forse mi sentirò un po' a casa, e non importerà  quanto lontano sia il posto da dove sono partita.

domenica 16 ottobre 2016

" Ci sono persone che sono come quei sassolini che qualcuno solleva con una ruota in autostrada e ti colpiscono il parabrezza scheggiandolo e poi ci sono persone che sono come quegli stronzi che uscendo dal parcheggio ti ammaccano la macchina e se ne vanno facendo finta di nulla" 
di Se non sai ridere hai perso, Tumblr

Oggi sono uscita con sole coppie. Mi capita spesso negli ultimi anni. Normalmente non ho mai problemi con la cosa,anzi... so "accompagnarmi" benissimo da sola e sto bene. 
Solo che,oggi, ad un certo punto, mentre girovagavo per le strade di un piccolo paesino cuneese e davanti avevo la coppia di amici che mi aveva trascinato con sé, mentre li guardavo alle spalle e li vedevo fermarsi alle bancarelle a comprare 8 diversi tipi di farina, ho cominciato a pensare.

Ho pensato che volevo quella cosa lì, di camminare insieme e fermarsi a comprare 8 tipi diversi di farina che non si sa bene a cosa potrebbero servire,ma tant'è.... o dei libri, o qualsiasi altra cosa. L'importante credo fosse comprarla in due e discutere sull'utilità o meno del comprarla. Qualche motivo o occasione di usarla certamente, a due teste, verrà in mente.

Ho pensato anche ad un po' di altre cose, alcune delle quali dettate dall'abitudine a rimuginare sui ricordi, altre dettate un po' dall'amaro in bocca che mi hanno lasciato gli ultimi uomini in cui mi sono imbattuta. Fatti due conti, "imbattere" è un termine azzeccato: la mia vita sembra, infatti, essere piena di stronzi che mi hanno ammaccato la macchina e che continuano a far finta di niente, come se la cosa fosse normale.
(Ma anche no.)

Adesso sono a casa, ascolto  Bob Dylan che canta versi come " and need just road for me from you" o "can make you feel what I can find" in una canzone sconnessa e verosimile come può essere "To Fall in love with you" e penso a tutta quella distanza che avrei bisogno che ci fosse da certe persone, e soprattutto da certi stati d'animo ridondanti, che evidentemente ancora non c'è. Ma "I feel no love, I kill no shame" [cit.], di questo sono abbastanza sicura.

Data la mia situazione (e il mio destino in generale), forse devo trovare un (nuovo) modo migliore di "accompagnarmi e farmi compagnia", soprattutto quando accetto di passare l'intera giornata con una serie di coppiette.   

giovedì 13 ottobre 2016






Amo molte delle canzoni di Dylan, siano cantante da lui o cover di altri autori. 
Queste sono in assoluto le mie preferite.

L'unica cosa su cui davvero si dovrebbe discutere non è se si merita o meno il Nobel per la letteratura, ma sul perché non glielo abbiano conferito almeno vent'anni fa, ché la cosa sarebbe stata certamente ulteriormente più coerente con il senso del premio.
Ma è arrivato, Finalmente.



Pets: Chloe is a Cute Kitty


L'impressione è che gli animatori, mentre disegnavano, abbiano fatto una maratona ininterrotta di tutti i Die Hard.
Chloe è, oltre ogni dove, la mia preferita.

sabato 8 ottobre 2016

I Drove All Night


Mi sveglio un sabato mattina molto inoltrato di ottobre, con il freddo autunnale che è esploso all'improvviso e i colori di tutto ciò che ho intorno che hanno perso un grado di tonalità perché l'estate è ormai lontana, e l'unica musica che sento per tutta la casa è degli anni '80.
Nel mentre, il mio coinquilino cileno (che ad un certo punto della conversazione mi dirà di aver visto "The Goonies" solo negli anni '90,lasciandomi un po' sgomenta) fa partire a tutto volume prima gli Wham! e poi Rick Astley. A me, non so bene perché, viene in mente Cindy Lauper.

Dopo i Goonies e il film sui Duran Duran, questo video è l'immagine più vivida che ho di quando ero giovanissma e vivevo quegli anni in cui Linus conduceva DeeJay Television.
Ero rapita da come la Lauper muoveva le mani all'inizio del video e trovavo meraviglioso il momento in cui le proiettano addosso la macchina che va veloce per una strada americana.

Ancora ora, la trovo l'immagine più sexy e accattivante di quegli anni...e trovo si adatti benissimo alla me stessa di ora, che guiderebbe ininterrottamente per ore e per giorni, se solo ci fosse qualcuno che valga la pena raggiungere.

domenica 2 ottobre 2016


Quando qualche anno fa lessi della storia di questo ragazzo, ho riflettuto ad alta voce (qui) su quanto le nostre strade avessero un parallelismo, fatte ovviamente le dovute proporzioni...
E ora aspetto questo film con un misto di commozione e predestinazione, anche se non è la parola giusta da usare.
Speriamo bene.

WALLS


" ...I could never point you out / waste of space in a faceless crowd / Tell me what I have to say / If you know what's right then you 'll walk away...."


Kings of Leon 

venerdì 23 settembre 2016


" Angie, I don't knnow if stai facendo the right thing, but I'm sure di una cosa: you potresti essere a great ispirazione for other woman. Because if it's possible scaricare Brad Pitt, allora we dont't have any buona scusa for restare insieme with un uomo ("medio") that non ci ama. Or that we love don't love più" [ cit. Noncontofinoadieci.com]
E niente, a me quei due stanno uno sul culo più dell'altra e del loro divorzio mi interessa tanto quanto mi interessano le regole del curling, ma se non altro hanno dato ispirazione a questa perla di saggezza...

martedì 20 settembre 2016


Chiamo per lavoro una farmacia napoletana.
La prima impellente domanda che sentono di dovermi fare per passarmi la responsabile è "Lei da dove chiama?". E fin qui tutto nella norma, direte voi.
E invece no.
Al mio segnale ("La chiamo dalla sede di Torino), scatenate l'inferno, dico io.

La seconda altrettanto impellente domanda che il dottore non riesce proprio a evitare è stata : " ma lei è torinista o di QUELL'ALTRA LA' ?"
Brivido lungo la schiena.
Rispondo.
Incauta e Onesta.
"Questa cosa ha fatto male a dirla!" dice lui scherzando, ma non troppo.
Il dottore in questione, prima di passarmi finalmente la responsabile, ha intrapreso una lunga dissertazione deontologica sull'enorme affronto che io, pugliese di origine, compio nei confronti della mia città e della mia regione quando, invece di tifare Lecce, o in ogni caso Torino già che ci vivo, tifo invece per "QUELL'ALTRA LA', MULTINAZIONALE DEL MALE CHE IN REALTA' NON ESISTE E NON RAPPRESENTA NIENTE!" (cito testuali parole).
Dopo aver sottolineato che lui tifa Napoli perché "rappresenta il popolo di Napoli", il burlone ha concluso con un perentorio " mi raccomando, non tifi GIUDAIN!!!".

Io credo dovrò abbandonare l'idea di un nuovo cliente....

# E lo ha lasciato anche in panchina
# L'hanno presa tutti benissimo 

domenica 18 settembre 2016

Ancora Tu


Da quando l'ho ascoltato la prima volta, quasi dieci anni fa, di questo signore qui mi piace (letteralmente) TUTTO:
La voce. Dei, LA VOCE!
La musica.
I video, soprattutto questo e questo.
Il corpo, la presenza scenica.
La mente, perché gli senti dire queste cose qui e qui e capisci che ha anche un cervello che fa funzionare ed è talmente sul pezzo senza voler fare il personaggio che quasi è commovente.
Le risate improvvise.
L' umorismo acuto e intelligente.

Ma più di tutto, mi piace la capacità sorprendentemente naturale, e insieme un po' schizzata, di mischiare l'italiano e l'inglese. Cosa che gli invidio incommensurabilmente. Cosa che lo rende in qualche modo libero e sfuggente, come se non appartenesse né ad un luogo né all'altro, rappresentandoli allo stesso tempo entrambi. A modo suo.

E niente, ho passato il week end con la sua voce in loop e ho deciso che al prossimo concerto che tiene in Italia, sarò là sotto il palco senza se e senza ma.

mercoledì 14 settembre 2016




Quel momento che vai a trovare il tuo nuovo capo nel suo "ufficio" di Annecy e ti chiedi se non sia il caso di restarci....

martedì 6 settembre 2016


Kim Rossi Stuart, Venezia 76

Per quelle della mia età, questo signore qui è tanta tanta roba.
Non solo per gli occhi.
E detto tra noi: machissenefrega dei Sorrentino e dei Jude Law e degli Andrew Garfield e dei Brad Pitt dei miei stivali. Artisticamente parlando è una spanna sopra a tutti.
E per il resto...CHE COSA NON E'.

ah, per la cronaca: questo lunedì viene di persona al massimo a presentare il film. 
Niente, non sto nella pelle!

lunedì 29 agosto 2016


" Hold your breath / Make a wish / Count to three / Come with me / and you'll be / in a world of Pure Imagination"


Gene Wilder in 
"Willy Wonka e la Fabbrica di cioccolato", 1971, dir. M.Stuart

C'è stato un tempo in cui NON odiavo il Natale e gran parte del merito va a questo film e a quel signore lì che cantava questa canzone. 
Ogni anno, ogni volta , guardando questo film il tempo si fermava ed era semplicemente  e veramente Natale. A guardarlo stasera, con fuori il temporale (che, ironicamente, mi riporta alla mente l'altro meraviglioso film interpretato da Wilder), non riesco a fare a meno di pensare, fino a quasi sentirlo materialmente, all'odore dello zucchero filato rosa, quello che chiedevo quando eravamo in giro per bancarelle con i miei, per indicare inconsapevolmente i regali che dopo qualche giorno sarebbero arrivati, il più delle volte moltiplicati di numero grazie alla nonna materna o ad una prozia. 
Sono ricordi un po' appannati, che la mia mente quasi non riesce a mettere in fila temporale esatta, ma sono sicura che sono accaduti.

Da adulta, questo film, questa canzone, quest'uomo in un frack dal colore eccessivo, hanno reso i miei Natali e la mancanza di mia madre, sopportabili. Almeno.
Nelle tarde mattine dei giorni di festa,  in cui sono riuscita ad intercettare il film, mi è capitato di ritrovare un po' dell'atmosfera ideale: e bastava seguire Willy Wonka, trattenere il respiro e esprimere un desiderio nella mia mente, facendo finta di credere che si potesse avverare in qualche modo. Come quando avevo 9 anni. Ed eccolo lì: un mondo di pura immaginazione, alternativo a quello reale, in cui le cose sono al loro posto, quello giusto, quello migliore.
Ed è capitato, ogni tanto, che riaprire gli occhi e continuare a vivere nella realtà,sia stato un po' più semplice.

Questo 2016, purtroppo, si sta prendendo ad uno ad uno tutti i ricordi della mia infanzia e della mia adolescenza. 
Mi sento malinconicamente vecchia stasera...

giovedì 25 agosto 2016


" [...] sono state giornate furibonde / senza atti d'amore / senza calma di vento / solo passaggi e passaggi / passaggi di tempo / ore infinite come costellazioni e onde / spietati come gli occhi della memoria e non basta ancora /cose svanite facce e poi il futuro / [...] mi sono guardato piangere in uno specchio di neve / mi sono visto che ridevo / mi sono visto di spalle che partivo /  ti saluto dai paesi di domani [...]"

 Anime Salve, 1996, F. De Andrè, Ivano Fossati

Più di tutto, in queste giornate furibonde, non riesco a pensare che ai bambini che non vedranno il loro futuro. 

mercoledì 24 agosto 2016


Grazie ad una cara amica, che mi ha segnalato ad una collega di un'altra azienda, ho trovato un nuovo lavoro. Quello che, nel panorama di tutti i miei lavori, potrebbe essere definito un "lavoro serio". 
Ho cominciato questo lunedì, facendo formazione sull'azienda ( francese) e sul prodotto, sugli obbiettivi e le strategie. 
Ne avevo bisogno, di questo lavoro, e sono enormemente grata del fatto che ci sia, soprattutto nell'ottica di trovare un po' di stabilità e tranquillità. 
E sono grata all'amica che si è abbastanza esposta, suggerendo il mio contatto alla collega, nonostante quest'azienda cercasse una figura ferrata sulla lingua francese e magari una persona molto più giovane di me su cui poter investire a lunga scadenza.

Oggi è stato il terzo giorno di formazione e, a dirla tutta, pur non essendo un settore in cui io abbia nozioni o esperienza specifica, la cosa mi sta interessando anche molto. Soprattutto il lato che implica le trasferte in giro per l'Italia, cosa che non ho mai sperimentato e che ha un certo fascino per una sedentaria e abitudinaria come me.

Oggi è stato il terzo giorno ed io rimug(g)ino.

Rimug(g)ino da ore non tanto sulla tipologia di lavoro, che di per sé ho sempre fatto in altri ambiti e con regolamentazione solo un po' diversa rispetto a quella di adesso, ma quanto su un discorso che ha fatto la mia responsabile mentre mi illustrava alcune tabelle con il fatturato e cercava di istruirmi su quali devono (o dovrebbero) essere gli obbiettivi da raggiungere.
Rimug(g)ino perché mi ha detto, in tutta franchezza e in buona fede (o almeno così voglio sperare, perché lei mi piace ) che il mio destino sarebbe stato un altro, se non fosse stato per la fiducia che il grande capo ripone nel giudizio della mia amica.
Rimuggino perché penso alle millemila aziende a cui ho inviato un curriculum e che mi hanno riservato il "destino altro" solo perché non avevo un contatto da potermi spendere per avere la possibilità di fare un colloquio. Ché magari è un discorso logico e ineccepibile, visto con i loro occhi e valutato secondo la loro politica pratica e concreta di avere il massimo, spendendo il minimo. Ma a me benefici non ne porta, tutt'altro.
Rimug(g)ino perché quel discorso è stato il fattore scatenante della sensazione che, anche se lavorerò al 150% delle mie conoscenze e capacità e buona volontà,e sì, mettiamoci anche quel 10% di ottimismo e positività che ci sarà certamente da qualche parte dentro di me (anche se non so quale...), la realtà pratica della vita (la mia) è un'altra. 
Rimug(g)ino perché non esistono le cose facili: "esistono le cose che io so fare e le cose che io non so fare" [cit. Julio Velasco, altrove].
Rimug(g)ino perché è un momento topico della mia vita, questo. Forse l'ultimo, perché poi non lo so se di occasioni ne avrò altre.
Rimug(g)ino perché non dovrei già rimugginare su  un lavoro che non ho materialmente nemmeno cominciato, e invece rimuggino.
Rimug(g)ino perché sto cercando...anzi, DEVO  TROVARE, un modo per "schiacciare bene un pallone alzato male. Perché se la realtà è come è e non come la voglio, il mio cervello, che è un computer straordinario, deve aprire tutti i files con il titolo 'palla alzata bassa' e in questi files c'è la soluzione per le palle alzate basse, che sicuramente non è schiacciare 
alto."
Rimug(g)ino perché devo trovare quei files, ma non so se ce li ho. Spero solo che ci siano. E che questi benedetti files abbiano solo bisogno di un aggiornamento e che non siano corrotti o inutilizzabili. Perché DEVO RISOLVERE L'ALZATA, senza parlare dell'alzata o dell'alzatore, e non sono propriamente un Giani o uno Zaytsev (giusto per assaporare ancora un po' di atmosfera olimpionica). Non in questo ambito, almeno. O ancora.

Meditavo di scrivere a Velasco e chiedergli di farmi da personal trainer e motivatore aggiunto da qui fino a febbraio.
Ma forse devo solo sperare che vada bene se faccio quello che so fare.

NB: mi si faceva notare che per rimuginare in modo grammaticalmente corretto può bastare una sola "g"....ma ho deciso di tenere l'altra come sorta di rafforzativo, anche se è sbagliato. Prendetela come una scelta artistica e onomatopeica.
Vi voglio bene Grammar Nazi, è un bene che esistiate... :)

venerdì 12 agosto 2016

" ...ero totalmente in balia di questa cosa che non avrei potuto fermare, che mi accadeva, anzi, mi attraversava, indifferente a me. Come sarebbe stata poi la lunga notte in cui mori mia madre. Ricordo anche tante altre cose più intime e private che non ha senso raccontare qui. Ricordo che contrariamente ad ogni mia previsione, analisi, comparazione, lettura precedente, documentazione, studio, filosofema ecc., di quello che mi stava accadendo e del tempo che sarebbe seguito non sapevo nulla, non ero preparata, non assomigliava e non sarebbe assomigliato a niente, e che avrei avuto modo in moltissime occasioni di stupirmi di me stessa."
Carlotta Giucastro

Oggi sono 20 anni che non ci sei. 
E a volte penso che è come se non fosse passata nemmeno un' ora da quel momento.
E invece, di ore e giorni, ne sono passati un'infinità. 
Vorrei poterti raccontare come sono stati, vorrei poter pensare che dovunque sei hai visto e imparato in ogni caso qualcosa di me. 
Vorrei poter pensare che saresti stata contenta. Almeno un po'.
Ma tutto ciò che posso fare e solo cercare di vivere in ogni caso, nonostante tutto, come posso, senza pensarci troppo. E basta.

lunedì 25 luglio 2016


Oggi sono ufficialmente cominciati i miei ultimi dieci giorni con la piccola A.
Solo questa mattina ho pianto per dieci minuti buoni per via di quello che mia ha detto la piccolina. Per la verità me lo dice già da un mese, ma dirmelo oggi ha un altro peso. 
Ed io non posso in nessun modo trattenere le lacrime e l'affetto e il pensiero che sono gli ultimi dieci giorni e che poi le nostre strade si divideranno, come è giusto che sia.

Qualche giorno fa, grazie ad un'amica, ho avuto un colloquio per quello che sarebbe un lavoro "serio" e con una prospettiva, soprattutto economica, non indifferente.
Io non lo so come andrà, sono stata scelta e, per spirito pratico e di sopravvivenza, ho accettato una nuova sfida: quella che è per me l'ultima possibilità per avere un lavoro remunerato decentemente ed essere tutelata ufficialmente e maggiormente.

A chi mi chiede se sono contenta (praticamente tutti, eccetto mio padre che non si è minimamente posto il dubbio perché per lui lavorare con i bambini non è mai stato un lavoro nemmeno da prendere in considerazione), rispondo di si.

Ma ormai sono un paio di settimane che A. e i suoi progressi mi fanno tentennare.
Questo è un video che ha lo stesso valore di quando Angelica mi ha cantato tanti auguri o in video mi ha detto di prendere un aereo e tornare a Lecce. Ha lo stesso valore delle chiamate di AmicoCapo a cui non sono riuscita a rispondere, in cui la piccola aveva voglia di parlarmi perché le mancavo.
Ha lo stesso identico valore.
Con la sostanziale differenza che a lei, alcune cose, le hanno insegnate i genitori.
Ad A. ho insegnato tutto io.

Rispondo si, sono contenta. MA.

martedì 12 luglio 2016

mercoledì 6 luglio 2016

" Seguì la via che doveva seguire, con passo un po' pigro e ineguale, fischiettando e guardando lontano, innanzi a sé col capo reclinato da un lato; e se gli accadeva di sbagliar strada, ciò era perché per certuni non esiste una strada giusta. A chi gli chiedeva che cosa mai intendesse fare di sé dava risposte diverse, perché, come soleva dire ( e l'aveva anche già annotato), egli portava in sé possibilità per mille modi di esistenza, insieme alla segreta consapevolezza che, in fondo, si trattava di altrettante impossibilità..."

Thomas Mann, Tonio Kroger

Non è che tiro somme o faccio bilanci. In fondo, una cosa del genere, mi serve a poco.
E' che ci sono giorni in cui penso davvero che la strada giusta per me non è mai esistita, né mai esisterà. E mi scopro così lontana da come mi immaginavo a 13 anni, come se ci fosse una controfigura a vivere la mia vita ed io sono relegata in attesa chissà dove.
Che cos'è andato storto? Quando e in che modo ho perso la strada, finendo alla periferia di me stessa? 
Navigo a vista, ho perso il numero dei porti che ho solo toccato e so per certo che nessuno è quello sicuro o franco, che dir si voglia.

martedì 5 luglio 2016

" Ed io non ti vedo accanto a nessun uomo, perché sei nata sola. Come tutte le cose tue."
Alda Merini

L'ho sempre pensato. Di questi tempi, ancora di più.
Ed il difficile, in fondo, è sopportare chi cerca di convincermi del contrario.