mercoledì 5 agosto 2015


Venerdì verso mezzogiorno io ero in giro a risolvermi problemi tecnici.
Ero arrabbiata con me stessa perché avevo fatto una sciocchezza, una delle mie solite sbadataggini, che mi ha creato non pochi problemi logistici e monetari, ma per fortuna si è poi risolta. 

Venerdì verso mezzogiorno, invece che essere in una posta a compilare moduli e chiedere informazioni e risolvere il casino che avevo combinato, avrei voluto mettermi in treno e andare a trovare Amica B., che purtroppo è tanto che non vedo e che sento a sprazzi per via della piega che hanno preso le nostre vite. 

Venerdì verso mezzogiorno avrei dovuto essere a metà strada, tra Torino e Treviglio, una paesino della bassa bergamasca dove sono stata ospite un paio di volte e ci ho trovato la famiglia più eclettica e ispirata e fashion e spirituale che io abbia mai conosciuto. Quella di Amica B., appunto. Una delle prime volte che sono stata là, sono uscita con ai piedi un paio di scarpe con la zeppa verde brillante (che per mia indole non credo avrei mai indossato di spontanea volontà) e sono andata a bere in un bar per gay dove mi sono divertita un sacco. Ho mangiato un sacco di spaghettini birmani, ho sfilato per finta sulle note di "they don't really care about us" con J., il fratello di Amica B., che mi dava lezioni di portamento e continuava a spronarmi di osare ed essere più sicura di me. Una delle ultime, un paio di giorni dopo il mio compleanno, ho assistito ad un runway di fine corso a Milano Bovisa, tra vestiti di carta e futuri designer di moda.

Venerdì verso mezzogiorno avrei semplicemente dovuto essere altrove da dove ero per salutare per l'ultima volta, una persona piena di vita, che ogni volta che ho incontrato è stata un'esplosione di eccentricità un po' impertinente e chiacchiere e risate e foto. 
Ma non ero la. E comunque sarebbe stato troppo tardi. 
Perché a quell'ora la vita e il sorriso di questa persona si sono spenti a causa di un cancro, dopo tre anni di lotta.
Vorrei trovare le parole per esprimere l'infinita tristezza, ma avendolo sperimentato in prima persona, so che nessuna sarebbe appropriata. Vorrei solo che non fosse successo. 
Non a James, soprattutto.
Quindi preferisco affidarmi ai ricordi che ho di lui. Uno era proprio Lilo&Stich.

Ciao J. Dovunque tu sia, mi ricorderò di te e della tua cascata di ricci ogni volta che guarderò questo film e, anche se non eri un mio parente, per te varrà sempre la mia personale ed affettuosa ohana.
Un abbraccio forte.

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