lunedì 2 novembre 2015


" Se una canzone che stia al posto mio non c'è, eccola qua"


Ieri mi è capitato di parlare con mia sorella del mio lavoro. Mentre le raccontavo il fatto che la piccolina di cui mi occupo in questo periodo non gradisce per niente ciucciotto e biberon, mia sorella ha lanciato lì un commento leggero: "anche noi eravamo così, so che mamma ad un certo punto ci dava il latte con il cucchiaino.". Non l'ho mai saputa questa cosa. Nessuno me l'ha mai raccontata, e nella mia famiglia le occasioni per regalarsi di questi piccoli ricordi sono più uniche che rare. A parte i miei ricordi ( che, per forza di cose, sono pochissimi e annebbiati), non ho testimonianze o racconti su quelli che sono i miei primissimi anni di vita. Ed è un po' triste, perché mi piacerebbe sapere come sono stata da piccolina, ma non c'è nessuno a cui poterlo chiedere. O, meglio, non c'è nessuno a cui abbia voglia di chiederlo, anche perché sono cose che vorrei tanto sentirmi raccontare da mia madre. Sarebbe  naturale che fosse così. Ma.

Questa cosa mi ha comunque portato a fare una costatazione. Ho realizzato che sono una sorta di custode: se non c'è nessuno che può raccontarmi di me stessa, sarò io che un giorno avrò da raccontare un sacco di aneddoti del primo anno di vita di tutti i bambini con cui sono stata. Cose che ho visto solo io o solo io prima di chiunque, genitori in testa. 
Piccoli movimenti, accenni di parole, sorrisi, abitudini, modi di guardarmi che resteranno per sempre stampati nei miei occhi, gesti dei quali queste piccole creature non avranno ricordo. Ma io si. 
E niente, pensavo a quanto sarebbe bello poter essere lì a potergliele raccontare di persona, quando saranno abbastanza grandi da poter capire o poter apprezzare.
Chissà. 

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