venerdì 27 febbraio 2015


Non è il miglior film in assoluto: ci sta.Quello che vince l'Oscar non è mai, ma proprio mai, il miglior film. Ci sono in mezzo troppe logiche di mercato e troppo potere delle major, dei produttori, degi sponsor. E si, anche una commissione fatta di cani che il più delle volte non capisce un cazzo di quello che sta guardando. Per dire, io l'Oscar a The Million Dollar baby non l'avrei dato nemmeno se mi avessero pagata perché l'ho considerato un film-sotterfugio per veicolare un messaggio soggettivo. Ma quell'anno era il migliore rispetto ai concorrenti che aveva ed è stato giusto vincesse. 

La Teoria del tutto, così come The Imitation Game o Boyhood, non poteva e non ha vinto a mani basse perché la sceneggiatura era talmente basilare, scontata, lineare e debole che, almeno per quanto mi riguarda, non si meritava la benché minima considerazione. Questo perché era pensata per riscontrare il favore di quel pubblico medio degli Oscar che, o racconti la storia disperata di una vita malata o altrettanto disperata per altri motivi, o il film non è all'altezza di essere preso in considerazione. 
Birdman è quel film che, in questo contesto, è superiore per sceneggiatura, recitazione e tecnica registica: è sarcastico, pungente, non risparmia niente e nessuno, non ha un tempo morto che sia uno, è surreale fino al limite, racconta la pazzia e la debolezza umana ( che, ammettiamolo, è cosa di tutti, nessuno escluso) del voler essere qualcuno, un qualcuno ammirato che ha lasciato un segno nell'immaginario.
Ho trovato il monologo di Emma Stone spettacolare e ancor più sul pezzo l'interpretazione di Edward Norton, e non mi capacito perché siano stati così platealmente ignorati.
E poi c'è la disperazione di un uomo che ha sacrificato tutto per il suo lavoro, ma l'unica cosa che vuole è uscire dallo star system e dimostrare di valere di più, di non essere una semplice figurina supereroica. I supereroi sono fantasia, non possono e non avranno mai lo spessore di un qualsiasi essere umano che se la cava in ogni caso senza avere i superpoteri.
E per quanto non ci piaccia, o lo troviamo inaccettabile e ufficialmente ci infastidisca, la verità è che il vero potere sta nella comunicazione e la comunicazione, in questo preciso periodo del genere umano, sono i social network. Inarritu non fa altro che dimostrare quanto gli esseri umani possano raggiungere vette insopprimibili di stupidità e ignoranza nell'usare i mezzi di comunicazione, confondendo il mezzo con il messaggio. McLuhan a quest'ora si starà rivoltando nella tomba.
Birdman è un film che esce dagli schemi della regia drammatica di Inarritu, sorprendendo in ogni minimo dettaglio. Mi ha lasciata perplessa giusto la fine, me non perché non condivido il messaggio, ma semplicemente perché una fine meno aperta sarebbe stata migliore.

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