domenica 22 febbraio 2015

" [...] sono ubriaco e sono solo. Grosso errore. Mai le due cose insieme. O solo o ubriaco, mai le cose in contemporanea. ' La ami?' mi hai chiesto. Si, la amo quando è con me. O, in altre parole, la amerei, se fosse con me. Ma non è con me. E io non posso essere con lei quando lei non è con me. [...] Non posso sempre amare donne che non sono con me quando io sono con loro, quando io le amo. [...] non posso sempre vivere della volontà della donna che amo. Io voglio vivere con la donna che amo. Vivere e amare, in contemporanea. Mai l'uno senza l'altra. Ubriaco e solo:  mai in contemporanea. [ ...] Tu hai entrambi: vivere e amare. Ho entrambi anche io: essere solo ed essere ubriaco. Grosso errore. Ma voglio dirtelo: mi sono forzato, molto forzato, non volevo che tu mi piacessi. Non lo volevo. Non volevo che non mi piacessi, e non volevo che mi piacessi. Non volevo niente di niente. Non volevo vederti. A che scopo? [...] Adesso però ti rivelo una cosa: ... hai un viso meraviglioso. Sembri molto più innocente di come scrivi. No, non sei cattiva quando scrivi, ma sei durissima, ai limiti di te stessa. Ma il tuo viso è dolce. E bello. E io non so se sei felice. Non lo so. Ma devi esserlo. Puoi vivere e amare, in contemporanea. Io sono solo e sto male. [...] Ieri ti ho sognata, e ho visto il tuo vero viso. [...] i tuoi occhi si, la tua bocca si. E anche il naso. Come mi guardavi, mi parlavi, mi annusavi. Questo mi interessa. E adesso, ogni parola che mi scrivi è sempre il tuo odore, il tuo sguardo, la tua bocca. [...] mi sei così vicina [...]"

" [...] non solo ho centinaia di impressioni, di te ho anche un'impronta. Ho un punto di contatto nella parte più interna della mia mano. Lì posso osservarti. Lì posso accarezzarti."

" [...] che cosa mi manca? - Tu (già prima di sapere che esistevi). Che cosa puoi fare per me? - Esserci. Scrivermi. Leggermi. Pensarmi. Accarezzare il mio punto di contatto. Che cosa voglio fare di te? - dipende dal momento. La maggior parte delle volte averti in testa. Talvolta anche più giù. Che cosa dovresti essere per me? - Domanda superflua, lo sei già. Come dovrebbe andare avanti tra noi due? - come finora, in avanti. Dovrebbe andare avanti? - Assolutamente si. E condurci dove? - Da nessuna parte. Andare avanti e basta. Tu vivi la tua vita. Io la mia. E il resto lo viviamo insieme."
La Settima Onda, Daniel Glattauer 

Ieri, mentre la mia serata scivolava via, mi è capitato di attuare il solito rituale da quando ho uno smartphone e vederti. Vedere una tua foto e perdermi, letteralmente, per un momento. Giusto il tempo di smettere di respirare. Di perdere la parola, la capacità di essere razionale e ragionevole. Di perdere la forza di essere distaccata e di guardare alla concretezza della situazione. Di perdere di vista la realtà. 
Ho solo pensato che in quella foto sei davvero bello e, se possibile, che mi piaci ancora di più.
Ho tante tue foto recenti. E pensavo di essermi forse abituata al tuo viso, alla tua immagine. Pensavo anche di essere riuscita in qualche modo a ridimensionarti sul serio, dopo questi mesi in cui non ti ho più visto dal vivo, né sentito la tua voce, né averti sfiorato.

E invece no.

Ho giganteschi armadi e cassetti e scatole stracolmi di sentimenti per te.
E vorrei avere una chiave che giri in un solo verso, quello che chiude, in modo che tutti questi sentimenti possano soffocare prima o poi.
E intanto scrivo qui per riuscire in qualche modo a proteggermi dall'ennesimo passo falso verso di te, perché chi e che cosa sono io per te è stato ed è senza importanza . 
Per riuscire almeno a  salvare il mio amor proprio. 
E avere quello che si chiama Buon senso.

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