martedì 2 giugno 2015



Io  non sono una grande amante del caffè. Per anni sono stata rimproverata perché la mia avversione per il caffè veniva puntualmente scambiata per scarsissima voglia di socializzare. La verità è che non ne amo per niente il sapore e tutte le volte che sono in un bar e ne ordino uno, tre bustine di zucchero sono d'ordinanza. Così come, a quel punto, diventano d'ordinanza gli sfottò di qualsiasi barista o cameriere. O del mio migliore amico, ormai intimamente convinto che io gliele rubi apposta. Ma sto divagando. 
Dicevo, non amo per niente di caffè, tuttavia da quando ho cominciato a lavorare con i bambini, ho realizzato che il mio organismo ha impellente bisogno di caffeina. Soprattutto quando sei insonne e dormi giusto 4 ore prima di dover andare a lavoro. 
Così ormai è diventata un'abitudine a cui fatico a rinunciare. Poi sono pugliese e da queste parti il caffè in ghiaccio è una specie di religione: filosoficamente parlando, il caffè in ghiaccio "è come il battito di mani che quando lo pensate è ancora futuro, ma appena lo avete compiuto è già passato" [cit.] 

C'è un posto a Torino di cui mi sono innamorata. E' una piccola caffetteria, Orso, che è stata aperta più o meno nel mio ultimo periodo lì, proprio al lato opposto della via in cui vivevo, di strada verso il parco del Valentino. Io sono riuscita a passarci solo durante le vacanze di capodanno. Lì, oltre ad un servizio ottimo e il personale simpaticissimo, proprietario in testa, ho più o meno ritrovato quella filosofia tutta salentina del caffè in ghiaccio, anche se il caffè in ghiaccio non hanno idea di come si faccia e un po' inorridiscono anche al pensiero. Ma ti offrono una varietà ottima di miscele sud americane, arabiche e nepalesi che compensano in ogni caso la voglia di caffè. Io ne ho trovata una che è talmente dolce e aromatica da rendere obsoleta la mia idiosincrasia e, con essa, tutto il mio siparietto con lo zucchero, cosa questa di cui sarò enormemente grata per tutta la mia esistenza a venire. Nelle tazzine poi, alla fine del rituale, ci trovi anche un piccolo numero stilizzato e a quel numero è associato un pensiero per accompagnare la tua giornata, riportato sul grande poster appeso proprio all'entrata. 

CollegAmica abita proprio in prossimità e ne è un'assidua frequentatrice; ogni tanto, soprattutto dopo lunghe chiacchierate sulla nostra visione della vita, che è sistematicamente inversamente proporzionale l'una all'altra, mi manda i pensieri in pillola. 

Questa mattina è arrivato quello della foto.
E' talmente geniale e il linea con il mio continuo disattendere i propositi di leggerezza nel vivere la mia vita in genere, che ho deciso di farci un magnete o un poster da appendere in camera. 
Magari avendolo di fronte tutte le volte che apro gli occhi, prima o poi, una, sarà la volta giusta.

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