giovedì 5 febbraio 2015



" I saw you this morning./ You were moving so fast. / Can't seem to loosen my grip on the past./ and I miss you so much. / There's no one in sight./ And we're still making love./ In my secret life. / I smile when I'm angry. I cheat and I lie. / I do what I have to do to get by./ But I know what is wrong, And I know what is right./ And O'd die for the truth / in my secret life./ Hold on, hold on, my brother./ My sister, hold on thight./ I finally got my orders./ I'll me marching through the morning, marching though the night, moving cross the borders / of my secret life./ Looked through the paper. / Makes you want to cry./ Nobody cares if the people live or die./ And the dealer wants you thinking that it's either black or white./ That's G-d it's not that simple / in my secret life./ I bite my lip. / I'm buy what I'm told: frome the latest hit, to the winsdom of old./ But I'm always alone. / And my heart is like ice./ And It's crowded and cold / in my secret life."
Leonard Cohen, In My Secret Life

" So che mai avrò quel che cerco, e che non so cercare quel che voglio, ma cerco, insciente, nel silenzio oscuro e stupisco di quel che so che non bramo".
Fernando Pessoa


Nella mia vita segreta, che poi credo che tanto segreta nemmeno sia, in questo momento nevica. Nevica forte, nevica grandi fiocchi di neve, tutto è bianco ed io sto percorrendo il lungo Po, dopo esser passata per un centro imbiancato. Non c'è il vento di scirocco che sferza qualsiasi cosa incontri, nè le palme del mio giardino che  quasi si piegano. Fa più freddo che qui, ma è un freddo che ho imparato  metabolizzare e sopportare meglio, che riesco a tenere a bada rispetto a quello che mi entra nelle ossa e mi costringe a vivere in simbiosi con la stufa. La mia gatta lo soffre quanto me, tanto che ieri è stata la seconda volta che si è bruciata la coda è non ha emesso il benché minimo rifiato. Povera. (io o lei? bah...)

Nella mia vita segreta non sono seduta al tavolo di cucina con le piastrelle e i mobili anni '70 malandati, di una casa a cui non sento più di appartenere da un sacco di tempo, ma tant'è sembra che sia il fulcro di ogni ritorno e l'ostacolo ad ogni ripartenza (letterale e metafisica), ma sono in una casa piccolina che ho arredato io, che non è immensa e dispersiva e terribilmente fredda, ma è raccolta e contiene tutti i miei pensieri, tutte le mie idiosincrasie, tutti i miei squilibri interiori e mi fa essere me stessa nei limiti del possibile.

Nella mia vita segreta sono riuscita a trovare un lavoro dove volevo trovare lavoro. Anche se non sono mai stata brava a cercare quel che voglio. E soprattutto a trovarlo.
Ed è un lavoro che in qualche modo so fare...che sia un call center, un negozio, una libreria, un segretariato, un lavoro a contatto con un pargolo.
L'ho trovato e lo so fare, al meglio che posso.
E l'inquietudine nella pancia c'è, ma è quell'inquietudine legata alla vita e all'esistere, alla stanchezza che ogni tanto ci assale, ma è accettabile perché ti fa andare avanti, non come quella che sento io, che mi divora e basta. Perché vivo sempre sospesa, saltando da un lavoretto all'altro e, quando ne trovo uno un po' più stabile, mi riesce male perché non sono stata preparata bene ad affrontarlo. Ed io purtroppo sono una che s'impanica, anche quando non dovrebbe. E quest'ansia di non sapere cosa sarà di me tra 20 giorni e se troverò e se riuscirò ad essere indipendente, è lì che mi logora  E mi fa mangiar male. E mi toglie la voglia di svegliarmi al mattino.

Nella mia vita segreta sono libera di vivere di notte e di vivere la notte di una grande città, con le sue luci e i suoi rumori, con le sue strade a volte paurose o rumorose, a volte semplicemente e meravigliosamente silenziose; e ogni strada ha una sua storia. Ed anche se non sono in giro, ma mi godo semplicemente la mia casa, posso scegliere di viverla fino in fondo, senza dover dare spiegazioni del dove, del quando, del come e del perché i piatti in cucina sono lì da due giorni e ho steso il bucato in piena notte piuttosto che essere in piedi alle 7.30 del mattino perché "così deve essere altrimenti sei una nulla facente".

Nella mia vita segreta vivo di notte e parlo con te. A volte sono in giro e ti incontro per caso (per la verità, in quella reale è sempre stato così...anche se so sempre più o meno dove sei e allora diventa tutto un circolo vizioso in cui causa/effetto si sovrappongono) e ti cerco per scelta. Ma quando ti cerco davvero non ti trovo mai. O se ti trovo...vabhé lasciamo stare.
Nella mia vita vera ovviamente sono qui, ed ho notizie frammentate, ho notizie didascaliche che potrebbero essere vere o potrebbero essere un bluf. E non lo so...mi ritrovo contro ogni logicità a sperare che nessuno di accorga di te...e sperare che prima o poi tu ti accorga veramente di me. Perché prima di mollare vorrei provare. Ma intanto posso solo aspettare la prossima volta in cui ti vedrò per caso. E il tempo non è che sia a mio favore...
E ne parlo continuamente, di questa attesa che so benissimo essere inutile, vana e controproducente, e certe volte mi chiedo se poi ti sto aspettando veramente o semplicemente sono sempre ferma su me stessa e sono troppo pigra per guardare oltre. 
O rifiuto di convincermi che non poteva davvero essere niente altro di diverso da quello che è stato. 
Altrimenti lo sarebbe stato, come diceva quello.

Nella mia vita segreta, in ogni caso, è tutto meglio.

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