mercoledì 12 agosto 2015

Mi piacerebbe ogni tanto averti qui


Massimo Volume

" Mi piacerebbe ogni tanto averti qui / raccontarti di me / tu che restavi fermo sulla soglia / a guardarmi / in attesa di un pretesto / che non ti offrivo mai / Te ne sei andato docile / tra le mie braccia / nella tua buona notte / vestito come uno sposo di campagna / tu così attento allo stile / mi piacerebbe ogni tanto averti qui / con Nina sulle tue ginocchia / per confrontare i nostri profili / che il tempo ha affilato / fino a confonderli / te ne sei andato docile / tra le mie braccia / nella tua fredda notte / leggero come una rondine stremata / tu che avevi il terrore del vuoto / mi piacerebbe ogni tanto averti qui / per mostrarti le cose che ho di te / te ne sei andato docile / tra le mie braccia / nella tua arida notte / che un giorno sarà la mia."

Oggi sono 19 anni che non sento la tua voce. A volte vorrei anche solo ricordare di averla sentita ancora, nitida, nei sogni che faccio e che inevitabilmente dimentico. Credo mi basterebbe anche solo un'eco, per avere almeno la sensazione di vicinanza, qualcosa che mi faccia almeno illudere che sei sempre qui, come se fossi semplicemente in un'altra stanza e che tutti questi anni sono solo stati un'illusione ottica o uno scherzo. Ma niente.
Posso solo cercarti nei miei lineamenti, nel mio sguardo, nel mio sorriso che è tanto simile al tuo e se mi guardo allo specchio ogni tanto credo quasi si sovrappoga con il mio, nel mio odore che è inconfondibilmente il tuo. Mi basterebbe che tu fossi qui, anche solo ogni tanto, come accadrebbe se davvero ci fossi ancora, nella piega della mia vita da adulta.

Sono giorni che mi capita di rifare, ossessivamente  e senza sosta, una cosa che ho fatto quando avevo 14 o 15 anni: avevamo da poco ricevuto in regalo un videoregistratore, ma l'unico film che avevo in vhs in tutta casa era "Lady Hawke" e lo guardavo in loop, rapita, senza stancarmi mai. E ti costringevo a guardarlo con me. Lo avrò fatto, credo, per tutti i pomeriggi e forse anche qualche sera per un mese intero, finché tu, esasperata, non hai minacciato di distruggere la cassetta se non avessi smesso o cambiato film. Ed io dovetti smettere.
Adesso, qui e ora, da 10 giorni a questa parte guardo in loop "Interstellar" e penso che se ci fossi, ti incazzeresti allo stesso modo. L'ho rivisto anche stasera e, per la prima volta, mi sono soffermata su una citazione di uno dei protagonisti, che per inciso è una donna ed è uno scienziato poco incline ai sentimentalismi e dedito alla concretezza e alla tangibilità delle teorie. Ad un certo punto ha però una sorta di inversione di marci e dice:
" Forse abbiamo passato troppo tempo cercando di capire con la teoria...quando dico che l'amore non è qualcosa che abbiamo inventato, è qualcosa di osservabile, potente...deve significare qualcosa...la gente ama chi è morto, dov'è l'utilità sociale in questo? Forse significa qualcosa di più, qualcosa che non possiamo ancora comprendere...forse è una qualche prova...qualche artefatto di un'altra dimensione che possiamo consciamente percepire...sono attratta attraverso l'universo da qualcuno che non vedo da un decennio e so che, probabilmente, è morto....l'amore è l'unica cosa nell'universo che siamo capaci di percepire, che trascende le dimensioni di spazio e tempo...forse dovremmo fidarci di questo anche se non la comprendiamo...ancora..."
E non lo so, vorrei pensare che tu esista ancora, in un'altra dimensione di questa vita, e che l'affetto che mi lega a te prima o poi ci riporterà ad essere nello stesso tempo e nello stesso spazio. Magari con lo stesso numero di anni che avevi tu quando sei andata via; magari con qualche anno davanti per potersi raccontare, per poterci osservare e scoprirci simili nell'aspetto;magari non per cambiare il passato, ma semplicemente per vivere un futuro diverso che non è quello che mi spetta e mi aspetta adesso dietro l'angolo. 
Laddove il tempo, in fondo, come dice Milton, non è che un volto nell'acqua.

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