venerdì 12 dicembre 2014






Dieci inverni, 2009,dir. V. Mieli

"Parla piano e poi / non dire quel che hai detto già / le bugie non invecchiano / sulle tue labbra aiutano / Tanto poi / è un'altra solitudine specchiata / scordiamoci di attendere / il volto per rimpiangere / Parla ancora e poi / dimmi quel che non mi dirai / versami il veleno / di quel che hai fatto prima / Su di noi / il tempo ha già giocato, ha già scherzato / ora non rimane che / trovar la verità / Che ti dà, che ti dà / nascondere negli angoli / dire e non dire, il gusto di tradire una stagione / Sopra il volto tuo / pago il pegno di / volere ancora avere, ammalarmi i te / raccontandoti di me / Quando ami qualcuno / meglio amarlo davvero, e del tutto / dove hai tenuto nascosto finora chi sei / Cercare mostrare approvare una parte di sé / un paradiso di bugie / La verità non si sa, non si sa / come riconoscerla / cercarla nascosta nelle tasche, i cassetti, il telefono / Che ti dà, che mi dà / cercare dietro gli angoli / celare i pensieri, morire da soli / in un'alchimia di desideri / Sopra il volto tuo / pago il pegno di / rinunciare a me non sapendo dividere / dividermi con te / Che ti dà, che mi dà / affidarsi a te, non fidandomi di me / Sopra il volto tuo / pago il pegno di / rinunciare a noi / dividerti soltanto / nel volto del ricordo." 

Parla Piano, Vinicio Capossela

Mi sono chiesta spesso se è il film a stare tutto in questa canzone o se la canzone ha dettato tempi, immagini, tagli, luci di questa pellicola. In ogni caso sono un ensemble perfetto.
Entrambe, il film e la canzone, sono legate molto intensamente agli ultimi due anni e a due uomini diversi che hanno attraversato la mia vita, ognuno a modo suo, ognuno con il proprio carattere. Ognuno portandosi via un pezzo di me, lasciandomi sguarnita.
Guardavo il film nel momento in cui S. mi ha chiamata perché era innervosito da un mio atteggiamento infantile. E in quel momento io ho realizzato che ero infantile proprio perché ero interessata a lui e la situazione mi è sfuggita di mano. Insieme al lume della ragione.
Ascolto la canzone ora, che il lume della ragione in qualche modo l'ho recuperato, e penso all'Altro e a come ho passato l'ultimo anno. A come l'ho inseguito silenziosamente negli ultimi quattro anni,più o meno da quando l'ho visto la prima volta, senza farmi mai avanti, perché non ero pronta a provarci, perché il momento non era mai quello giusto, perché non avevo voglia di mettermi un gioco. E penso che, contro ogni logica, qualche cosa è successa. E al fatto che, alla fine, però, non ci siamo comunque trovati. O a come ci siamo trovati male, quando ci siamo trovati. E stato come essere nello stesso angolo, a pochi centimetri, ché bastava solo voltare gli occhi e guardare bene, e magari potevamo anche vederci. Davvero.

Metto insieme questi due anni e quello che mi hanno portato e insieme tolto questi due uomini, e tutto quello che si portano dietro i giorni che ho speso ad inseguirli. E non riesco a fare a meno di pensare che io, purtroppo, o per fortuna, nonostante il loro passaggio e le inflessioni che hanno provocato  in me, resto sempre io.
E accade come nel video: ognuno sceglie una strada diversa, o più semplicemente torna al proprio posto. E, come predice Woody Allen, in un altro film, "ciò che non ci uccide, in qualche modo ci frega." [cit.]


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