martedì 29 dicembre 2015


Ho cominciato a vedere Sense 8
Sono solo alla 4 puntata in 22 ore.
E mando in loop questa scena perché credo sia qualche cosa di meraviglioso...

domenica 27 dicembre 2015

" Ogni tanto Mathilde
sogna un uomo al quale possa chiedere
Puoi amarmi?
Con tutta la fatica di vivere che si porta dietro, la fragilità.
Un uomo che conosca la vertigine, la paura e la gioia. 
Che non abbia paura delle lacrime dietro il suo sorriso
né del suo sorriso fra le lacrime.

Un uomo che sappia."

Delphine De Vigan

Un uomo che sappia...


Chiudere la gatta nel cassetto dei maglioni senza rendersene conto e lasciarla bloccata là per cinque ore buone: fatto!

# Natale Piemontese e due

venerdì 25 dicembre 2015


E, come direbbero in Piemonte, basta là!

#Natale Piemontese
# Prima o poi riuscirò anche ad imparare a godermi chi c'è invece di pensare a chi mi manca 
# intanto mi consolo con il panettone con il gelato


venerdì 18 dicembre 2015


Angel in the snow, David O'Neal

"Allen racconta un mondo che è in grado di tornare in equilibrio, ma con la leggerezza di chi deve rimettere le cose al suo posto"

Federico Gironi, recensione
coming soon

Questa sera sono andata a vedere Irrational Man di Woody Allen. E' un film fortemente Alleniano, molto filosofico, introspettivo, molto parlato. Una black comedy in cui il tema del destino, e degli equilibri tra moralità e sentimenti che spesso condizionano una vita, sono fortemente centrali e indagati  con la solita lucidità e scaltrezza propria del regista. Non è certamente un capolavoro, ma posso affermare che è uno dei migliori film di Allen degli ultimi anni.

Un po' sorrido se penso ai richiami che ha questo film nella mia vita. Labilissimi, beninteso.

Stanotte mi sono svegliata alle 3.45 del mattino per via di un sogno. Un sogno di cui, come sempre, non ricordo quasi nulla, tranne la fine. Che è poi il motivo per il quale mi sono svegliata un po' frastornata da quello che mi vedevo fare e mi son detta "ma quanti anni sono passati?" e, soprattutto, "quanti anni avrà lui adesso?".

Ho avuto una cotta assurda per il mio professore di sociologia dell'università. All'epoca ero poco più che ventenne e lui aveva la stessa età che ho io adesso. Era...E' un uomo brillante, un po' burbero, con una montagna di capelli ricci, non bello ma affascinante, con un accento veneto che all'epoca non riuscivo a far rientrare nella provincialità del posto. Soprattutto, sapeva il fatto suo ed era molto preparato sulla sua materia e nei filoni che inevitabilmente ad essa di collegavano. E' stato un professore che mi ha aperto la mente su molti aspetti della comunicazione e del comunicare, con il quale mi sarebbe molto piaciuto poter instaurare una sorta di amicizia perché credo sarebbe stato un ottimo interlocutore critico su diversi argomenti. Quest'uomo trasudava molta passione per la sua materia, molta capacità di analisi dei fatti e la capacità di mostrare le diverse sfumature di qualsiasi argomento avesse deciso di affrontare a lezione. Senza mai risultare noioso, fuori tema, parziale o autoreferenziale.
E a me piace questa tipologia di uomini dalla cultura sconfinata, che sono in grado di confrontarsi  e condividere la loro conoscenza e il loro punto di vista senza risultare pedantei, peggio ancora, arroganti e supponenti.

E niente, erano anni che non pensavo a questo professore e vedere il film di Allen mi ha fatto pensare che, in qualche modo e fatte le dovute proprozioni del caso, ho avuto anche io un irrational man nella mia vita. Ed è stato interessantissimo.

venerdì 11 dicembre 2015






Massimo Troisi in "Scusate il ritardo" (1983)

Niente, mi sono svegliata questa mattina alle 6.30 per andare a lavoro e la caldaia aveva smesso di funzionare: niente riscaldamento, niente acqua calda, niente gas. Ad un certo punto, avendoci messo mano, non c'era più nemmeno l'acqua fredda. 
Arrivo a lavoro con un'ora e mezza di ritardo, senza aver fatto una doccia e senza aver fatto colazione. 
Ho avuto 4 telefonate solo in mattinata che sono riuscite nell'ordine ad innervosirmi, imbestialirmi, deprimermi. 
La piccola è stata iperattiva per tutto il pomeriggio ed esigeva di essere tenuta in braccio costantemente, pena il pianto disperato.
Ho avuto un ultima telefonata e, per evitare di urlare in pulman, me la sono fatta a piedi per tornare a casa. 8 km. E non sto esagerando.
Ora è sera. Il mio coinquilino ha compiuto il miracolo di riuscire a far ripartire la caldaia, sto per andare a fare una doccia bollente, ma non posso fare a meno di pensare alla parola "chiavica".

E so che non è finita qui.

martedì 8 dicembre 2015


(da Facebook)

"Il bilico, la non soluzione, il fermo immagine, l'incertezza di ogni confine."
Appunto.
Anche se poi ho la sensazione che non sia solo malinconia.

domenica 6 dicembre 2015


" Well it's saturday night / you're all dressed up in blue / I been watching you awhile / maybe you watching me too / so somebody run out / left somebody's heart in a mess / well if you're looking for love / honey I'm tougher than the rest. / Some girls they want a handsome Dan / or some good-lookin' Joe on their arm / some girls like a sweet-talkin' Romeo / well 'round here baby / I learned you get what you can get / so if you're rough enough for love / honey I'm tougher than the rest / The road is dark / and it's a thin thin line / but I want you to know / I'll walk it for you any time / maybe your other boyfriends / couldn't pass the test / well if you're rough and ready for love / honey I'm tougher than the rest / Well it ain't no secret / I've been around a time or two / well I don't know baby / maybe you've been around too / well there's another dance / all you gotta do is say yes / and if you're rough and ready for love / honey I'm toughe than the rest / if you're rough enough for love / baby I'm tougher than the rest".

Bruce Sprrengesteen, Tunnel of love, 1987 

" Qual è la differenza tra una presa di coscienza e una rassegnazione? Istintivamente definirei la mia presa di coscienza di oggi come una maturità, che esprime però la mia convinzione di una crescita secondo i miei propri criteri rispetto all'obbiettivo finale di ciò che desidero diventare, il che mi è poco chiaro attualmente. Ebbene oggi ho rinunciato all'essere istintiva e fare ciò che sento senza badare ai giudizi altrui ma soprattutto ai miei, come i libri che amo mi hanno insegnato; oggi, questa notte, ho resistito e mi sono abbandonata a ciò che la mia ragione, la quale rappresenta il mio istinto, che difficilmente mi inganna, mi dicevano; mi sono addormentata con un telefono in mano, tastiera illuminata, pronta a digitare tutti i miei pensieri in un sogno, dove avrei potuto evitare delusioni e decidere io stessa il finale, ed è così che ho chiuso. Sono cresciuta posso dirlo, ma ho lasciato la speranza, ad esempio di ottenere un uomo che non mi desidera ma che nella situazione non rappresenta altro che la sfida di tutto ciò che voglio avere nella vita e che solitamente non ho mai rinunciato a cercare di conquistare. Da oggi sono maturata e rassegnata. L'amore per una persona competitiva e che non si rassegna a perdere è un'attività distruttiva"
un'amica sul socialcoso

E penso inevitabilmente a questo sabato notte. Un sabato notte che ho rimandato e rimandato, finché di scuse non ce ne sono state più. Un sabato notte passato ballando come se non ci fosse un domani, come ai vecchi tempi, quando QUEL posto era all'apice dello splendore ed io continuavo a guardare da lontano perché non sapevo come altro fare...un sabato notte in cui sono stata, effettivamente, tutta vestita di blu e ho cercato di essere abbastanza forte per vedere la realtà delle cose (again), quella che avrei voluto sfuggire, ma tant'è è stata lì sotto i miei occhi per ore. Una volta di più. E ho lasciato la speranza, quella speranza lì che non conto più le volte di cui ho scritto e parlato e pensato e riprovato, in realtà; anche se non lo so bene se sono maturata o mi sono rassegnata.  O tutt'e due le cose. O nessuna delle due. Queste cose le capisco sempre dopo o le capiscono solo gli altri per me. Perché io (pare) non sono abituata a recepire immediatamente, a comportarmi di conseguenza. A non pensarci. "Ad andare oltre" [cit.] Come ho letto non ricordo più dove, ci metto una frazione di secondo a sentire le cose e poi ci metto un secolo a prenderne atto. 
Quantificando, io ci metto più di un secolo. Questo sabato notte ne è la conferma.
Io sono più dura degli altri.