lunedì 30 giugno 2014

" Non so dare un nome a ciò che provo / e se ha una qualunque importanza / ma ti porto negli occhi insonni del pensiero / come un attimo scattato di indelebile nostalgia"
Anileda Xeka



Non sono brava ad andarmene...

giovedì 26 giugno 2014



" Se piovesse chissà se tu resteresti qui per me."
 " Il leggero fragore di un tuono. Anche se venisse a piovere rimarrò qui, insieme a te"
Il Giardino delle Parole, 2013, Makoto Shinkay


Questa mattina mi sono svegliata con la pioggia.
Di solito è una bella sensazione, aprire gli occhi con la pioggia.
Ma questa mattina ho aperto gli occhi prestissimo e non trovavo Lilo.
Il fatto che lei fosse fuori, che non mi avesse svegliato come al solito, mi ha fatto cominciare la giornata un po' di traverso, con una sensazione latente di sconforto e solitudine.
Mi sono sentita abbandonata anche da lei.

Sono rimasta alla finestra, un po' con la paura che potesse succederle qualcosa, che fosse rimasta bloccata in chissà quale angolo del tetto per via della paura dell'acqua battente.
Poi ho avuto quest'immagine di lei sotto la tettoia di una delle finestre del nostro tetto, lì immobile, con gli occhioni rivolti verso il cielo. Tranquilla e serafica come al solito. 
In attesa di scegliere il momento giusto per muoversi e tornare.
Perché, la verità è che, nonostante io possa pensare il contrario, non sembra aver paura di niente la mia piccola Lilo. E, cosa che continuo sempre a sottovalutare, lei è libera e lo resterà sempre nonostante il nostro convivere e l'affetto che mi dimostra tornando.

E in quel momento, per la prima volta dopo molti giorni, ho pensato a quella notte.
Al momento in cui ti sei allontanato da me e sei rimasto affacciato alla finestra.
E hai sorriso, mentre guardavi Lilo esplorare il tetto.
E mi hai detto che la invidiavi perché lei era più libera di noi. 

Non ho potuto fare a meno di pensare che non sei come la mia gatta. 
Lei, nonostante la pioggia, torna di sua spontanea volontà e rimane qui con me.
E un po' mi sei mancato.

Ma dopotutto siamo esseri umani, abbiamo tutti le nostre stranezze.
Io ho quella di lasciarmi prendere dalla nostalgia per cose o persone che non sono quello che sembrano.

sabato 21 giugno 2014

L'età più bella


Il Sorpasso, 1962 dir. Dino Risi

"...poi quasi in un lampo arrivò a quell'età che, lucidala quanto vuoi, non può che essere un pallido riflesso di quel prezioso materiale che è la gioventù: compì trentacinque anni" — Francis Scott Fitzgerald, La strega rossiccia, 1921)

Per giorni, e anche per mesi, ho pensato intensamente a questa citazione di Fitzgerald e ai suoi rimandi alla realtà, soprattutto la mia; alle implicazioni della cifra (quasi) tonda che sono i 35. (non ne prendo le misure bene, a questa cosa, nemmeno adesso che sto scrivendo per la verità,ma va bene...).

Ma poi ho realizzato che io quell'età non me la sento per niente, né fisicamente, né mentalmente. E che continuare a tirare le somme ogni volta che arriva questo giorno non serve a molto, perché la mia vita alla fine va dove vuole lei il più delle volte, al di là del mio libero arbitrio decisionale.
Intanto,continuo a mimetizzarmi bene, come rispondo a tutti quelli che si sorprendono conoscendomi di persona e sapendo che non sono più una giovanottina libera e spensierata. (anche se libera e spensierata, per la verità, non lo sono proprio stata mai...).

Quindi questa mattina, svegliandomi come al solito con gli occhioni azzurri della mia gatta spalancati a darmi il buongiorno, ho deciso di dimenticarmi delle implicazioni dell'essere una trentacinquenne anomala che ancora non ha trovato un posto nel mondo.
Mi concedo di fregarmene delle mie tante tristezze, come consiglia Gassman, e sentire l'età che avrò giorno per giorno. In un'attesa, che spero non sia vana, di un'età che io senta veramente come quella più bella. In attesa di sentirmi apposto con me stessa e con tutto quello che ho intorno. Fino alla fine.

martedì 17 giugno 2014

Good Woman


"I want to be a good woman / and I want, for you to be a good man. / This is why I will be leaving / And this is why, I can't see you no more. / I will miss your heart so tender / And I will love / This love forever. / I don't want be a nad woman / And I can't stand to see you be a bad man /  [...] This is why I am lying when I say / That I don'l loe you no more".

A volte siamo il loop di noi stessi.



domenica 15 giugno 2014




 (Source: Home Designing )

Se solo potessi permettermelo, credo che vorrei vivere in uno di questi motorhome.
E magari fare quel viaggio lunghissimo e senza ritorno immediato che ogni tanto mi prende la smania di fare.

Se potessi.


venerdì 13 giugno 2014


Florian Beaudenon, Istant-life, da Repubblica di oggi

potremmo tranquillamente essere io e Lilo, da qualche giorno...

giovedì 12 giugno 2014

" Non è vero che mi manchi, è solo che ti penso sempre e non ci sei" - Millimetrica

Qualche giorno fa mi sono sentita dire, non so bene se a torto o ragione, che sono la personificazione di una citazione di Baricco: quella che riguarda la nostalgia per le cose che non sono mai accadute. In realtà questa è una citazione di De André, credo, ed è declinata al passato; la citazione baricchiana precisa, ripresa da SETA (uno dei libri che ho amato di meno per la verità, ma che sempre bello resta), assume un'altra connotazione e ne rimanda una sfumatura totalmente diversa, che in questo caso mi appartiene di più:
"E' uno strano dolore...morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai".
La differenza di come mi sento realmente io sta tutta nella declinazione di quel verbo.


Perché il tempo passa,ed è passato, certo. Quel qualcosa, se qualcosa era, l'ho vissuto io e a modo mio. E quando ti ho rivisto il controllo di me stessa, grazie al cielo, è stato totale. Come era giusto che fosse. E alla domanda se eri lontano adesso, sono riuscita a rispondere "si" con una certa sicurezza.

Ma la verità è che non lo so. Una parte di me, quella ragionevole e concreta, è certamente andata avanti. Mentalmente e fisicamente. 
Ma stasera ho capito che nonostante tutti questi mesi di silenzio buttati in mezzo, la sensazione è che non sia cambiato niente e che l'altra parte di me, quella emotiva e irragionevole, resta sempre ferma lì, presa da quella nostalgia per qualcosa che non vivrà mai. Senza nessun criterio logico. 


Vorrei che l'idea che ho di te fosse lontanissima. Che non ci fosse più. 
Perché, nel concreto, non mi manca veramente niente di te e di quel poco che c'è stato, mi manca quello che avrei voluto potesse esserci. 

E continuo a pensarci. E, nonostante questo, tu continuerai a non esserci.

mercoledì 11 giugno 2014

Quando qualcuno viene a mancare, resta il silenzio. 

E' un silenzio strano, ha come un fruscio di sottofondo, costruisce intorno a te una sorta di involucro in cui l'aria è talmente rarefatta da impedirti di respirare a pieno e con facilità. 
Fare una scalata senza bombole di ossigeno e con molta stanchezza nelle gambe deve essere una delle esperienze più difficili, se non addirittura impossibili, per un essere umano. Ecco, è così che ti senti.
Quando la cosa è inaspettata, al silenzio si aggiunge lo smarrimento. Ti scopri a guardare gli oggetti, le stanze in cui si svolge solitamente la tua giornata, le strade che percorri normalmente, quelle che sapresti fare ad occhi chiusi, come se non fossero più familiari. Come se non fossero più tue.
Non vedi le cose al loro posto, anche se nessuno le ha spostate e loro sono immobili, nella medesima posizione in cui sono sempre state, con lo stesso valore, con gli stessi colori. Con gli stessi segni provocati dal tempo o dalla sbadataggine. Hai la sensazione che manchi qualcosa...ma sai bene che non è qualcosa che riuscirai più a ritrovare.
I tuoi passi diventano più lenti, cerchi di non pensare troppo perché altrimenti ti piomberebbero addosso, e tutte insieme, domande che non hanno una risposta. Spiegazioni che non reggono alla logica delle cose così come le vedi al momento. 

E poi comincia una sorta di lunga attesa...interminabile.
E in realtà, come capirai molto tempo dopo, quando ti concederai di tornare a respirare al ritmo della realtà, è semplicemente un lungo tentativo di cercare le parole più giuste per dire addio a chi non c'è più.

Ho sempre pensato che il verbo "mancare" sia inadeguato a rendere il concetto di "perdere una persona cara".

Questa sera il mio pensiero va ad E., che ha perso la "sua" persona. 
E va soprattutto ad A., che stasera non c'è più.
Aveva la mia età, lo conoscevo pochissimo, aveva un sorriso bellissimo e l'unica volta che ci ho parlato, mi ha fatto una simpatia grandissima.
E. ed A. avevano comprato casa lo scorso anno e si erano sposati appena un mese fa.
Queste sono quelle cose tristi della vita che mi fanno rabbia e dispiacere.

giovedì 5 giugno 2014

" E' che sono fatto così: quando mi sfugge l'andazzo della vita (che - dite pure il contrario, se credete - va per conto suo, un po' come il corpo che ognuno si ritrova), quando mi guasto e non mi so riparare, quando perdo dei pezzi e non mi preoccupo nemmeno di capire dove sono finiti, l'unica è fare dell'altro, lasciare che passi come il raffreddore. Per quanto irresponsabile sembri (e indubbiamente lo sia), trovo che praticare il disimpegno come tecnica di soluzione dei problemi funzioni abbastanza. L'unica incombenza consiste nello scegliere il modo di disimpegnarsi. Perché anche il disimpegno è un'attività, e richiede applicazione e metodo. Non ci si disimpegna cazzeggiando. Bisogna che qualcosa stimoli il tuo interesse e ti tenga (appunto) disimpegnato, altrimenti i pensieri tornano sempre lì."
Diego De Silva, Mia suocera beve

" E come siamo gentili mentre siamo crudeli, mentre ci porgiamo con nonchalance su vassoi immaginari quell'indifferenza che è ora il più alto grado di intimità che ci è concessa" 

Ridopoco.tumblr.com

Tra indifferenza e disimpegno. Oggi va così.


mercoledì 4 giugno 2014

"Pensavo: se un adulto mangia una ciliegia marcia, non smette di mangiare le ciliegie per sempre, ma si fa furbo, e invece di buttarsela in bocca intera, la apre con un coltello, controlla l'interno e la mangia... solo i bambini, pensando che tutte le ciliegie abbiano un brutto sapore, smettono di mangiarle e di dare una possibilità ad altre ciliegie...perché pensano che tutte le ciliegie siano uguali, ed è questo che distingue i bambini dagli adulti: la maturità di poter dare un'altra occasione ad una povera ciliegia..."
(La mia Coscienza, quella con il nome e l'indirizzo diverso dal mio, sul socialcoso)

E' successo che (finalmente) è successo.
Ed era un sacco di tempo che doveva succedere, che speravo che succedesse, che volevo che succedesse, che avevo bisogno che succedesse.
Era così tanto tempo che pensavo che non sarebbe più successo. E invece è successo.
E ovviamente è stato strano, molto strano. Contraddittorio, vorrei quasi dire, ma non mi esprimo oltre perché ci sto ancora pensando e non sono sicura di quello che sto pensando.

Ovviamente ero con la persona sbagliata.(O meglio...per come la vedo io ero con la persona giusta che ha deciso di essere quella sbagliata).
Ma lo sapevo e non mi sono sorpresa più di tanto di come sono andate le cose dopo. 
Tuttavia ci sono rimasta male uguale perché io sono io. 
Ed io non abbandono mai me stessa. E nemmeno la mia storia e la mia vita lo fanno. Nemmeno i miei desideri e le aspettative.

E perché non è questione di essere adulti, di essere forti, di essere coinvolti o meno, di avere più o meno esperienza, di saper gestire le cose.
E' proprio questione che io non sono interessata ad essere un'alternativa, l'altra o una persona di passaggio o una compagnia senza impegni. Quindi interessarmi ad una persona (cosa che capita assai raramente) ed interessarmi ad una persona che a conti fatti non mi ricambia, implica da parte mia una serie di reazioni, che possono essere capite o meno, ma ci sono.
Ho parecchi limiti, non so parecchie cose ed evidentemente se voglio qualcuno finisco con il volerlo nel modo sbagliato.

E' anche questione che io mi ostino a credere sempre che le persone non siano quello che sembrano. E mi aggrappo alle loro parole, sperando che poi vengano seguite da un qualche fatto che  sia alla loro altezza o che in qualche modo almeno non le smentisca o le contraddica totalmente.
Ma non è così. Le persone restano sempre uguali a sé stesse. 
Soprattutto quelle che non sono interessate a te e vogliono tutto quello che puoi dargli, tranne che te.
Poi posso anche accettare il fatto che i momenti non coincidano, che due persone in sé non si trovino per le più svariate motivazioni o sensazioni diverse, che (nello specifico) io sono una di quelle che mette sempre le mani avanti e sfinisce e stordisce e appesantisce, che ho quella capacità di dire quello che non si dovrebbe dire nel momento in cui in assoluto non va detto. 
Ma in questo momento, l' essere andata fino in fondo (che per me è una cosa rarissima e dovrebbe essere una vittoria sui miei fantasmi non indifferente) ed essermi vista negare per l'ennesima volta una possibilità, anche se posso darmi le più svariate spiegazioni accettabili, non è una cosa che mi conforta.

L'ultima immagine che ho è di una carezza in ascensore e poi il silenzio totale di questi giorni.
E di tutti quelli che devono venire.
Un vuoto enorme e una delusione infinita.