sabato 3 maggio 2014


A love song for Bobby Long, 2004, dir. Shainee Gabel

Questo è uno dei miei film preferiti. E questa è una sequenza che tutte le volte, giuro, mi strappa via un pezzo di cuore. Non riesco mai a non piangere ogni volta che ripercorro la storia e rivedo i paesaggi di questa New Orleans, dove l'inverno non è mai di casa ed i colori caldi delle abitazioni, dei fiori, dei tramonti e persino dei vestiti riescono sempre ad avere la meglio.
Amo molto questo film perché ovviamente racconta molto di me o comunque della me che sento di essere. Soprattutto in questo periodo.
Non so se perché la solitudine e il senso di perdita che attraversano senza scampo la vita della protagonista, in tutte le declinazioni raccontate, è un po' (tanto) la mia o se perché, per tutta la pellicola, c'è questo duello di citazioni e riferimenti letterari tra Bobby e Lawson che sono momenti di una poesia e una meravigliosità che non riuscirò mai a far capire a nessuno quanto mi tocchino dentro.
" Non si può stracciare una pagina del libro della nostra vita, ma si può buttare l'intero libro nel fuoco ", dice ad un certo punto Bobby.
E' una verità con cui tutti i personaggi del film, e ogni essere umano a parer mio, fanno i conti, ognuno a suo modo: ognuno con la sua forza di volontà, unica cosa a cui aggrapparsi per continuare a percorrere la propria strada o semplicemente la strada che si può percorrere; è una forza che a volte è un fuoco che brucia, altre si trasforma in vero e proprio stoicismo. E  ognuno fa interminatamente i conti con la propria debolezza mista alla rassegnazione per i  fallimenti della propria vita e ricerca, senza sosta, in ogni modo, una via per redimersi dai propri errori e spesso anche da quello che si è. 
E a volte ci si perde per sempre, piegati dalla disperazione. 
Perché, come racconta il monologo finale del film "certe persone arrivano in un punto oltre il quale non possono andare. Un punto in cui [...] si scontrano con il desiderio, che è inconoscibile, ma che conosce ciò che non si vede". 
A volte si cerca disperatamente di essere qualcun altro,  tranne che se stessi, scegliendo di essere un personaggio o una storia, come quelle che si raccontano nei libri.
Qualche volta accade il miracolo e ci si ritrova, in qualche assurdo e inspiegabile modo, e per un momento trovi un po' di pace e vai avanti.

Guardo questo film e, ogni tanto, spero di trovare anche io la mia possibilità di riscatto e redenzione. Il punto è che non so mai bene come.

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